Maurizio Donzelli. Invisibile-No

Maurizio Donzelli, Mirror, 2016, 97x101x7.5, Tecnica mista in cornice
Dal 24 Settembre 2016 al 14 Gennaio 2017
Venezia
Luogo: Marignana Arte
Indirizzo: Dorsoduro 141
Orari: Mar-Mer 14 - 19 | Gio - Sab 11 - 13.30 / 14 - 19 | Dom-Lun su appuntamento
Curatori: Clarissa Tempestini
Telefono per informazioni: +39 041 5227360
E-Mail info: info@marignanaarte.it
Sito ufficiale: http://www.marignanaarte.it
Marignana Arte presenta una sfida ai sensi con la personale di Maurizio Donzelli, (Brescia, 1958), dal titolo Invisibile-No, curata da Clarissa Tempestini.
Le opere in mostra aprono uno scenario sulla ricerca dell’artista, ma, più che raccontarla, cercano di tracciare quel legame invisibile tra l’autore, l’osservatore e la comune facoltà/difficoltà umana di percepire la realtà. La vista potrebbe sembrare il senso fondamentale per la fruizione dell’arte visiva: normalmente si dice “Andiamo a vedere una mostra?”. Ma, come scriveva Merleau-Ponty “vedere è molto di più di quanto si veda”. Quel verbo, “vedere”, è un compromesso ingenuo della nostra lingua. Una mostra non si vede, una mostra prende nella mente, prima ancora di esistere fisicamente e molto dopo essere stata mostrata agli altri.
Che cosa succede davvero tra le pareti di questa cosiddetta mente, quando cerchiamo di fare nostra un’immagine? In quella scatola buia, la nostra testa, il subisso di connessioni nervose ed esperienze che creano quella che chiamiamo la nostra “conoscenza del mondo” è così ingannevole, ma per noi così vera. Un’immagine può non esistere davanti a noi, ma essere vivida, potente o addirittura spaventosa nella nostra immaginazione. Forse, immaginare è l’atto più vicino concesso a l’uomo per percepire l’universo, poiché ci si libera da quei preziosi ma limitanti sensi.
La mostra si articola tra diversi materiali, a partire dai peculiari “Mirrors”, attraenti opere in tecnica mista che non riflettono però chi li guarda, come i normali specchi alle nostre pareti. Sono quasi dei “meta-specchi” che si riflettono l’un l’altro, dando a chi osserva poche possibilità di avere punti di riferimento, spiazzando completamente le convenzioni di fruizione. Chi l’ha detto che un’opera s’inizia a guardare da un punto preciso? Come si guarda un’opera? Ogni cosa di questo mondo, nel momento in cui posiamo il nostro sguardo su di essa, cambia irrimediabilmente, solo per il semplice fatto di essere guardata. Guardare non è quindi abbastanza, ed è a volte più ingannevole dei sensi stessi. Lo spettatore è solo con il suo Io interiore davanti ai “Mirrors”, che cercano a tratti di mostrare quel luogo invisibile della creazione e dell’interpretazione.
Ad accompagnare questi oggetti misteriosi, anche alcuni acrilici con i quali l’artista sembra dare qualche speranza a chi osserva di poter sprofondare nei loro colori riflettenti e turbolenti. Ma la realtà è che anche qui non ci sono supporti, ci siamo ancora solo noi, l’opera e la nostra mente.
Nell’affrontare una mostra come quella di Maurizio Donzelli è necessario capire e conoscere l’uomo dietro alle opere. Un artista con cui conversare senza sosta su vezzi e riflessioni sul perché e anche il perché no dell’arte. Un confidente a cui rivelare la bella confusione che la vista di un’opera scatena e il nostro difficile rapporto con la realtà, il controverso modo di interpretarla, di leggerla, di competere con essa subendola o riscattandola.
Le opere in mostra rifuggono al loro destino, per un verso o per l’altro, ora rifiutandolo ora tentando di ricostruirlo con l’aiuto di chi le osserva, secondo uno straordinario piano che chiama a raccolta curiosità, fantasia, gesto e, forse, quella “Angst” che segretamente l’osservatore e l’artista condividono nei confronti del mondo.
Vernissage: 24 Settembre, 2016 h. 18
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