Helvia Ricina: le origini di Macerata

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24/03/2002

I primi ritrovamenti di reperti attribuibili al sito di Helvia Ricina fanno risalire l’esistenza della città al III secolo a.C.. La fondazione vera e propria della colonia romana, datata 220 d.C., viene attribuita da Settimio Severo ai soldati veterani della battaglia in Mesopotamia. Il territorio interessato è quello sulla riva sinistra del fiume Potenza, in un punto strategico di incontro di strade importanti che collegavano Urbs Salvia con Pausula, Ricina con Ancona ed altri luoghi di commercio. Come ogni popolazione picena, la tribù originaria dell’area apparteneva al ceppo dei Velini. Sotto il controllo dell’imperatore romano Tiberio, il centro fu arricchito dalla costruzione di diverse opere pubbliche a cominciare dall’acquedotto e dal restauro dei bagni pubblici. L’importanza della città accrebbe nel corso del tempo tanto da essere annoverata già da Plinio il Vecchio come uno tra i centri più importanti del Piceno. Per volere dell’imperatore Traiano venne edificato il teatro, i cui resti sono ancora visibili al pubblico. Si trattava del teatro più importante per dimensioni di tutto il Piceno: si stima che la capienza fosse di circa 2.000 spettatori e che la pavimentazione fosse realizzata in prezioso mosaico. L’emiciclo conteneva due livelli di gradinate; i corridoi che introducevano gli spettatori all’interno del teatro erano ben sette e numerose erano anche le scale che collegavano i due ordini di gradinate. La costruzione dell’arena venne effettuata in pianura, differentemente da quella di Urbs Salvia edificata a ridosso della collina come voleva la tradizione greca. Nell’antica città romana di Helvia Ricina sorgevano alcuni templi, uno dei quali dedicato al protettore dei mercanti Mercurio. A testimonianza della fiorente attività commerciale nel secolo scorso fu rintracciata una strada romana ai fianchi della quale sono stati scoperti alcuni negozi che si affacciavano su di essa. Con la caduta dell’Impero romano la città venne sconvolta dalle invasioni barbariche dei Visigoti: le conseguenze furono di forte impatto sulla popolazione che diminuì in breve tempo, mentre le campagne venivano via via abbandonate. Rimasero in piedi solamente alcune mura e alcuni ripari fortificati usati dai viandanti: l’area venne indicata semplicemente come il passo de Macerata. L’allontanamento dei cittadini provocò un’inurbamento delle vicine colline e la nascita di nuovi castra che sono all’origine delle attuali città. Ad oggi rimangono poche tracce della colonia di Ricina, oltre ai ruderi del teatro romano e ad alcuni monumenti funerari rintracciati sulle sponde e sul letto del fiume Potenza, che ci permettono di ricostruire una parte della storia maceratese. Nel luogo dove si ritiene fosse insediata Helvia Ricina, oggi troviamo la frazione della città di Macerata di Villa Potenza.

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