Coloane, l'ultimo grande esploratore
Coloane
16/07/2003
"Iniziai a camminare nel parco, poi per le strade deserte, e all'improvviso mi accorsi che l'eco dei miei passi si moltiplicava. Non ero solo. Non sarei stato solo mai più. Coloane mi aveva passato i suoi fantasmi, i suoi personaggi, gli indio e gli emigranti di tutte le latitudini che abitano la Patagonia e la Terra del Fuoco, i suoi marinai e i suoi vagabondi del mare. Adesso sono tutti con me e mi permettono di dire a voce alta che vivere è un magnifico esercizio."
Queste le parole che lo scrittore Sepulveda usa nel suo Patagonia Express per l'opera di Francisco (Paco) Coloane. Meglio di così, forse, non è possibile descrivere l'impressione avuta dagli scritti dell'oggi novantenne Coloane.
Protagonisti dei suoi libri sono le bande di avventurieri disperati, i cercatori d'oro religiosi e spietati, i marinai coraggiosi: il popolo che vive nelle aspre terra del mondo alla fine del mondo.
Terra del fuoco, una raccolta di racconti scritti nel 1956, è uno dei libri più conosciuti di Coloane. Ancora una volta la natura selvaggia, il vento che sferza in campi desolati, il mare in burrasca, sono i veri protagonisti dei racconti.
Il primo di questi, il racconto che dà il titolo al libro "Terra del fuoco", è la storia di tre sbandati, che sfuggono all'ira di Julius Popper, un ingegnere rumeno che verso la fine dell'Ottocento si impadronì di gran parte delle miniere d'oro sulla costa dello Stretto di Magellano. Il comune pericolo non spinge i tre sbandati alla cooperazione: sono uomini soli e induriti dalla vita, fra i quali esiste un codice etico crudele. I tre avventurieri non conoscono la lealtà e l'amicizia: il mito dell'oro e della ricchezza facile offusca le loro menti.
Tutti i nove racconti di "Terra del fuoco", fra navi baleniere e morti in mare, coloni, avventurieri e cercatori d'oro, ripropongono il tema del viaggio, del viandante e della una strenua lotta per la sopravvivenza degli esseri umani contro la natura. Una natura, quella di Patagonia, che sa essere ostile e spietata ma allo stesso tempo grandiosa e sublime.
Negli scritti di Coloane la Terra del fuoco e la Patagonia divengono luoghi magici e misteriosi, dove i personaggi si muovono al confine fra la realtà e la leggenda. Coloane è in grado di affascinare i lettori, alla maniera di Jack London o di Melville, ma non per i suoi libri.
È la vita stessa di quest'uomo, ormai novantenne, che ha fornito gli spunti e le atmosfere per i suoi straordinari racconti. Coloane fu infatti pastore e caposquadra nelle haciendas della Terra del Fuoco, partecipò alle ricerche petrolifere nello Stretto di Magellano, fu cacciatore di foche e marinaio a bordo di una baleniera. Solo negli anni Quaranta ebbe inizio la sua attività di scrittore e da allora riprodusse nei libri il suo amore per quella terra solitaria e crudele, capace di una fascinazione senza fine, di un senso di libertà illimitato. E, nonostante la fama, Francisco Coloane, cileno di Chiloè, amico di Chatwin e Neruda, "maestro di Sepulveda", non riununcia alla sua voglia di avventura: ancora oggi, nonostante viva gran parte della sua vita in Francia, paese che lo accolse durante la dittatura cilena e che lo ha insignito del titolo di Cavaliere delle Lettere e delle Arti, il suo mestiere è viaggiare.
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