Calcata: il paese degli artisti
Calcata5
20/06/2001
“I primi dieci anni della mia vita li ho vissuti nel Medioevo. Finché non è stato costruito il ponte che ha collegato la valle ai paesi circostanti. Calcata era isolata dal resto del mondo e i bambini nascevano in casa con l’assistenza delle donne del paese”
A raccontare questa storia è una calcatese doc, nata e vissuta sempre nel piccolo borgo di Calcata vecchia e oggi fondatrice della cooperativa “Arcobaleno”, che organizza visite ed escursioni nel borgo.
Al contrario di quello che da molte parti si legge, la città non è stata mai del tutto abbandonata. Il suo fascino non ha lasciato indifferenti i tanti artisti che ora la abitano, le cui botteghe si susseguono tra i vicoli. Molti di questi artisti sono stranieri: belgi, olandesi, americani ai quali si sono aggiunti gli hippies che abitano ancora le grotte scavate nel tufo della rocca su cui si erge il paese.
Hanno acquistato, spesso a prezzi stracciati, le case della città vecchia che i calcatesi erano stati costretti ad abbandonare dal podestà di epoca fascista. Questi aveva fatto iscrivere Calcata nel novero dei centri da risanare in virtù di una legge per i paesi terremotati del Sud. Solo negli anni Novanta un decreto ha salvato il paese dall’abbattimento coatto.
Non si tratta solo di pittori e scultori, ma anche di virtuosi delle tecnologie digitali, tanto che qui ha sede un centro di arte telematica. Calcata è anche all’avanguardia nell’utilizzo della rete a fini turistici, con un portale curato e ricco di immagini e curiosità sul microcosmo decisamente “alternativo” che è il paese.
Oggi la città è meta di un turismo domenicale in continua crescita, e non è raro trovare gruppi di visitatori nordeuropei gironzolare per le botteghe, spesso gestite da loro connazionali che sono giunti negli anni Sessanta.
Alcune di queste meritano davvero una visita, a cominciare dal bel negozio d’antiquariato che si trova sulla piazza della chiesa con mobili e suppellettili indiane. Tra le più caratteristiche anche “Arsenico e vecchi merletti”, che manco a dirlo vende vestiti e tessuti, a pochi passi il piccolo forno con i dolcetti esposti in magnifiche ceste e il negozio di marionette realizzate a mano dalla signora Marejcke.
Anche la vita culturale a Calcata è fervente, promossa dalle tante associazioni che hanno sede in città tra le quali promotrice di molte iniziative è il Circolo Vegetariano di piazza Roma.
Da non perdere è la visita al “Granarone”, vecchio granaio medievale restaurato dove si organizzano concerti, dibattiti, conferenze e anche corsi di pittura e scultura. Tra le tante storie che fanno di questo piccolo centro un luogo fuori dal comune c’è quella dell’archeologo inglese Timothy Potter.
Studioso delle civiltà italiche, egli arrivò a Calcata all’inizio degli anni Sessanta per scavare un sito falisco (i Falisci erano una delle popolazioni preromaniche del Lazio) vicino Narce e decise di assoldare per gli scavi gli abitanti del posto, profondi conoscitori della zona, che poi si sono appassionati all’attività che viene tuttora continuata.
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