Thomas Zipp. Comparative investigation about the disposition of the width of a circle
Dal 30 Maggio 2013 al 24 Novembre 2013
Venezia
Luogo: Palazzo Rossini-Revedin
Indirizzo: San Marco 4013
Orari: 10-18; martedì chiuso
Curatori: Zdenek Felix
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 5218849
E-Mail info: art@luz-neumann.de
Sito ufficiale: http://www.kaistrasse10.de
Un’installazione nell’ambito degli eventi collaterali della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Un progetto di KAI 10 I ARTHENA FOUNDATION, Düsseldorf
(www.kaistrasse10.de)
Presidente: Monika Schnetkamp
Il concept della mostra di Thomas Zipp
Con il complesso titolo dell’opera ideata per Palazzo Rossini, Thomas Zipp evidenzia da subito due livelli di interpretazione. Da una parte prende spunto dal testo di una canzone del 1970 del musicista inglese David Bowie, The Width of a Circle, dall’altra da un fenomeno relativo agli studi sull’isteria. Nel suo testo Bowie fa riferimento a parabole e temi tratti dall’opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche per affrontare nello specifico il tema del rapporto sessuale con il suo “demone”, la droga.
Nel contempo, però, il progetto di Thomas Zipp fa riferimento all’espressione francese “l’arc de cercle”, nata nel famoso istituto di igiene mentale alla Salpêtrière di Parigi nella seconda metà del XIX secolo, in concomitanza con la documentazione enciclopedica di queste “malattie”.
Per l’artista è particolarmente interessante l’invenzione e la ricerca relativa al quadro clinico dell’isteria per come venne affrontata dai medici della Salpêtrière, in particolare da Jean- Martin Charcot (1825-1893). In primo piano per Zipp c’è la trasposizione di tale invenzione su un piano “quasi artistico”, paragonabile a ciò che avviene per Bowie in relazione al suo irrecusabile “rapporto sessuale” con la droga. L’installazione di Thomas Zipp intende rappresentare una versione in scala ridotta di un istituto di ricerca. Questa tuttavia non si concentra esclusivamente sull’isteria ma affronta anche la dualità (schizofrenia) di una persona, in questo caso dell’artista, che è medico e al contempo paziente. “L’istituto di ricerca” progettato da Zipp è suddiviso in otto ambienti che rappresentano anche gli spazi di una fittizia clinica: accoglienza, ufficio del direttore, biblioteca, ambulatorio, dormitorio, auditorio, area per lo svago e corridoio, nei quali Thomas Zipp vuole realizzare la sua idea di clinica virulenta.
KAI 10 I Arthena Foundation
L’installazione “Comparative Investigation about the Disposition of the Width of a Circle” viene promossa dalla fondazione non-profit Arthena Foundation, istituita dalla collezionista e imprenditrice Monika Schnetkamp. Lo spazio per l’arte dell’Arthena Foundation nel Mediahafen di Düsseldorf è stato inaugurato nell’autunno del 2008 con la prima esposizione, No Illusions. Come piattaforma sperimentale per l’arte contemporanea KAI 10 | Arthena Foundation si pone l’obbiettivo di essere una sorta di laboratorio culturale nel quale giovani artisti vengono sostenuti e promossi . La fondazione mette al centro della sua attività il sostegno ai processi creativi e alla genesi di opere. Nelle tre o quattro mostre collettive organizzate annualmente dall’ KAI 10 I Arthena Foundation vengono affrontati e discussi differenti complessi tematici sotto il profilo artistico, sociale e mediale. Nonostante l’attenzione sia rivolta principalmente ai giovani artisti della scena contemporanea, vengono considerati anche nomi già affermati. Dal settembre del 2008 nel Mediahafen di Düsseldorf sono già stati ospitati più di 80 artisti, affermati a livello internazionale come Mike Kelley, Rachel Harrison, Heimo Zobering ma principalmente esponenti della nuova generazione come Anna Parkina, Andrew Gilbert, Björn Dahlem, Markus Selg o Natalie Czech.
Il lavoro enciclopedico di Thomas Zipp
L’artista Thomas Zipp, residente a Berlino, unisce nel suo lavoro una vasta gamma di tecniche e strumenti. È un pittore, un disegnatore, crea oggetti tridimensionali e sculture, lavora con la fotografia e realizza video. Adopera anche la tecnica del collage e dell’assemblaggio, ma il suo lavoro si basa principalmente sull’arte installativa. Le sue esposizioni si basano su ampi allestimenti nei quali vengono integrate le singole opere come quadri, disegni o lavori fotografici. L’artista generalmente attribuisce alle sue mostre un aforisma che segna l’allestimento tematico dello spazio. Definito anche “ psiconauta dell’arte”, nei suoi progetti e nelle sue installazioni Zipp indaga l’inconscio in tutte le sue forme. La sua “estetica cupa” esplora gli effetti di droghe come le suggestioni della musica Heavy Metal, i territori di confine di filosofia e religione così come le zone recondite della psichiatria e della psicopatologia e i loro legami con la realtà sociale. L’installazione a Palazzo Rossini si propone di trasmettere la complessità delle opere e delle presentazioni di Thomas Zipp, che per estensione hanno dimensioni pressoché enciclopediche. L’interesse di Zipp per la ricerca su pensieri, sentimenti e percezioni dell’essere umano nonché la sua ricerca nell’ambito della psichiatria e della psicologia conferiscono al suo lavoro un carattere universale, che va ben oltre i limiti dell’immaginario mondo dell’arte.
