Simone Butturini. Luci e parole. Interno Esterno: colazioni e architetture industriali
Dal 15 Maggio 2015 al 31 Maggio 2015
Verona
Luogo: Galleria d’Arte Ghelfi
Indirizzo: piazza Erbe 31
Orari: lunedì 15.30-19.30; da martedì a sabato 9.30-12.30 / 15.30-19.30
Enti promotori:
- Comune di Verona
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 045.59.59.95
E-Mail info: nfo@galleriagiorgioghelfi.it
Sito ufficiale: http://www.galleriagiorgioghelfi.it
Torri d’acqua nelle pianure del Nord Italia, archeologia di una memoria industriale abbandonata a se stessa. Paesaggi surreali, dirigibili e camere d’albergo d’antan. Colazioni e piatti di alta cucina, tra tutti la millefoglie dello chef pluristellato Giancarlo Perbellini, che evocano convivialità. Sono solo alcune delle suggestioni pittoriche nella mostra personale di Simone Butturini “Luci e parole. Interno Esterno: colazioni e architetture industriali”, che sarà inaugurata venerdì 15 maggio alle 18 alla Galleria d’Arte Ghelfi (piazza Erbe, 31) a Verona e costituisce l’anteprima della personale in programma all’Istituto Italiano Cultura a Vienna il prossimo ottobre. In esposizione 20 dipintisu tela realizzati tra il 1991 e il 2015e pastelli su carta che documentano il percorso dell’artista. Seguirà la proiezione del film del regista Luca Caserta “La fabbrica della tela” in cui l’artista Simone Butturini è protagonista nella realizzazione di un suo dipinto, accompagnando lo spettatore con i gesti, gli sguardi e i profumi in un viaggio suggestivo nella creazione di una tela-dipinta.
La mostra “Luci e parole. Interno Esterno: colazioni e architetture industriali”è inserita tra gli eventi d’arte di Expo Veneto e raccoglie una serie di opere che abbracciano un ventennio, esposte con successo della critica e di pubblico, dalla personale nella città natale dell’artista a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia (2007), alla Fondazione Matalon Milano (2008), Artcor gallery Toronto (Canada) (2008), alla Galleria der moderne M.Kattner (2009), Galleria” Il Narciso” Roma (2011) e alla Galleria Poma (Morcote-Lugano) in collettive con artisti di fama internazionale (2013-2015).
Nell’esposizione l’“ambiente-natura”, rappresentato dalle torri d’acqua, da dirigibili, fari e cieli cosmici, testimonia l’anelito ad andare oltre il limite, a superare i confini di tempo e spazio. Di qui il visitatore viene condotto alla “casa dell’anima”: una pittura significativamente introspettiva e visionaria porta a interni di abitazioni europee e di hotel che evocano presenze e assenze dove l’arredo è ridotto all’essenziale. Il momento conviviale della colazione viene rappresentato quando è ormai trascorso e pane, piatti e bicchieri popolano la tavola simili a fantasmi. Una sola presenza femminile osserva al di là del vetro che la separa da un rapporto autentico con il mondo, mentre si spegne il giorno, in una pacata atmosfera di ferie a fine agosto.
Particolarità nell’esposizione è l’omaggio all’alta cucina italiana, oggi più che mai protagonista sulla scena mondiale, testimoniata dallo chef pluristellato Giancarlo Perbellini. Nella mostra figurano infatti dipinti e pastelli con alcune delle più celebrate ricette di colui che ama definirsi “cuoco artigiano”: tra di essi la millefoglie e il maialino da latte croccante, castraure e profumo di lime e ginepro. Un tema stimolante per l’artista noto per le sue colazioni e le sue torri d’acqua: “La contaminazione tra generi alimenta la mia pittura – spiega Simone Butturini. Come l’alta cucina oggi più che mai trae ispirazione dalle suggestioni visive del mondo dell’arte così l’arte da sempre celebra la grande cucina e la convivialità. In particolare sono rimasto affascinato dalle creazioni di Giancarlo, idipinti sono nati da un incontro di saperi, sapori, profumi e architetture che ho ravvisato nei suoi piatti”.
“Il dipinto che Simone ha voluto dedicarmi – dice lo chef Giancarlo Perbellini – nel momento in cui l’ho visto mi ha davvero folgorato. La “Millefoglie” che vi è rappresentata, un dolce molto importante nella storia mia e della mia famiglia, sembra quella delle origini quando a prepararla era mio nonno Ernesto. Osservando quest’opera ho fatto un tuffo nel passato”.
Simone Butturini è nato a Verona nel 1968. Si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti G. B. Cignaroli, sotto la guida dei maestri Giuliano Colllina e Silvano Girardello. Espone dal 1987 con significative presenze: tra le altre, alla XLVI Biennale di Venezia, Mostra del Centenario presso Villa Pisani di Strà (1995); alla Joseph D. Carrier Art Gallery – Main Floor Gallery a Toronto (Canada,1995); al Museo Bargellini di Pieve di Cento (2002); presso lo Spazio BZF di Firenze (2003), al Palazzo della Gran Guardia di Verona (2007), Fondazione Matalon-Milano (2008), Doppia personale con R.Hess presso Der moderne Galerie Berlino (2009), Galleria narciso-Roma (2011), Mantova Galleria Sartori (2013), Università Bocconi-Milano (2013), G.Poma Morcote-Lugano (2013, 2014 e 2015). “La fabbrica della tela”: proiezione del film di Luca Caserta con Simone Butturini ed esposizione di dipinti in Biblioteca Civica a Verona 2015.
Suoi dipinti figurano inoltre in collezioni e musei pubblici e privati in Italia e all’estero.
