Utopia del sembiante - Il Paesaggio nei paesaggi
Utopia del sembiante - Il Paesaggio nei paesaggi
Dal 9 September 2012 al 9 December 2012
Torre di Mosto | Venezia
Luogo: Museo del Paesaggio
Indirizzo: Sant'Anna di Boccafossa
Orari: sabato 16-19; domenica 10-12/ 16-19 e su appuntamento
Curatori: Stefano Cecchetto
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0421 324440
E-Mail info: museodelpaesaggio@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.museodelpaesaggio.ve.it/
Dopo la mostra Terra Madre che interrogava la relazione Uomo-Natura, il Museo del Paesaggio di Torre di Mosto presenta una nuova esposizione dal titolo: Utopia del sembiante - Il Paesaggio nei paesaggi, che pone una serie di interrogativi sull’interpretazione del termine “Paesaggio” nell’arte moderna e contemporanea.
Questo nuovo progetto presenta, per emblemi, le differenti concezioni del termine Paesaggio nella visione di alcuni artisti del Novecento e contemporanei.
Un’indagine sulla figurazione e sull’astrazione di un ‘paesaggio dell’anima’ messo in relazione con il paesaggio reale, a partire da quelli che trovano ispirazione nel visibile, sino a quelli metafisici, surreali e mentali.
Visioni che intendono formulare un percorso che indaga lo spazio interiore dell’uomo contemporaneo, immagini libere e autonome dai canoni della tradizione pittorica e dalle forme definite del reale.
L’esposizione, curata da Stefano Cecchetto, organizza una messa in scena dei “paesaggi” dell’arte nei quali appaiono le diverse polarità dentro alle quali si dirama la sensibilità dell’artista moderno e contemporaneo per la ricerca di una figurazione che abita contemporaneamente dentro e fuori noi.
Lo spazio di un altrove dove regna da sempre l’utopia e dove emerge con forza la presenza di un oltre, che il visibile ricerca al di là dell’apparenza: il sembiante appunto.
Un teatro dell’utopia che permette di scorgere la dialettica degli opposti nel movimento incessante del visibile verso l’invisibile, della forma verso l’informe, del colore verso la sua negazione, e del bianco e del nero come contrapposizione degli opposti.
Un “paesaggio” di trasformazioni: uno spazio aperto dove avvengono i procedimenti del pensiero.
L’esposizione, richiamandosi alla metafora dell’arcipelago, individua nel mare dell’arte alcune isole tematiche dove i differenti linguaggi degli artisti assumono la compresenza dei temi, in un dialogo mai costretto, ma scosso da un vento che trasporta i semi da un’isola all’altra e ne svela i reciproci legami.
Il percorso espositivo presenta, in dialogo tra loro all’interno di ogni isola, opere di alcuni dei maestri del Novecento provenienti da prestigiose collezioni private, accanto alle ricerche degli artisti contemporanei con numerosi dipinti realizzati appositamente sui temi della mostra.
Il catalogo che raccoglie l’esperienza di questo progetto intende diventare un contributo al regesto programmato sull’analisi critica rivolta ad una rilettura dei ‘paesaggi’, con saggi e interventi di studiosi, filosofi, e storici dell’arte per una catalogazione delle idee e delle proposte mirate alla riconsiderazione e approfondimento della riflessione sul tema dell’interpretazione dell’arte.
LE ISOLE DELLA MOSTRA:
1. Paesaggio/Paesaggi: visivi/mentali/anemici/malinconici.
2. Lo spazio inconsueto del bianco
3. La profondità del ‘nero’ e l’alchimia del melanconico
4. Il teatro della memoria
5. Identità/Alterità: La figura dell’artista nella solitudine dell’atelier
Questo nuovo progetto presenta, per emblemi, le differenti concezioni del termine Paesaggio nella visione di alcuni artisti del Novecento e contemporanei.
Un’indagine sulla figurazione e sull’astrazione di un ‘paesaggio dell’anima’ messo in relazione con il paesaggio reale, a partire da quelli che trovano ispirazione nel visibile, sino a quelli metafisici, surreali e mentali.
Visioni che intendono formulare un percorso che indaga lo spazio interiore dell’uomo contemporaneo, immagini libere e autonome dai canoni della tradizione pittorica e dalle forme definite del reale.
L’esposizione, curata da Stefano Cecchetto, organizza una messa in scena dei “paesaggi” dell’arte nei quali appaiono le diverse polarità dentro alle quali si dirama la sensibilità dell’artista moderno e contemporaneo per la ricerca di una figurazione che abita contemporaneamente dentro e fuori noi.
Lo spazio di un altrove dove regna da sempre l’utopia e dove emerge con forza la presenza di un oltre, che il visibile ricerca al di là dell’apparenza: il sembiante appunto.
Un teatro dell’utopia che permette di scorgere la dialettica degli opposti nel movimento incessante del visibile verso l’invisibile, della forma verso l’informe, del colore verso la sua negazione, e del bianco e del nero come contrapposizione degli opposti.
Un “paesaggio” di trasformazioni: uno spazio aperto dove avvengono i procedimenti del pensiero.
L’esposizione, richiamandosi alla metafora dell’arcipelago, individua nel mare dell’arte alcune isole tematiche dove i differenti linguaggi degli artisti assumono la compresenza dei temi, in un dialogo mai costretto, ma scosso da un vento che trasporta i semi da un’isola all’altra e ne svela i reciproci legami.
Il percorso espositivo presenta, in dialogo tra loro all’interno di ogni isola, opere di alcuni dei maestri del Novecento provenienti da prestigiose collezioni private, accanto alle ricerche degli artisti contemporanei con numerosi dipinti realizzati appositamente sui temi della mostra.
Il catalogo che raccoglie l’esperienza di questo progetto intende diventare un contributo al regesto programmato sull’analisi critica rivolta ad una rilettura dei ‘paesaggi’, con saggi e interventi di studiosi, filosofi, e storici dell’arte per una catalogazione delle idee e delle proposte mirate alla riconsiderazione e approfondimento della riflessione sul tema dell’interpretazione dell’arte.
LE ISOLE DELLA MOSTRA:
1. Paesaggio/Paesaggi: visivi/mentali/anemici/malinconici.
2. Lo spazio inconsueto del bianco
3. La profondità del ‘nero’ e l’alchimia del melanconico
4. Il teatro della memoria
5. Identità/Alterità: La figura dell’artista nella solitudine dell’atelier
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