Un progetto di KAI 10 I ARTHENA FOUNDATION, Düsseldorf
(www.kaistrasse10.de)
Presidente: Monika Schnetkamp
Il concept della mostra di Thomas Zipp
Con il complesso titolo dell’opera ideata per Palazzo Rossini, Thomas Zipp evidenzia da subito due livelli di interpretazione. Da una parte prende spunto dal testo di una canzone del 1970 del musicista inglese David Bowie, The Width of a Circle, dall’altra da un fenomeno relativo agli studi sull’isteria. Nel suo testo Bowie fa riferimento a parabole e temi tratti dall’opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche per affrontare nello specifico il tema del rapporto sessuale con il suo “demone”, la droga.
Nel contempo, però, il progetto di Thomas Zipp fa riferimento all’espressione francese “l’arc de cercle”, nata nel famoso istituto di igiene mentale alla Salpêtrière di Parigi nella seconda metà del XIX secolo, in concomitanza con la documentazione enciclopedica di queste “malattie”.
Per l’artista è particolarmente interessante l’invenzione e la ricerca relativa al quadro clinico dell’isteria per come venne affrontata dai medici della Salpêtrière, in particolare da Jean- Martin Charcot (1825-1893). In primo piano per Zipp c’è la trasposizione di tale invenzione su un piano “quasi artistico”, paragonabile a ciò che avviene per Bowie in relazione al suo irrecusabile “rapporto sessuale” con la droga. L’installazione di Thomas Zipp intende rappresentare una versione in scala ridotta di un istituto di ricerca. Questa tuttavia non si concentra esclusivamente sull’isteria ma affronta anche la dualità (schizofrenia) di una persona, in questo caso dell’artista, che è medico e al contempo paziente. “L’istituto di ricerca” progettato da Zipp è suddiviso in otto ambienti che rappresentano anche gli spazi di una fittizia clinica: accoglienza, ufficio del direttore, biblioteca, ambulatorio, dormitorio, auditorio, area per lo svago e corridoio, nei quali Thomas Zipp vuole realizzare la sua idea di clinica virulenta.
KAI 10 I Arthena Foundation
L’installazione “Comparative Investigation about the Disposition of the Width of a Circle” viene promossa dalla fondazione non-profit Arthena Foundation, istituita dalla collezionista e imprenditrice Monika Schnetkamp. Lo spazio per l’arte dell’Arthena Foundation nel Mediahafen di Düsseldorf è stato inaugurato nell’autunno del 2008 con la prima esposizione, No Illusions. Come piattaforma sperimentale per l’arte contemporanea KAI 10 | Arthena Foundation si pone l’obbiettivo di essere una sorta di laboratorio culturale nel quale giovani artisti vengono sostenuti e promossi . La fondazione mette al centro della sua attività il sostegno ai processi creativi e alla genesi di opere. Nelle tre o quattro mostre collettive organizzate annualmente dall’ KAI 10 I Arthena Foundation vengono affrontati e discussi differenti complessi tematici sotto il profilo artistico, sociale e mediale. Nonostante l’attenzione sia rivolta principalmente ai giovani artisti della scena contemporanea, vengono considerati anche nomi già affermati. Dal settembre del 2008 nel Mediahafen di Düsseldorf sono già stati ospitati più di 80 artisti, affermati a livello internazionale come Mike Kelley, Rachel Harrison, Heimo Zobering ma principalmente esponenti della nuova generazione come Anna Parkina, Andrew Gilbert, Björn Dahlem, Markus Selg o Natalie Czech.
Il lavoro enciclopedico di Thomas Zipp
L’artista Thomas Zipp, residente a Berlino, unisce nel suo lavoro una vasta gamma di tecniche e strumenti. È un pittore, un disegnatore, crea oggetti tridimensionali e sculture, lavora con la fotografia e realizza video. Adopera anche la tecnica del collage e dell’assemblaggio, ma il suo lavoro si basa principalmente sull’arte installativa. Le sue esposizioni si basano su ampi allestimenti nei quali vengono integrate le singole opere come quadri, disegni o lavori fotografici. L’artista generalmente attribuisce alle sue mostre un aforisma che segna l’allestimento tematico dello spazio. Definito anche “ psiconauta dell’arte”, nei suoi progetti e nelle sue installazioni Zipp indaga l’inconscio in tutte le sue forme. La sua “estetica cupa” esplora gli effetti di droghe come le suggestioni della musica Heavy Metal, i territori di confine di filosofia e religione così come le zone recondite della psichiatria e della psicopatologia e i loro legami con la realtà sociale. L’installazione a Palazzo Rossini si propone di trasmettere la complessità delle opere e delle presentazioni di Thomas Zipp, che per estensione hanno dimensioni pressoché enciclopediche. L’interesse di Zipp per la ricerca su pensieri, sentimenti e percezioni dell’essere umano nonché la sua ricerca nell’ambito della psichiatria e della psicologia conferiscono al suo lavoro un carattere universale, che va ben oltre i limiti dell’immaginario mondo dell’arte.
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