In mostra una novantina di opere tra disegni e incisioni
Castiglione: Lost Genius
										
										 
										
										
																		
																									Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2013
															
							L.Sanfelice
04/11/2013
							 Con l’esibizione di novanta lavori di vario formato, la Queen’s Gallery di Buckingham Palace, apre i suoi locali all’arte di Giovanni Benedetto Castiglione (1609-64), grande maestro della scuola genovese. 
Per celebrarne il genio dimenticato e ricollocarne la figura tra i massimi esponenti del Barocco, i curatori della mostra, Timothy J. Standring e Martin Clayton, hanno ricostruito la sua turbolenta esistenza, selezionando i pezzi più pregiati del corpus di opere sopravvissute con un occhio di riguardo per i disegni e le incisioni, campi in cui il Castiglione si distinse come ardito sperimentatore di processi e motivi che, come documenta l’esposizione, lo condussero all’invenzione della tecnica del monotipo.
Alla morte dell’artista, noto anche come il Grechetto, l’imponente fondo di grafica da lui prodotto venne disperso sul mercato, in particolare a Venezia. Il console britannico della Serenissima e raffinato collezionista, Joseph Smith, nel tempo mise insieme quello che oggi si configura come il più importante nucleo esistente di opere su carta firmate dal pittore. Il patrimonio divenne parte della Royal Collection nel 1762, quando Re Giorgio III l’acquistò per intero.
						
						
					Per celebrarne il genio dimenticato e ricollocarne la figura tra i massimi esponenti del Barocco, i curatori della mostra, Timothy J. Standring e Martin Clayton, hanno ricostruito la sua turbolenta esistenza, selezionando i pezzi più pregiati del corpus di opere sopravvissute con un occhio di riguardo per i disegni e le incisioni, campi in cui il Castiglione si distinse come ardito sperimentatore di processi e motivi che, come documenta l’esposizione, lo condussero all’invenzione della tecnica del monotipo.
Alla morte dell’artista, noto anche come il Grechetto, l’imponente fondo di grafica da lui prodotto venne disperso sul mercato, in particolare a Venezia. Il console britannico della Serenissima e raffinato collezionista, Joseph Smith, nel tempo mise insieme quello che oggi si configura come il più importante nucleo esistente di opere su carta firmate dal pittore. Il patrimonio divenne parte della Royal Collection nel 1762, quando Re Giorgio III l’acquistò per intero.
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