A RIVOLI UNA VERSAILLES ITALIANA
Castello di Rivoli
30/03/2001
A 30 km. da Torino, a Rivoli appunto, un vecchio castello sovrasta la collina e si affaccia verso la Val di Susa e la Francia; ottima posizione difensiva fino alla metà del 1200, quando è passato in mano ai duchi di Savoia che di generazione in generazione hanno tentato la trasformazione del castello in dimora signorile. Nel 1713 il nuovo Re di Sardegna, Vittorio Amedeo II, chiama a corte il grande architetto messinese Filippo Juvarra per affidargli la ristrutturazione del castello con l’intento però di trasformarlo in residenza reale che ne rappresenti la grandezza in Italia e fuori. Il progetto di Juvarra è maestoso anche nei dettagli, come è evidente dai disegni e da un modello ligneo trovato per caso nelle sale del castello e oggi custodito al Museo Civico di Torino, anche se l’opera compiuta non è neanche la metà e la reggia rimane un cantiere: a corte mancano i soldi e l’architetto parte per Madrid. Negli anni successivi si susseguono altri lavori e architetti ma gli eventi storici non si presentano affatto favorevoli all’evolversi dell’edificio: i Savoia hanno preferito occuparsi di altro fino al 1883 quando l’hanno venduto al Comune di Rivoli per centomila lire; di qui, prestato per lungo tempo ai militari, bombardato durante l’ultimo conflitto mondiale, depredato di ogni bene mobile, il castello è stato lasciato ad un totale abbandono e quindi usato indistintamente, fin dai primi del ‘900, come casa da gioco privata, sede di manifestazioni temporanee e abitazione per i senza tetto, trasformato e deteriorato ulteriormente nella struttura. Il programma “Italia ‘61” della Soprintendenza ai Monumenti ha posto nuovamente l’attenzione sul castello e le altre residenze sabaude; nuovi lavori di ristrutturazione sono cominciati nel 1978 sotto la direzione dell’architetto Andrea Bruno e volti alla organizzazione funzionale del complesso come Museo di Arte Contemporanea. Il restauro di Bruno ha cercato di riportare alla luce, attraverso gli elementi costruiti, il disegno juvarriano. Il cantiere incompiuto settecentesco si fonde con l’acciaio e il vetro, nuovi elementi per il nuovo progetto; le antiche stanze affrescate ospitano le installazioni dei protagonisti dell’arte degli anni ’60 e ’70 aprendo un dialogo vivace e costruttivo. Nomi italiani e stranieri insieme firmano le opere che sono state acquisite fin dalla prima mostra del 1985; altri fanno parte delle esposizioni temporanee che animano il Museo insieme a molte altre attività quali spettacoli, conferenze e laboratori, che contribuiscono a rendere il castello di Rivoli un importante complesso museografico nel panorama internazionale. Il Museo nasce nel 1984 sotto la direzione di Rudi Fuchs, seguito nel 1991 da Ida Gianelli, e in Italia rappresenta il primo esempio di collaborazione tra pubblico e privato. Un museo all’avanguardia per l’audacia delle sue proposte e le novità dei suoi mezzi, inserito in un fantastico complesso che forse solo oggi può finalmente proporsi come la “Versailles italiana”.
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