Il giovane Canaletto in mostra a Venezia
Canaletto
25/02/2004
L’inaugurazione della mostra “Canaletto Prima Maniera” era stata prevista per il 10 febbraio, in coincidenza non casuale con quella del Museo Correr: “Bernardo Bellotto 1722-1780” (della quale ci siamo occupati di recente). Ritardi nel trasferimento delle opere a Venezia hanno fatto purtroppo slittare l’apertura dell’evento espositivo al 18 marzo.
Organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini, la mostra approfondisce il discorso storico-critico sul vedutismo veneziano, a partire dal 1960 circa orientato soprattutto verso lo studio dei disegni dei maggiori rappresentanti del genere (Canaletto e Francesco Guardi). La ricerca dell’ultimo trentennio, portata avanti dalla meritevole Fondazione (anche grazie ad esposizioni di successo), ha permesso di chiarire il modo di operare dei due maestri, molto abili nell’uso della camera ottica e capaci però, in studio, di modificare e qualche volta stravolgere le vedute “esatte” della città con essa ottenute. Ha evidenziato inoltre la profonda diversità tra i due personaggi, il primo ritrattista solare della città, solo a tratti malinconico, il secondo decisamente più tormentato e invischiato nella temperie romantica di fine Settecento.
Trascurando la produzione matura di Canaletto, l’esposizione attuale propone i dipinti e i disegni databili al 1719-20 – alcuni per la prima volta esposti ed attribuiti – e illustra l’evoluzione della sua arte fino alle vedute di Venezia del 1730, provenienti dal Museum of Fine Arts di Houston (Texas). L’intento dei curatori è stato cioè quello di documentare il progressivo passaggio da una maniera scenografica e drammatica, figlia del gusto per lo stravagante e il notturno, proprio di correnti minoritarie della tradizione paesaggistica seicentesca, fino al raggiungimento di una concezione nuova, razionale della veduta, sintonica con gli avanzamenti del pensiero newtoniano e scientista. Il percorso espositivo (cinquanta dipinti e circa trenta disegni, giunti da prestigiose collezioni pubbliche e private, europee e americane) fissa così l’abbandono da parte del giovane artista della maniera “vaga e leggera”, “pittoresca e negligentata” (così amavano definirla i collezionisti veneziani di metà Settecento) e l’approdo alle certezze prospettiche e luministiche che tanto entusiasmarono i compratori britannici.
Due eccezionali dipinti del Museo delle Belle Arti di Budapest, il Campidoglio con Santa Maria d’Aracoeli e il Tempio di Antonino e Faustina, per la prima volta riconosciuti come opere certe di Canaletto, e datati al soggiorno romano del 1719-20, aprono la mostra. Ad essi si uniscono tredici disegni di vedute romane, provenienti dal British Museum di Londra e dallo Hessisches Landesmuseum di Darmstadt, e alcuni dipinti – vedute di fantasia e capricci con motivi romani e veneziani – creati subito dopo, al ritorno in patria, seguendo gli spunti grafici del taccuino di viaggio.
Un nucleo di capricci, tra cui un bellissimo Notturno di collezione privata svizzera, testimonia la vicinanza del gusto a certe soluzioni di Viviano Codazzi e di Marco Ricci e la genialità del temperamento artistico, fantasioso ed impulsivo, del giovane.
Le prime vedute di Venezia sorprendono: ambigue composizioni di luci e di ombre, architetture appena abbozzate disseminate sulla tela con grande libertà topografica, grandi figure sul primo piano. Il celebre pittore Antonio Pellegrini, artista all’avanguardia nel genere della decorazione di interni, ne possedeva quattro (ora disperse tra il Nord Europa e gli Stati Uniti), tutte esposte in mostra.
Nelle opere degli anni 1723-24 l’artista sperimenta prospettive spettacolari insieme ad una pennellata più libera e a passaggi luministici di grande fascino. Il laboratorio del tagliapietra, prestigioso prestito della National Gallery, recentemente datato al 1725, riunisce i migliori caratteri del linguaggio del primo Canaletto. L’artista immerge la scena in una calda luce agostana e presenta sul primo piano il modesto fabbricato dell’artigiano, collocando gli edifici religiosi, dai muri scrostati e stinti, al di là del corso d’acqua. Un’animazione febbrile caratterizza lo scorcio di paesaggio urbano.
Con i dipinti su rame (1727 circa) l’artista entra nel mondo del collezionismo anglosassone, da cui verrà adottato a cominciare dal decennio successivo. Una serie di disegni provenienti dalla Royal Library di Windsor Castle racchiudono le idee dell’artista per i primi dipinti eseguiti, tra il 1723 e il 1725, per Joseph Smith, suo principale protettore” e intermediario.
I due dipinti realizzati per Hugh Howard (Ingresso al Canal Grande con la Salute e Il Ponte di Rialto da Nord), documentati nell’agosto del 1730 in Inghilterra chiudono l’esposizione, rappresentando la maniera grandiosa e solare del vedutismo canalettiano al momento della consacrazione internazionale.
Canaletto Prima Maniera
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
18 marzo-10 giugno 2001
Orario 10-18, tutti i giorni
Biglietto d’ingresso: intero £ 12000, ridotto £. 9000.
L’isola è raggiungibile da Ferrovia, Piazzale Roma, Tronchetto, San Zaccaria con la linea A.c.t.v. 82 (direzione Giudecca).
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