Emil Lukas. Large Curtain
Dal 13 Dicembre 2014 al 31 Gennaio 2015
Verona
Luogo: Studio La Città
Indirizzo: via Lungadige Galtarossa 21
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 045 597549
E-Mail info: lacitta@studiolacitta.it
Sito ufficiale: http://www.studiolacitta.it
Dopo l’ultima mostra dell’artista statunitense Emil Lukas, proposta da Studio La Città nel 2012, dove, a farla da protagonista era la grandissima installazione meccanomorfa “Curvature”, ora l’artista torna a Verona con una personale in cui saranno presentati cinque lavori totalmente diversi e appositamente studiati dall’artista per il nostro spazio espositivo: cinque opere composte da una policroma trama di fili inchiodati sulla tela.
Emil Lukas utilizza una vasta gamma di materiali che vanno dal gesso, al legno, alla tela e ai rifiuti. Le opere di Lukas, tuttavia, non possono essere propriamente catalogate come scultura o pittura: sono piuttosto lavori tridimensionali, costituiti da diversi strati sovrapposti in cui interno e esterno, superficie e supporto perdono la loro distinzione gerarchica per assumere uguale importanza Il linguaggio astratto di Emil Lukas è vario e complesso dal momento che usa tecniche impersonali sempre diverse tra loro: tirare un migliaio di fili su un telaio sino a ottenere magnifici effetti di luce e dissolvenza cromatica - come nel caso di questa mostra -, oppure sfruttare l'energia cieca di larve di insetti, che muovendosi su gocce di colore stese sulla carta formano reticoli affascinanti oppure imprimere fogli di pluriball nel gesso e nella resina ottenendo calchi dai colori fantastici.
Come afferma l’artista stesso durante un’intervista di Harry Philbrick, lo scorso anno: "Sono stato inizialmente attratto dai fili durante il mio viaggio in Germania, alla fine degli anni ’80. A quel tempo, l’industria tessile Gütermann esponeva nelle vetrine dei negozi enormi scaffali con più di settecento rocchetti di filo in diversi colori. L’intenso effetto visivo mi affascinava. Ora ho un simile espositore nel mio granaio. Però, mentre i fili di Gütermann erano in poliestere, io sono sempre stato affascinato dalla seta. Nel 2011, sono stato così fortunato da incontrare Ermenegildo Zegna, che ha acquistato uno dei miei “thread paintings”. Mi ha invitato a visitare l’azienda Zegna a Triviero, commissionandomi degli altri lavori. Sono rimasto impressionato dalla fabbrica e dai suoi archivi, che raccoglievano ricerche scientifiche su fibre, colori, consistenza delle stoffe e motivi decorativi. Ho portato via un bancale di fili di seta con cui ho creato molti quadri, tra cui quelli per Zegna e uno che ora si trova nelle collezioni del Crystal Bridges Museum of American Art. La seta è molto più fine, sottile e trasparente rispetto al filo di poliestere, e questi suoi pregi mi permettono di creare opere dall’aspetto più morbido ed etereo".
Emil Lukas utilizza una vasta gamma di materiali che vanno dal gesso, al legno, alla tela e ai rifiuti. Le opere di Lukas, tuttavia, non possono essere propriamente catalogate come scultura o pittura: sono piuttosto lavori tridimensionali, costituiti da diversi strati sovrapposti in cui interno e esterno, superficie e supporto perdono la loro distinzione gerarchica per assumere uguale importanza Il linguaggio astratto di Emil Lukas è vario e complesso dal momento che usa tecniche impersonali sempre diverse tra loro: tirare un migliaio di fili su un telaio sino a ottenere magnifici effetti di luce e dissolvenza cromatica - come nel caso di questa mostra -, oppure sfruttare l'energia cieca di larve di insetti, che muovendosi su gocce di colore stese sulla carta formano reticoli affascinanti oppure imprimere fogli di pluriball nel gesso e nella resina ottenendo calchi dai colori fantastici.
Come afferma l’artista stesso durante un’intervista di Harry Philbrick, lo scorso anno: "Sono stato inizialmente attratto dai fili durante il mio viaggio in Germania, alla fine degli anni ’80. A quel tempo, l’industria tessile Gütermann esponeva nelle vetrine dei negozi enormi scaffali con più di settecento rocchetti di filo in diversi colori. L’intenso effetto visivo mi affascinava. Ora ho un simile espositore nel mio granaio. Però, mentre i fili di Gütermann erano in poliestere, io sono sempre stato affascinato dalla seta. Nel 2011, sono stato così fortunato da incontrare Ermenegildo Zegna, che ha acquistato uno dei miei “thread paintings”. Mi ha invitato a visitare l’azienda Zegna a Triviero, commissionandomi degli altri lavori. Sono rimasto impressionato dalla fabbrica e dai suoi archivi, che raccoglievano ricerche scientifiche su fibre, colori, consistenza delle stoffe e motivi decorativi. Ho portato via un bancale di fili di seta con cui ho creato molti quadri, tra cui quelli per Zegna e uno che ora si trova nelle collezioni del Crystal Bridges Museum of American Art. La seta è molto più fine, sottile e trasparente rispetto al filo di poliestere, e questi suoi pregi mi permettono di creare opere dall’aspetto più morbido ed etereo".
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