Expo 2015: Sgarbi incassa un nuovo rifiuto
La Venere dice no all'Expo
Sandro Botticelli, Nascita di Venere, 1482-1485 circa, Tempera su tela, 172.5 ×278.5 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze
L.Sanfelice
04/11/2014
Firenze - “Il principio generale dell’Expo è portare i visitatori dalle opere e non le opere dai visitatori”, con questa dichiarazione il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, arresta gli entusiasmi di coloro che, durante il semestre dell’Expo, avrebbero voluto vedere esposta la Nascita di Venere di Sandro Botticelli alla Reggia di Venaria.
“Per andare da Milano a Firenze c’è mezz’ora in treno in più che tra Milano e Torino. È evidente che la Venere resta agli Uffizi” ha ribadito il ministro respingendo severamente ogni possibilità di spostare il capolavoro rinascimentale dalla Galleria fiorentina. Una doccia fredda sia per Vittorio Sgarbi, nominato ambasciatore della Cultura della Regione Lombardia per l’Expo, che aveva formalmente avanzato richiesta di prestito, sia per la Residenza Sabauda che secondo le prime proiezioni, ospitando il dipinto avrebbe potuto incassare circa 2 milioni e mezzo di euro.
Il no, se da una parte rappresenta un nuovo fallimento delle negoziazioni relative alla costruzione di una vetrina per il patrimonio artistico condotte da Sgarbi, che ha già dovuto accettare il gran rifiuto dei Bronzi di Riace, d’altro canto rinforza la posizione del Ministero nello sviluppo di strategie di promozione del turismo che tendano a tutelare l’integrità dei nostri tesori e non alimentino inutili sproporzioni territoriali orientate a Nord.
Consulta anche:
Expo 2015: Sgarbi corteggia la Venere di Botticelli
L'Ebe di Canova pronta per l'Expo
Il Padiglione Italia si mette in vetrina
Cinque opere d'arte per il Padiglione Italia
Tre prestiti dal Louvre per l'Expo di Milano
Una Gioconda di Botero per Expo 2015
“Per andare da Milano a Firenze c’è mezz’ora in treno in più che tra Milano e Torino. È evidente che la Venere resta agli Uffizi” ha ribadito il ministro respingendo severamente ogni possibilità di spostare il capolavoro rinascimentale dalla Galleria fiorentina. Una doccia fredda sia per Vittorio Sgarbi, nominato ambasciatore della Cultura della Regione Lombardia per l’Expo, che aveva formalmente avanzato richiesta di prestito, sia per la Residenza Sabauda che secondo le prime proiezioni, ospitando il dipinto avrebbe potuto incassare circa 2 milioni e mezzo di euro.
Il no, se da una parte rappresenta un nuovo fallimento delle negoziazioni relative alla costruzione di una vetrina per il patrimonio artistico condotte da Sgarbi, che ha già dovuto accettare il gran rifiuto dei Bronzi di Riace, d’altro canto rinforza la posizione del Ministero nello sviluppo di strategie di promozione del turismo che tendano a tutelare l’integrità dei nostri tesori e non alimentino inutili sproporzioni territoriali orientate a Nord.
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