Dal 23 maggio al Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro
Chagall e la Bibbia: una narrazione grafica nell'intimo universo del pittore russo
Marc Chagall, M 253 Job en prière, Chagall Verve 1960 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Samantha De Martin
13/05/2021
Catanzaro - Storia di uomini e di creature, vicenda di profeti e regine, di spose e di pastori, la Bibbia ha rappresentato per Chagall la trama e l’ordito di una poetica unica che è alla base delle scelte stilistiche del pittore di Vitebsk di origini ebraiche.
Una mostra dedicata al grande artista russo, al suo rapporto con l’ebraismo e alla sua personalissima maniera di rileggere, in chiave pittorica, il messaggio biblico, farà tappa, dal 23 maggio al 29 agosto, nella cornice della Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro.
Marc Chagall, M 131 Salomon, Chagall Verve 1956 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Attraverso le serie della Bibbia, a colori e in bianco e nero, e la storia dell’Esodo, la mostra penetra in quel “segreto” che l’artista ha voluto trasmettere, cercando di mettere in luce le motivazioni profonde delle sue scelte, il suo approccio al “Libro” che per Chagall è soprattutto una storia di uomini, una galleria di figure, una storia delle creature, più che della Creazione.
Da Salomone a David con l’arpa, da Mosè alla Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, la mostra - prodotta e organizzata dal Comune di Catanzaro con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele - accompagna il visitatore nell’universo di un artista nelle cui opere ritorna spesso il periodo dell'infanzia nello Shtetl, il villaggio ebraico. Un periodo felice nonostante le tristi condizioni degli ebrei russi sotto il dominio degli zar.
Marc Chagall M 237, Adam et Eve chassés du Paradis terrestre, Chagall Verve 1960 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Al ricco percorso espositivo, caratterizzato da 170 opere grafiche di Chagall, il curatore Domenico Piraina ha voluto aggiungere un ampio apparato didattico che, dai temi chagalliani e biblici, spazia all’ebraismo in Calabria e alle influenze dell’arte ebraica sulla cultura contemporanea, come dimostrano i lavori dei due artisti Max Marra e Antonio Pujia.
Se Marra, nella sua serie Il ghetto, condensa l’immane tragedia della Shoah, Antonio Pujia, con Pirgos, le ceramiche parlanti rende omaggio all’antica presenza della comunità ebraica nell’area grecanica calabrese. La sua installazione - caratterizzata da sette vasi in ceramica decorata con gli antichi e sacri simboli ebraici della Menorah, della Stella di David o dello Shofar - è stata appositamente creata per la Giudecca di Bova.
Ad arricchire la mostra, anche una ristampa anastatica del 2006 dell’unico, antico e raro incunabolo noto con il titolo Commentarius in Pentateuchum di Rashi, edito con caratteri ebraici mobili a Reggio Calabria il 18 febbraio1475 (l’originale è conservato presso la Biblioteca Palatina di Parma).
Marc Chagall M 126, Moïse, Chagall Verve 1956 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Strizzando l’occhio all’antica presenza di comunità ebraiche in Calabria, con l’obiettivo di far riscoprire un patrimonio culturale, materiale e immateriale, di grande importanza nella definizione dell’identità calabrese, la mostra diventa così il pretesto per gettare uno sguardo sui rapporti che hanno unito nei secoli la Calabria al popolo di Abramo.
Questa storia antichissima ha lasciato traccia, oltre che nel patrimonio orale, nell’archeologia e nella conformazione urbanistica di molte città della regione. Un passato, quello della Calabria Judaica, che continua a intrecciarsi costantemente con il presente, nel tentativo di tessere nuovamente i fili di una narrazione segnata da momenti di pacifica convivenza interreligiosa e periodi di soprusi e di violenze.
A restituire in mostra il sapore di antiche memorie sarà la musica colta e popolare di Francesca Prestìa che, attraverso tre brani, riattualizza le tradizioni musicali calabresi, promuovendo le conoscenze di antiche lingue come il grecanico, l’arbëreshe e l’occitano-guardiolo, ancora oggi vive in alcuni contesti della regione.
