Al centro Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna dal 16 maggio al 22 settembre
La fotografia racconta l'Antropocene: al Mast scatti d'autore per una mostra multimediale
Edward Burtynsky, Uralkali Potash Mine #4, Berezniki, Russia, 2017 | Foto: © Edward Burtynsky | Courtesy of Admira Photography, Milano / Nicholas Metivier Gallery Toronto
Samantha De Martin
15/05/2019
Bologna - Le incursioni degli esseri umani, diventati la singola forza più determinante sul pianeta, sono così pesanti che i loro effetti sono destinati a perdurare nel tempo ed a influenzare il corso delle ere geologiche. A dimostrarlo è la straordinaria forza delle immagini del fotografo Edward Burtynsky che affonda il suo sguardo attento su simmetrie, griglie, figure circolari, linee geometriche pure per realizzare opere di grande formato in un crescendo di forme e colori.
Così le barriere frangiflutti che invadono il 60% delle coste cinesi, le psichedeliche miniere di potassio nei Monti Urali in Russia, la Grande Barriera Corallina australiana, al centro di una degradante devastazione, si affiancano al materiale filmico realizzato da Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier per innalzare un unanime grido di condanna. Inquadrature e tagli si fondono con l’effetto coinvolgente e crudo delle immagini al rallentatore, mentre l’osservatore viene affascinato “esattamente come avviene, per un ascoltatore, con la Quinta Sinfonia di Beethoven”, come spiega il curatore Urs Stahel.
Frutto della collaborazione quadriennale tra Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, Anthropocene arriva al MAST - Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia - di Bologna che lo accoglie, per la prima volta in Europa, dal 16 maggio al 22 settembre.
Il progetto - che ha debuttato in Canada a settembre 2018 con il film Anthropocene: The Human Epoch, proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, e con la mostra allestita in contemporanea all’Art Gallery of Ontario di Toronto e alla National Gallery of Canada di Ottawa - documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra, testimoniando gli effetti delle attività umane sui processi naturali.
Il progetto si basa sulla ricerca di un gruppo internazionale di scienziati che ha raccolto le prove del passaggio dall’attuale epoca geologica - l’Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa - all’Antropocene. L’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’agricoltura, l’eccesso di CO2 e l’acidificazione degli oceani dovuta al cambiamento climatico producono effetti destinati a perdurare e a influenzare il corso delle ere geologiche.
Alle 35 fotografie di Edward Burtynsky - che illustrano temi che spaziano dalle deforestazioni all’inquinamento - si affiancano in mostra, il cui ingresso è gratuito per tutti i visitatori, quattro grandi murales ad alta risoluzione che permettono agli spettatori di esaminare nel dettaglio la complessità delle incursioni umane sulla Terra.
I murales sono arricchiti da filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier - ai quali gli spettatori avranno accesso mediante la app gratuita AVARA (Apple App Store e Google Play) - e offriranno al pubblico un’esperienza immersiva. La mostra include anche videoinstallazioni di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, riflessioni sull’Antropocene dalle ciclopiche macchine costruite in Germania allo storico rogo in Kenya, nel 2016, delle zanne di avorio.
Leggi anche:
• Anthropocene
• La prodigiosa era dell'Uomo
• Fotografie dalla civiltà industriale
Così le barriere frangiflutti che invadono il 60% delle coste cinesi, le psichedeliche miniere di potassio nei Monti Urali in Russia, la Grande Barriera Corallina australiana, al centro di una degradante devastazione, si affiancano al materiale filmico realizzato da Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier per innalzare un unanime grido di condanna. Inquadrature e tagli si fondono con l’effetto coinvolgente e crudo delle immagini al rallentatore, mentre l’osservatore viene affascinato “esattamente come avviene, per un ascoltatore, con la Quinta Sinfonia di Beethoven”, come spiega il curatore Urs Stahel.
Frutto della collaborazione quadriennale tra Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, Anthropocene arriva al MAST - Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia - di Bologna che lo accoglie, per la prima volta in Europa, dal 16 maggio al 22 settembre.
Il progetto - che ha debuttato in Canada a settembre 2018 con il film Anthropocene: The Human Epoch, proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, e con la mostra allestita in contemporanea all’Art Gallery of Ontario di Toronto e alla National Gallery of Canada di Ottawa - documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra, testimoniando gli effetti delle attività umane sui processi naturali.
Il progetto si basa sulla ricerca di un gruppo internazionale di scienziati che ha raccolto le prove del passaggio dall’attuale epoca geologica - l’Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa - all’Antropocene. L’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’agricoltura, l’eccesso di CO2 e l’acidificazione degli oceani dovuta al cambiamento climatico producono effetti destinati a perdurare e a influenzare il corso delle ere geologiche.
Alle 35 fotografie di Edward Burtynsky - che illustrano temi che spaziano dalle deforestazioni all’inquinamento - si affiancano in mostra, il cui ingresso è gratuito per tutti i visitatori, quattro grandi murales ad alta risoluzione che permettono agli spettatori di esaminare nel dettaglio la complessità delle incursioni umane sulla Terra.
I murales sono arricchiti da filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier - ai quali gli spettatori avranno accesso mediante la app gratuita AVARA (Apple App Store e Google Play) - e offriranno al pubblico un’esperienza immersiva. La mostra include anche videoinstallazioni di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, riflessioni sull’Antropocene dalle ciclopiche macchine costruite in Germania allo storico rogo in Kenya, nel 2016, delle zanne di avorio.
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