Veronica Gaido. Atman

Veronica Gaido, Atman, 2013
Dal 30 Agosto 2014 al 30 Ottobre 2014
Venezia
Luogo: Galleria Santa Maria Novella di Venezia
Indirizzo: San Marco - San Samuele
Orari: tutti i giorni 10-13 / 16-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 84560801
E-Mail info: 6Glab@seigradi.com
Sito ufficiale: http://www.veronicagaido.com
Veronica Gaido, artista, ritrattista e fotografa di moda, esporrà il progetto “ATMAN” presso la Galleria Santa Maria Novella di Venezia, dal 30 agosto al 30 ottobre 2014.
ATMAN è un progetto fotografico che nascedall’unione di due elementi fondamentali: l’anima e l’acqua e in cui il movimento che caratterizza ciascuna immagine esprime il tentativo di mettere a fuoco la realtà perduta, pulire la propria anima dalle circostanze negative del vivere per ricominciare un nuovo viaggio verso una nuova vita.
Il viaggio non è inteso però solo nella forma materiale di spostamento fisico, ma assume la funzione portante di vero e proprio maestro di vita: l’elemento che rompe la monotonia e porta l’individuo a confrontarsi, nell’abbandono ai piaceri e nella scoperta di una rinascita, con nuove realtà o una nuova vita, che possa allontanare il pericolo della sofferenza, come per i profughi nelle immagini in mostra, dove si legge la circolarità infinita della triade nascita-vita-morte.
Instaurare un legame con il personaggio da ritrarre o con la natura è fondamentale nel lavoro di Veronica Gaido: l’esperienza di un mondo troppo pieno, di spazi interiori troppo arredati dal futile e dal banale, è tipica dell’uomo e della donna del XX e del XXI secolo. Fu Walter Benjamin a parlare di «uomo ammobiliato» per intendere la colonizzazione dello spazio interiore che letteralmente non lasciava più spazio per riflettere, stare da soli, pensare. Risulta difficile trovare un momento per quella penetrante e profonda solitudine dalla quale nasce l’ispirazione artistica o l’intuizione filosofica.
La condizione ideale per la creazione è dunque quella dell’atarassia, cioè uno stato di serenità imperturbabile, in cui essere totalmente padroni di se stessi e dominare perfettamente le passioni con la ragione. Da questo stato si arriva all’essenza, all’Atman, al famoso soffio vitale e quella luce, quel sole, che irradia e anima il tutto, una forza maschile in cui Veronica si riconosce al livello di pensiero.
Sono immagini appena riconoscibili quelle che compongono il progetto ATMAN, un caleidoscopio fluido di colori e di forme dai toni pastello. Sembrano più che altro impressioni colte dalla memoria dell’artista, quello spazio interno, psichico, pulsante, intimo, il dentro dell’anima che urge nel corpo, e che raggiunge la superficie espressiva, gli detta il tempo di azione, la stasi riflessiva, la dinamica, il gesto fotografico. Una sola sfera esistenziale che dialoga con il dentro e il fuori che si realizza nello spazio grazie allo scatto impiegato dalle esigenze dell’artista.
Veronica Gaido, muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia e poi, nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze.
Artista, ritrattista e fotografa di moda, Veronica collabora con i più importanti brand di moda e case editrici nazionali dai primi anni novanta che la portano a New York e Miami per le prime campagne pubblicitarie anche se, il suo occhio, va oltre dedicandosi al ritratto che la porta ad un lavoro di ricerca più intimistico.
Nel 2001 collabora con la Biennale di Venezia di Harald Szeemann per il Bunker Poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 esordisce con la sua prima mostra “Sabbie Mobili” presso Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi curata da Maurizio Vanni.
Dopo l’esperienza fotografica, Veronica Gaido ha sentito l’esigenza di cambiare, di esplorare nuove prospettive utilizzando un “drone” per riprese aeree dedicandosi alla creazione di video. Nello stesso anno, la fotografa crea il progetto “Consapevolezza della Materia” realizzato sulle cave di marmo del monte Altissimo a Pietrasanta.
