Dal 2 giugno al 1° ottobre Firenze sarà un grande museo contemporaneo diffuso
Ytalia: energia, pensiero e bellezza in connessione
Gino De Dominicis, Calamita Cosmica. Courtesy of Opera Laboratori
Samantha De Martin
29/05/2017
Firenze - Un museo contemporaneo diffuso, allestito nel cuore di Firenze, corre dalla superba cornice del Forte di Belvedere al Museo del Novecento, tracciando un'imponente collettiva che racchiude un centinaio di opere dei maggiori artisti italiani del nostro tempo, posti in dialogo con maestri, ambienti e manufatti del passato.
La straordinaria mostra intitolata Ytalia, è un generoso omaggio al pantheon di artisti contemporanei, da Mario Merz a Giovanni Anselmo, da Luciano Fabro ad Alighiero Boetti, da Mimmo Paladino a Marco Bagnoli, da Giulio Paolini a Domenico Bianchi.
Un trionfo di energia e bellezza varca le porte dei più importanti edifici pubblici e museali della città - delle Gallerie degli Uffizi a Palazzo Vecchio, dal Giardino di Boboli al Museo Marino Marini - protagonisti di un dialogo tra i maggiori protagonisti del panorama artistico - dagli anni Sessanta a oggi - e gli ambienti, i maestri, i manufatti che hanno fatto dell'Italia una repubblica fondata sull'arte e sulla bellezza.
D'altra parte Cimabue lo aveva già capito. Era stato lui a sancire, tra il 1280 e 1290, che i confini nazionali fossero artistici ancor prima che politici e che l'identità nazionale fosse costituita da radici classiche e umanistiche, oltre che dalla bellezza pagana e da una cristiana spirituaità.
La mostra che dal 2 giugno al 1° ottobre sarà accolta a Firenze è dunque un suggestivo omaggio all'Ytalia di Cimabue, a quella parola tracciata dall'artista su una delle volte della Basilica superiore di Assisi per identificare una città, probabilmente Roma, vista dall'alto e stretta tra le mura. Un primissimo riconoscimento, da parte dell'artista, dell'esistenza di una civiltà italiana cui guardare con orgoglio.
Orgoglio che a Firenze emerge tra i musei, le cripte, i giardini, i chiostri e le gallerie che ospitano la mostra, dove materia, spirito, visibile e invisibile convivono in un tutto interconnesso.
Al Forte di Belvedere la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, uno scheletro di dimensioni monumentali, allineato idealmente con la Cupola di Santa Maria del Fiore, proietta ogni considerazione umana verso la sfera dell'immortalità, mentre a Palazzo Vecchio, la terra, i cactus e il piombo di Jannis Kounellis dialogano con il gruppo bronzeo di Donatello, Giuditta e Oloferne. Dormiente in oro di Mimmo Paladino sarà, invece, adagiato sullo specchio d'acqua della Fontana di Nettuno nel Giardino di Boboli, mentre Respiro, altra opera di Paladino, dialogherà con l'architettura di Leon Battista Alberti nella Cappella Rucellai.
In questo virtuoso puzzle artistico senza tempo, al visitatore spetta il compito di individuare le connessioni tra le opere, i contesti e le storie, assaporando anche le relazioni dialettiche, i valori condivisi, ma anche le differenze tra i maggiori attori, antichi e contemporanei, di quel brillante mosaico di energia, pensiero e bellezza, chiamato Ytalia.
Leggi anche:
• Ytalia. Energia, pensiero e bellezza. Tutto è connesso
• Alighiero Boetti: Minimum-Maximum
La straordinaria mostra intitolata Ytalia, è un generoso omaggio al pantheon di artisti contemporanei, da Mario Merz a Giovanni Anselmo, da Luciano Fabro ad Alighiero Boetti, da Mimmo Paladino a Marco Bagnoli, da Giulio Paolini a Domenico Bianchi.
Un trionfo di energia e bellezza varca le porte dei più importanti edifici pubblici e museali della città - delle Gallerie degli Uffizi a Palazzo Vecchio, dal Giardino di Boboli al Museo Marino Marini - protagonisti di un dialogo tra i maggiori protagonisti del panorama artistico - dagli anni Sessanta a oggi - e gli ambienti, i maestri, i manufatti che hanno fatto dell'Italia una repubblica fondata sull'arte e sulla bellezza.
D'altra parte Cimabue lo aveva già capito. Era stato lui a sancire, tra il 1280 e 1290, che i confini nazionali fossero artistici ancor prima che politici e che l'identità nazionale fosse costituita da radici classiche e umanistiche, oltre che dalla bellezza pagana e da una cristiana spirituaità.
La mostra che dal 2 giugno al 1° ottobre sarà accolta a Firenze è dunque un suggestivo omaggio all'Ytalia di Cimabue, a quella parola tracciata dall'artista su una delle volte della Basilica superiore di Assisi per identificare una città, probabilmente Roma, vista dall'alto e stretta tra le mura. Un primissimo riconoscimento, da parte dell'artista, dell'esistenza di una civiltà italiana cui guardare con orgoglio.
Orgoglio che a Firenze emerge tra i musei, le cripte, i giardini, i chiostri e le gallerie che ospitano la mostra, dove materia, spirito, visibile e invisibile convivono in un tutto interconnesso.
Al Forte di Belvedere la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, uno scheletro di dimensioni monumentali, allineato idealmente con la Cupola di Santa Maria del Fiore, proietta ogni considerazione umana verso la sfera dell'immortalità, mentre a Palazzo Vecchio, la terra, i cactus e il piombo di Jannis Kounellis dialogano con il gruppo bronzeo di Donatello, Giuditta e Oloferne. Dormiente in oro di Mimmo Paladino sarà, invece, adagiato sullo specchio d'acqua della Fontana di Nettuno nel Giardino di Boboli, mentre Respiro, altra opera di Paladino, dialogherà con l'architettura di Leon Battista Alberti nella Cappella Rucellai.
In questo virtuoso puzzle artistico senza tempo, al visitatore spetta il compito di individuare le connessioni tra le opere, i contesti e le storie, assaporando anche le relazioni dialettiche, i valori condivisi, ma anche le differenze tra i maggiori attori, antichi e contemporanei, di quel brillante mosaico di energia, pensiero e bellezza, chiamato Ytalia.
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