Tre mostre per riscoprire il fascino della pubblicità italiana

Da Rovereto a Parma, va in scena l’arte della pubblicità

Plinio Codognato, Spumanti Cinzano, 1930 | Courtesy of Galleri L'IMAGE, Alassio (SV)
 

Francesca Grego

18/07/2017

Ironica o ammaliatrice, amata e osteggiata come ogni fenomeno epocale che si rispetti, la pubblicità disegna gli scenari della quotidianità occidentale da più di un secolo. Contaminazioni artistiche, eccezionali talenti creativi, slogan entrati nell’immaginario collettivo ne hanno scandito il cammino.
Dai cartelloni della Belle Époque al grande schermo, la discussa signora ne ha di storie da raccontare.
 
Ecco tre mostre per scoprirne il fascino da punti di vista differenti, dal profilo di un grande pubblicitario all’epoca d’oro del manifesto.
 
Tutti gli “Ismi” di Armando Testa. Dal 22 luglio al 15 ottobre al MART di Rovereto

Nel centenario della sua nascita, zoom sul più celebre pubblicitario italiano del Novecento. All’attitudine sperimentale e all’ispirazione delle avanguardie artistiche, Testa seppe unire una geniale capacità di interpretare il proprio tempo, condendo il tutto con visionaria ironia.

Sculture, manifesti, spot televisivi, quadri, bozzetti e installazioni, per un totale di circa 150 opere, tratteggiano il ritratto di un artista a tutto tondo, soffermandosi sul suo rapporto con la grande arte del secolo e sull’originalissimo mix di linguaggi che ne risultò, ma anche sulla trascinante abilità di coinvolgere e divertire il pubblico, dal gusto per i giochi di parole a personaggi come Carmencita e Caballero, protagonisti della memorabile saga del caffè Lavazza.
Video, interviste, gustosi aneddoti e immagini di repertorio trasportano il visitatore nel vivo del lavoro di Testa, per rivivere una pagina accattivante della cultura italiana.
 
 
Pubblicità! La nascita della comunicazione moderna 1890-1957. Dal 9 settembre al 10 dicembre alla Fondazione Magnani-Rocca, Parma
 
Dalla fine dell’Ottocento all’era di Carosello, un viaggio nella storia della pubblicità.
Dopo la grande mostra dedicata a un pioniere come Fortunato Depero, la Fondazione Magnani Rocca allarga il campo.
Da settembre alla Villa dei Capolavori oltre 200 opere raccontano l’evoluzione dell’arte della persuasione.

Dai primi slogan semplici e diretti al ruolo dell’illustrazione, fino all’avvento della radio e della televisione, un itinerario in quattro sezioni tra i grandi marchi del made in Italy (Campari, Motta, Pirelli, Barilla), i temi più popolari e le innovazioni di maestri come Cappiello, Dudovich, Mauzan, Codognato, Carboni, Nizzoli, Testa.

Grafiche, targhe di latta, packaging, gingle e parole, per un vasto affresco in movimento dove l’inventiva degli autori procede di pari passo con le trasformazioni della società.
 
 
La Belle Époque. Illustri persuasioni. Capolavori pubblicitari dalla Collezione Salce. Fino al 24 settembre al Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso
 
Dalla straordinaria collezione di Nando Salce (1877-1962), una full immersion nell’immaginario della Belle Époque.
A fare da testimoni, i leggendari manifesti che a partire da Parigi cambiarono in pochi anni il volto delle città europee.
Dalle pattinatrici di Jules Chéret alle volute liberty di Alfons Mucha, un intrigante itinerario tra i successi della grafica pubblicitaria, alla scoperta delle tendenze più alla moda tra Ottocento e Novecento.
Mentre lo stile prezioso e floreale dell’Art Nouveau conquista il pubblico francese, infatti, i maestri italiani guardano all’eredità classica e in area germanica si fa strada il gusto austero e ricercato della Secessione Viennese.

Nel luccichio della moda e dei cafè chantant, nasce una nuova era: quella della bicicletta e dell’automobile, delle Esposizioni Universali e dello champagne.
A Treviso un adolescente si innamora della morbida bellezza disegnata da Giovanni Maria Mataloni per propagandare l’illuminazione a gas Auer: è l’inizio della Collezione Nando Salce, la più importante raccolta italiana dedicata alle origini della pubblicità.
 
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