Jago, Banksy, TvBoy a Bologna dall’11 novembre al 7 maggio
L'arte controcorrente fa tappa a Palazzo Albergati
TvBoy, Contemporary Adam, Tecnica mista su tela, 150 x 120 cm, 2021 Pop House Galler
Samantha De Martin
11/11/2022
Bologna - L’ultima sua denuncia a colpi di stencil risalirebbe a qualche giorno fa, sulla parete di un edificio semidistrutto dai bombardamenti a Borodyanka, insediamento urbano nell' oblast di Kiev. Un bimbo judoka, che farebbe pensare all’Ucraina, stende al tappeto un adulto, con un richiamo a Putin, sospeso da presidente onorario della federazione internazionale di Judo.
Mentre lo strale di Banksy raggiunge anche le strade dell’Ucraina, la voce dello street artist senza volto si unisce al coro dei colleghi controcorrente che si incontrano a Bologna in occasione di una mostra dedicata alle opere più provocatorie, anticonformiste e rivoluzionarie del nostro tempo.
Dall’11 novembre al 7 maggio gli enfants terribles dell’arte, Jago, Banksy e TvBoy, si danno appuntamento a Palazzo Albergati per raccontare, attraverso 60 capolavori, alcune delle storie più trasgressive della public art italiana e internazionale, attraverso un dialogo tra il misterioso artista inglese e altri influenti colleghi italiani del momento.
Seguendo il filo della provocazione, la mostra Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente si presenta come una monografica delle opere più significative di ciascun protagonista. Così Girl with Baloon e Bomb Love di Banksy ammiccano all’ Apparato circolatorio e a Memoria di sé di Jago per cedere alla serie dei baci e a quella degli eroi di TvBoy.
Banksy, Bomb Love, Litografia, 50 x 70 cm, 2003, Pop House Gallery
A dialogare con i tre sono quegli artisti che da Jago, Banksy e TvBoy hanno preso spunto, o che semplicemente si inseriscono nel percorso “controcorrente” che li caratterizza. C’è Obey - in mostra con il celebre manifesto Hope, realizzato nel 2008 per sostenere la campagna presidenziale di Barak Obama - e c’è Ravo con La ragazza con l’orecchino di perla e poi Laika con il suo celeberrimo Not this “game” fino a Pau con la sua serie delle Santa Suerte.
Un dialogo suddiviso in quattro sezioni invita il pubblico a cogliere corrispondenze, orientamenti e tendenze legate all’arte e alla street art europea. Si parte con Jago, classe 1987, il primo artista a inviare una scultura in marmo, The First Baby, sulla Stazione Spaziale Internazionale, per proseguire, nella seconda sezione, con Banksy. Il terrorismo, i crimini di guerra, la crisi economica, il bullismo, gli abusi sul lavoro si insinuano nelle sue figure con disincantato umorismo trasformando muri, pareti, scale, angoli di strade anonime in spazi di riflessione.
Andrea Ravo Mattoni, Vermeer, La ragazza con l'orecchino di perla, Spray su tela , 100 x 100 cm, 2022, Pop House Gallery
Salvatore Benintende, in arte TvBoy, cresciuto a Milano, sangue siciliano, trasferitosi a Barcellona per amore, è al centro della terza sezione del percorso con i suoi baci ideali tra icone contemporanee e un linguaggio che fruga nel bombardamento televisivo subito dalla sua generazione e dal quale TVBOY, giocando su questo concetto fin dal nome, ci invita a smarcarci. Dalla produzione continua, esagerata, famelica di TVBOY la mostra ci proietta nella quarta sezione, tra i graffiti di Andrea Ravo Mattoni che animano i capolavori immortali dell’arte moderna normalmente esposti nei musei.
