I Signori di Rimini
Malatesta
14/03/2001
I Malatesta occupano un posto di primo piano nello scenario delle Signorie creatosi in Italia dopo l’età dei comuni.
Le prime testimonianze sulla celebre famiglia risalgono all’XI secolo, quando essa compare come ceppo gentilizio con un largo potere basato sulla proprietà agraria e sul possesso di giurisdizioni feudali su centri minori.
Nel 1216 i Malatesta, capi di fazione Guelfa, giurano la cittadinanza riminese a particolari condizioni di privilegio. Il Comune spera così di limitare l’influenza della potente casata. Tale speranza resta una chimera, dato che nel 1295, sconfitta la fazione Ghibellina, i Malatesta diventano i Signori di Rimini rimanendolo fino ad inizio del XVI secolo, estendendo il loro dominio in tutta la Romagna orientale e alle Marche nord-occidentali e del Montefeltro.
L’intero secolo XIII vede come protagonista la figura di Malatesta da Verrucchio (1212-1312) noto, per la sua lunga vita, come il “Centenario”, ricco proprietario terriero, podestà della Rimini comunale, abile nella politica incentrata su dei matrimoni che accrescono il potere della famiglia. Nel 1334 Malatesta III e suo fratello Galeotto ottengono dal Consiglio dei Sapienti di Rimini il pieno dominio sulla città, con l’inevitabile conseguenza dell’abrogazione di ogni legge che possa limitare l’ascesa della casata. E’ un periodo difficile per l’economia di queste terre devastate da compagni di ventura, dalla peste nera del 1348 e dalla conseguente carestia; ma allo stesso tempo caratterizzato da incessanti lotte con le Signorie confinanti e l’alleanza col Papa, avvenimenti che portano ad allargare i confini dei possedimenti dei Signori di Rimini.
Nel 1385 a Galeotto succedono i quattro figli: Carlo a cui va Rimini, Pandolfo III diviene governatore di Fano, Andrea e Galeotto Belfiore si dividono il resto dei territori romagnoli e del Montefeltro. Carlo sposa Elisabetta Gonzaga, e, privo di eredi maschi, riesce ad ottenere dal Pontefice la legittimazione dei figli del fratello Pandolfo III: tra questi spicca il nome di Sigismondo Pandolfo. Quest’ultimo, salito al potere grazie alla scelta di rigorosa vita ascetica fatta dal fratello maggiore Galeotto Roberto, sarà il personaggio cardine di tutta la famiglia nel corso del Quattrocento.
A Sigismondo succedono il figlio Roberto I il Magnifico e successivamente Pandolfo IV. A questi si sostituirà ad inizio ‘500 Cesare Borgia detto il Valentino, nipote di papa Alessandro VI, la cui avventura cesserà con il passaggio delle terre un tempo malatestiane alla Serenissima di Venezia che nel 1509 le consegnerà alla Santa Sede.
Con quest’avvenimento si chiuderà ogni possibilità di riuscita per il grande progetto volto a creare uno stato indipendente nei territori malatestiani, ideale che cinquant’anni prima del Valentino era stato anticipato dal Signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta, oggi protagonista della mostra nel centro adriatico.
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