Marc Chagall M 134, David à la harpe, Chagall Verve 1956 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Leggi anche:
• Chagall. La Bibbia
• Nella mente di Chagall
Una mostra dedicata al grande artista russo, al suo rapporto con l’ebraismo e alla sua personalissima maniera di rileggere, in chiave pittorica, il messaggio biblico, farà tappa, dal 23 maggio al 29 agosto, nella cornice della Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro.
Marc Chagall, M 131 Salomon, Chagall Verve 1956 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Attraverso le serie della Bibbia, a colori e in bianco e nero, e la storia dell’Esodo, la mostra penetra in quel “segreto” che l’artista ha voluto trasmettere, cercando di mettere in luce le motivazioni profonde delle sue scelte, il suo approccio al “Libro” che per Chagall è soprattutto una storia di uomini, una galleria di figure, una storia delle creature, più che della Creazione.
Da Salomone a David con l’arpa, da Mosè alla Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, la mostra - prodotta e organizzata dal Comune di Catanzaro con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele - accompagna il visitatore nell’universo di un artista nelle cui opere ritorna spesso il periodo dell'infanzia nello Shtetl, il villaggio ebraico. Un periodo felice nonostante le tristi condizioni degli ebrei russi sotto il dominio degli zar.
Marc Chagall M 237, Adam et Eve chassés du Paradis terrestre, Chagall Verve 1960 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Al ricco percorso espositivo, caratterizzato da 170 opere grafiche di Chagall, il curatore Domenico Piraina ha voluto aggiungere un ampio apparato didattico che, dai temi chagalliani e biblici, spazia all’ebraismo in Calabria e alle influenze dell’arte ebraica sulla cultura contemporanea, come dimostrano i lavori dei due artisti Max Marra e Antonio Pujia.
Se Marra, nella sua serie Il ghetto, condensa l’immane tragedia della Shoah, Antonio Pujia, con Pirgos, le ceramiche parlanti rende omaggio all’antica presenza della comunità ebraica nell’area grecanica calabrese. La sua installazione - caratterizzata da sette vasi in ceramica decorata con gli antichi e sacri simboli ebraici della Menorah, della Stella di David o dello Shofar - è stata appositamente creata per la Giudecca di Bova.
Ad arricchire la mostra, anche una ristampa anastatica del 2006 dell’unico, antico e raro incunabolo noto con il titolo Commentarius in Pentateuchum di Rashi, edito con caratteri ebraici mobili a Reggio Calabria il 18 febbraio1475 (l’originale è conservato presso la Biblioteca Palatina di Parma).
Marc Chagall M 126, Moïse, Chagall Verve 1956 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
Strizzando l’occhio all’antica presenza di comunità ebraiche in Calabria, con l’obiettivo di far riscoprire un patrimonio culturale, materiale e immateriale, di grande importanza nella definizione dell’identità calabrese, la mostra diventa così il pretesto per gettare uno sguardo sui rapporti che hanno unito nei secoli la Calabria al popolo di Abramo.
Questa storia antichissima ha lasciato traccia, oltre che nel patrimonio orale, nell’archeologia e nella conformazione urbanistica di molte città della regione. Un passato, quello della Calabria Judaica, che continua a intrecciarsi costantemente con il presente, nel tentativo di tessere nuovamente i fili di una narrazione segnata da momenti di pacifica convivenza interreligiosa e periodi di soprusi e di violenze.
A restituire in mostra il sapore di antiche memorie sarà la musica colta e popolare di Francesca Prestìa che, attraverso tre brani, riattualizza le tradizioni musicali calabresi, promuovendo le conoscenze di antiche lingue come il grecanico, l’arbëreshe e l’occitano-guardiolo, ancora oggi vive in alcuni contesti della regione.
Marc Chagall M 134, David à la harpe, Chagall Verve 1956 Litografia, 26.3 x 36.4 cm © Chagall ®, by SIAE 2021 | Courtesy Arthemisia
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