Omaggio a Ennio Finzi
Dal 17 Maggio 2024 al 06 Ottobre 2024
Venezia
Luogo: Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Indirizzo: Calle del Tentor - Santa Croce 2076
Orari: Mar - Dom 10 - 18 | Ven - Sab 10 - 20 | Lun chiuso
Curatori: Elisabetta Barisoni, Michele Beraldo
Costo del biglietto: 10 € | 7.50 €
Telefono per informazioni: +39 041 721127
E-Mail info: capesaro@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://capesaro.visitmuve.it
Ca’ Pesaro prosegue l’attività di valorizzazione degli autori presenti nelle raccolte civiche con un Omaggio a Ennio Finzi. Annoverato tra i Maestri della grande stagione pittorica dell’Astrattismo, Ennio Finzi, nato a Venezia nel 1931, è protagonista di una sala della collezione permanente della Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dal 17 maggio al 6 ottobre 2024.
Artista tra i più radicali del Novecento italiano, Ennio Finzi è stato capace di sovvertire il linguaggio informale del dopoguerra perseguendo un’inconsueta ricerca fondata sui valori atonali e timbrici del colore, rappresentando per questo un modello di pittura che Luciano Caramel ha definito “irrituale”. Viceversa ha saputo anche tracciare un percorso meno concitato e più sotteso alla riflessione percettiva, conducendo un’approfondita indagine sulle strutture intrinseche della forma, nel tentativo forse di domare e “piegare” le proprie ingovernabili contraddizioni. Da questo sintetico quadro generale si è scelto di rappresentare l’artista veneziano con alcune delle sue opere più emblematiche degli anni Cinquanta, come le “geometriche” Scale cromatiche, dove l’intermittente apparire del colore si snoda in limpide partiture a fasce verticali; Ritmi vibrazione, dove il giallo scorre esile e filiforme in rapida e cangiante progressività temporale; o come Bianco su bianco e Grigio su grigio dove la luce si rivela quale emittente spirituale di una materia diradata, dai confini labili e indistintamente sospesi.
Ennio Finzi (Venezia, 1931), si diploma all’Istituto d’Arte di Venezia, studia violino e nel dopoguerra frequenta importanti artisti come Emilio Vedova e Virgilio Guidi. Espone in più occasioni alle collettive della Bevilacqua La Masa, tiene mostre personali e nel 1961 si trasferisce a Milano, poi nel 1964 a Sanremo dove si dedica al design. Nel 1968 ritorna a Venezia e diventa assistente all’Accademia di Carmelo Zotti. Si dedica con un suo personale linguaggio all’arte programmata e nel 1986 partecipa alla Biennale di Venezia, ottenendo in seguito sempre maggiori riconoscimenti in Italia e all’estero.
Artista tra i più radicali del Novecento italiano, Ennio Finzi è stato capace di sovvertire il linguaggio informale del dopoguerra perseguendo un’inconsueta ricerca fondata sui valori atonali e timbrici del colore, rappresentando per questo un modello di pittura che Luciano Caramel ha definito “irrituale”. Viceversa ha saputo anche tracciare un percorso meno concitato e più sotteso alla riflessione percettiva, conducendo un’approfondita indagine sulle strutture intrinseche della forma, nel tentativo forse di domare e “piegare” le proprie ingovernabili contraddizioni. Da questo sintetico quadro generale si è scelto di rappresentare l’artista veneziano con alcune delle sue opere più emblematiche degli anni Cinquanta, come le “geometriche” Scale cromatiche, dove l’intermittente apparire del colore si snoda in limpide partiture a fasce verticali; Ritmi vibrazione, dove il giallo scorre esile e filiforme in rapida e cangiante progressività temporale; o come Bianco su bianco e Grigio su grigio dove la luce si rivela quale emittente spirituale di una materia diradata, dai confini labili e indistintamente sospesi.
Ennio Finzi (Venezia, 1931), si diploma all’Istituto d’Arte di Venezia, studia violino e nel dopoguerra frequenta importanti artisti come Emilio Vedova e Virgilio Guidi. Espone in più occasioni alle collettive della Bevilacqua La Masa, tiene mostre personali e nel 1961 si trasferisce a Milano, poi nel 1964 a Sanremo dove si dedica al design. Nel 1968 ritorna a Venezia e diventa assistente all’Accademia di Carmelo Zotti. Si dedica con un suo personale linguaggio all’arte programmata e nel 1986 partecipa alla Biennale di Venezia, ottenendo in seguito sempre maggiori riconoscimenti in Italia e all’estero.
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