Si sono interessati alla sua ricerca artistica:
Luca Massimo Barbero, Gabriella Belli, Luigina Bortolato, Giorgio Cortenova, Raffaele De Grada, Floriano De Santi, Marco Goldin, Renzo Margonari, Camillo Semenzato, Pierluigi Siena; di lui si sono interessati gli artisti Luciano Minguzzi, Nag Arnoldi, Pino Castagna, Richard Hess, Lucio Pozzi.
“La pittura di Simone Butturini è scabra, per certi versi abbandonata lì sulla tela, come abrasa da una luce radente; l’intensità realistica delle scene quotidiane unita al rimbalzo visionario le coinvolge in un gioco di presenze-assenze, di fantasmi che prendono sostanza e di corpi che svaniscono nella luce. Lo stile di Butturini nasconde e custodisce gelosamente questa luminosità, come un valore che non va sperperato: la luce è interiore oppure è soltanto un inganno”.[ G. Cortenova, 2007]
La mostra “Luci e parole. Interno Esterno: colazioni e architetture industriali”è inserita tra gli eventi d’arte di Expo Veneto e raccoglie una serie di opere che abbracciano un ventennio, esposte con successo della critica e di pubblico, dalla personale nella città natale dell’artista a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia (2007), alla Fondazione Matalon Milano (2008), Artcor gallery Toronto (Canada) (2008), alla Galleria der moderne M.Kattner (2009), Galleria” Il Narciso” Roma (2011) e alla Galleria Poma (Morcote-Lugano) in collettive con artisti di fama internazionale (2013-2015).
Nell’esposizione l’“ambiente-natura”, rappresentato dalle torri d’acqua, da dirigibili, fari e cieli cosmici, testimonia l’anelito ad andare oltre il limite, a superare i confini di tempo e spazio. Di qui il visitatore viene condotto alla “casa dell’anima”: una pittura significativamente introspettiva e visionaria porta a interni di abitazioni europee e di hotel che evocano presenze e assenze dove l’arredo è ridotto all’essenziale. Il momento conviviale della colazione viene rappresentato quando è ormai trascorso e pane, piatti e bicchieri popolano la tavola simili a fantasmi. Una sola presenza femminile osserva al di là del vetro che la separa da un rapporto autentico con il mondo, mentre si spegne il giorno, in una pacata atmosfera di ferie a fine agosto.
Particolarità nell’esposizione è l’omaggio all’alta cucina italiana, oggi più che mai protagonista sulla scena mondiale, testimoniata dallo chef pluristellato Giancarlo Perbellini. Nella mostra figurano infatti dipinti e pastelli con alcune delle più celebrate ricette di colui che ama definirsi “cuoco artigiano”: tra di essi la millefoglie e il maialino da latte croccante, castraure e profumo di lime e ginepro. Un tema stimolante per l’artista noto per le sue colazioni e le sue torri d’acqua: “La contaminazione tra generi alimenta la mia pittura – spiega Simone Butturini. Come l’alta cucina oggi più che mai trae ispirazione dalle suggestioni visive del mondo dell’arte così l’arte da sempre celebra la grande cucina e la convivialità. In particolare sono rimasto affascinato dalle creazioni di Giancarlo, idipinti sono nati da un incontro di saperi, sapori, profumi e architetture che ho ravvisato nei suoi piatti”.
“Il dipinto che Simone ha voluto dedicarmi – dice lo chef Giancarlo Perbellini – nel momento in cui l’ho visto mi ha davvero folgorato. La “Millefoglie” che vi è rappresentata, un dolce molto importante nella storia mia e della mia famiglia, sembra quella delle origini quando a prepararla era mio nonno Ernesto. Osservando quest’opera ho fatto un tuffo nel passato”.
Simone Butturini è nato a Verona nel 1968. Si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti G. B. Cignaroli, sotto la guida dei maestri Giuliano Colllina e Silvano Girardello. Espone dal 1987 con significative presenze: tra le altre, alla XLVI Biennale di Venezia, Mostra del Centenario presso Villa Pisani di Strà (1995); alla Joseph D. Carrier Art Gallery – Main Floor Gallery a Toronto (Canada,1995); al Museo Bargellini di Pieve di Cento (2002); presso lo Spazio BZF di Firenze (2003), al Palazzo della Gran Guardia di Verona (2007), Fondazione Matalon-Milano (2008), Doppia personale con R.Hess presso Der moderne Galerie Berlino (2009), Galleria narciso-Roma (2011), Mantova Galleria Sartori (2013), Università Bocconi-Milano (2013), G.Poma Morcote-Lugano (2013, 2014 e 2015). “La fabbrica della tela”: proiezione del film di Luca Caserta con Simone Butturini ed esposizione di dipinti in Biblioteca Civica a Verona 2015.
Suoi dipinti figurano inoltre in collezioni e musei pubblici e privati in Italia e all’estero.
Si sono interessati alla sua ricerca artistica:
Luca Massimo Barbero, Gabriella Belli, Luigina Bortolato, Giorgio Cortenova, Raffaele De Grada, Floriano De Santi, Marco Goldin, Renzo Margonari, Camillo Semenzato, Pierluigi Siena; di lui si sono interessati gli artisti Luciano Minguzzi, Nag Arnoldi, Pino Castagna, Richard Hess, Lucio Pozzi.
“La pittura di Simone Butturini è scabra, per certi versi abbandonata lì sulla tela, come abrasa da una luce radente; l’intensità realistica delle scene quotidiane unita al rimbalzo visionario le coinvolge in un gioco di presenze-assenze, di fantasmi che prendono sostanza e di corpi che svaniscono nella luce. Lo stile di Butturini nasconde e custodisce gelosamente questa luminosità, come un valore che non va sperperato: la luce è interiore oppure è soltanto un inganno”.[ G. Cortenova, 2007]
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