Il cavaliere Malatesta

Malatesta
 

14/03/2001

Sigismondo Pandolfo Malatesta nasce nel 1417 e sarà signore di Rimini dal 1432 al 1468, anno della sua morte. Figlio di Pandolfo III, deceduto il padre, viene affidato allo zio Carlo I e quindi alla vedova Elisabetta Gonzaga. Condottiero di fama, sarà al servizio del Papa, del regno di Napoli, di Milano, di Venezia, Firenze e Siena, da cui riceverà alti profitti in denaro. Alla fine della sua vita combatterà anche in Morea contro i Turchi. Nell’ideale rinascimentale, però, il cavaliere deve accostare alle imprese militari quelle culturali: è questa la stagione che “vede nascere, compiersi e svanire le ambizioni umanistiche di una dinastia contraddittoria e bellicosa, fiera e fatalmente sventurata” come precisa Roberta Bartoli, tra i curatori della mostra. Non si può dimenticare che proprio con Sigismondo al potere confluiscono a Rimini umanisti come Roberto Valturio, abbreviatore apostolico e autore del "De re militari", ma soprattutto Leon Battista Alberti e Piero della Francesca che oltre ad essere grandi artisti sono tra i principali artefici della riscoperta matematica della prospettiva con opere quali i “Ludi matematici” del primo o il “De prospectiva pingendi” del secondo. E’ grazie alla presenza di queste figure che Rimini diviene uno dei primissimi centri culturali, da cui parte un dibattito che si estenderà in altre signorie come quella dei Montefeltro e dei Della Rovere ad Urbino. Sigismondo è abile anche nel consolidare il potere attraverso le alleanze matrimoniali con esponenti delle famiglie vicine: nel 1435 sposa Ginevra d’Este, figlia del Signore di Ferrara, Niccolò III; nel 1442 impalma Polissena, figlia di Francesco Sforza, Signore di Milano; infine si lega ad Isotta degli Atti a cui viene dedicata una fastosa cappella all’interno del Tempio Malatestiano. Le sue alleanze però si rompono una dopo l’altra fino a giungere a quel 1461, anno fatidico per le vicende malatestiane. E’ infatti questo l’anno in cui Sigismondo subisce la scomunica di Pio II Piccolomini, atto che causa un forte spiegamento di forze contro la Signoria e che riduce il dominio dei Malatesta alla sola città di Rimini, stretta tra il papato sempre più potente e Venezia all’apogeo.