Nel 2012 inizia un tour tra India, Bangladesh e Africa che darà luce al progetto “Atman” curata da Enrico Mattei e Roberto Mutti per iniziare una mostra itinerante che toccherà Pietrasanta, Londra, Parigi.
ATMAN è un progetto fotografico che nascedall’unione di due elementi fondamentali: l’anima e l’acqua e in cui il movimento che caratterizza ciascuna immagine esprime il tentativo di mettere a fuoco la realtà perduta, pulire la propria anima dalle circostanze negative del vivere per ricominciare un nuovo viaggio verso una nuova vita.
Il viaggio non è inteso però solo nella forma materiale di spostamento fisico, ma assume la funzione portante di vero e proprio maestro di vita: l’elemento che rompe la monotonia e porta l’individuo a confrontarsi, nell’abbandono ai piaceri e nella scoperta di una rinascita, con nuove realtà o una nuova vita, che possa allontanare il pericolo della sofferenza, come per i profughi nelle immagini in mostra, dove si legge la circolarità infinita della triade nascita-vita-morte.
Instaurare un legame con il personaggio da ritrarre o con la natura è fondamentale nel lavoro di Veronica Gaido: l’esperienza di un mondo troppo pieno, di spazi interiori troppo arredati dal futile e dal banale, è tipica dell’uomo e della donna del XX e del XXI secolo. Fu Walter Benjamin a parlare di «uomo ammobiliato» per intendere la colonizzazione dello spazio interiore che letteralmente non lasciava più spazio per riflettere, stare da soli, pensare. Risulta difficile trovare un momento per quella penetrante e profonda solitudine dalla quale nasce l’ispirazione artistica o l’intuizione filosofica.
La condizione ideale per la creazione è dunque quella dell’atarassia, cioè uno stato di serenità imperturbabile, in cui essere totalmente padroni di se stessi e dominare perfettamente le passioni con la ragione. Da questo stato si arriva all’essenza, all’Atman, al famoso soffio vitale e quella luce, quel sole, che irradia e anima il tutto, una forza maschile in cui Veronica si riconosce al livello di pensiero.
Sono immagini appena riconoscibili quelle che compongono il progetto ATMAN, un caleidoscopio fluido di colori e di forme dai toni pastello. Sembrano più che altro impressioni colte dalla memoria dell’artista, quello spazio interno, psichico, pulsante, intimo, il dentro dell’anima che urge nel corpo, e che raggiunge la superficie espressiva, gli detta il tempo di azione, la stasi riflessiva, la dinamica, il gesto fotografico. Una sola sfera esistenziale che dialoga con il dentro e il fuori che si realizza nello spazio grazie allo scatto impiegato dalle esigenze dell’artista.
Veronica Gaido, muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia e poi, nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze.
Artista, ritrattista e fotografa di moda, Veronica collabora con i più importanti brand di moda e case editrici nazionali dai primi anni novanta che la portano a New York e Miami per le prime campagne pubblicitarie anche se, il suo occhio, va oltre dedicandosi al ritratto che la porta ad un lavoro di ricerca più intimistico.
Nel 2001 collabora con la Biennale di Venezia di Harald Szeemann per il Bunker Poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 esordisce con la sua prima mostra “Sabbie Mobili” presso Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi curata da Maurizio Vanni.
Dopo l’esperienza fotografica, Veronica Gaido ha sentito l’esigenza di cambiare, di esplorare nuove prospettive utilizzando un “drone” per riprese aeree dedicandosi alla creazione di video. Nello stesso anno, la fotografa crea il progetto “Consapevolezza della Materia” realizzato sulle cave di marmo del monte Altissimo a Pietrasanta.
Nel 2012 inizia un tour tra India, Bangladesh e Africa che darà luce al progetto “Atman” curata da Enrico Mattei e Roberto Mutti per iniziare una mostra itinerante che toccherà Pietrasanta, Londra, Parigi.
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