TvBoy, Hope, Tecnica mista su tela, 146 x 144 cm, 2022 Pop Ho use Gallery
Il muro, massima espressione della Street Art, con i cartelli stradali e le staccionate in legno, è al centro dei lavori di Thierry Guetta, alias Mr Brainwash, mentre un forte legame con la materia caratterizza le figure di Pau, in bilico tra sacro e profano. Una visione disincantata e ironica connota il linguaggio di Laika, artista sincronicamente indipendente, misteriosa e libera, con i suoi effimeri tableau vivant. L’ultimo messaggio è affidato a Hope, speranza appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey e che ha reso memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Mentre lo strale di Banksy raggiunge anche le strade dell’Ucraina, la voce dello street artist senza volto si unisce al coro dei colleghi controcorrente che si incontrano a Bologna in occasione di una mostra dedicata alle opere più provocatorie, anticonformiste e rivoluzionarie del nostro tempo.
Dall’11 novembre al 7 maggio gli enfants terribles dell’arte, Jago, Banksy e TvBoy, si danno appuntamento a Palazzo Albergati per raccontare, attraverso 60 capolavori, alcune delle storie più trasgressive della public art italiana e internazionale, attraverso un dialogo tra il misterioso artista inglese e altri influenti colleghi italiani del momento.
Seguendo il filo della provocazione, la mostra Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente si presenta come una monografica delle opere più significative di ciascun protagonista. Così Girl with Baloon e Bomb Love di Banksy ammiccano all’ Apparato circolatorio e a Memoria di sé di Jago per cedere alla serie dei baci e a quella degli eroi di TvBoy.
Banksy, Bomb Love, Litografia, 50 x 70 cm, 2003, Pop House Gallery
A dialogare con i tre sono quegli artisti che da Jago, Banksy e TvBoy hanno preso spunto, o che semplicemente si inseriscono nel percorso “controcorrente” che li caratterizza. C’è Obey - in mostra con il celebre manifesto Hope, realizzato nel 2008 per sostenere la campagna presidenziale di Barak Obama - e c’è Ravo con La ragazza con l’orecchino di perla e poi Laika con il suo celeberrimo Not this “game” fino a Pau con la sua serie delle Santa Suerte.
Un dialogo suddiviso in quattro sezioni invita il pubblico a cogliere corrispondenze, orientamenti e tendenze legate all’arte e alla street art europea. Si parte con Jago, classe 1987, il primo artista a inviare una scultura in marmo, The First Baby, sulla Stazione Spaziale Internazionale, per proseguire, nella seconda sezione, con Banksy. Il terrorismo, i crimini di guerra, la crisi economica, il bullismo, gli abusi sul lavoro si insinuano nelle sue figure con disincantato umorismo trasformando muri, pareti, scale, angoli di strade anonime in spazi di riflessione.
Andrea Ravo Mattoni, Vermeer, La ragazza con l'orecchino di perla, Spray su tela , 100 x 100 cm, 2022, Pop House Gallery
Salvatore Benintende, in arte TvBoy, cresciuto a Milano, sangue siciliano, trasferitosi a Barcellona per amore, è al centro della terza sezione del percorso con i suoi baci ideali tra icone contemporanee e un linguaggio che fruga nel bombardamento televisivo subito dalla sua generazione e dal quale TVBOY, giocando su questo concetto fin dal nome, ci invita a smarcarci. Dalla produzione continua, esagerata, famelica di TVBOY la mostra ci proietta nella quarta sezione, tra i graffiti di Andrea Ravo Mattoni che animano i capolavori immortali dell’arte moderna normalmente esposti nei musei.
TvBoy, Hope, Tecnica mista su tela, 146 x 144 cm, 2022 Pop Ho use Gallery
Il muro, massima espressione della Street Art, con i cartelli stradali e le staccionate in legno, è al centro dei lavori di Thierry Guetta, alias Mr Brainwash, mentre un forte legame con la materia caratterizza le figure di Pau, in bilico tra sacro e profano. Una visione disincantata e ironica connota il linguaggio di Laika, artista sincronicamente indipendente, misteriosa e libera, con i suoi effimeri tableau vivant. L’ultimo messaggio è affidato a Hope, speranza appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey e che ha reso memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un’ora prima).
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