Tra gli artisti anche la moglie di Marinetti

Il Guggenheim ricostruisce l'universo futurista

Giacomo Balla, Velocita? astratta + rumore, 1913-14, photo courtesy Solomon R.Guggenheim Foundation, New York
 

E.B.

17/02/2014

Il 21 febbraio 2014 il Solomon Guggenheim Museum porterà nella Grande Mela la più grande retrospettiva sul Futurismo italiano mai presentata negli Stati Uniti.

"Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe", a cura di Viviane Greene, sarà visibile fino all'inizio di settembre, e integrerà le discipline più diverse per offrire una panoramica completa del movimento e dei suoi trentacinque anni di evoluzione. 

Il suo carattere variegato e multiforme si propone di approfondire il percorso storico del Futurismo sin dagli albori, con il manifesto redatto da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909, fino ad arrivare alla sua scomparsa, avvenuta intorno alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Con oltre 300 opere realizzate tra il 1909 e il 1944, l'esposizione cronologica include non solo dipinti e sculture, ma anche ceramiche, fotografie, libri, film e testimonianze provenienti dal mondo dell'architettura, del design, della moda, della pubblicità, della poesia e del teatro.

Accanto ai lavori di Boccioni, Severini, Bragaglia, Depero, Russolo e molti altri, farà la sua apparizione anche "Sintesi delle Comunicazioni", un'opera site-specific proveniente direttamente dal Palazzo delle Poste di Palermo. Le grandi tempere ad encausto che la compongono sono un'opera di Benedetta Cappa, aeropittrice, moglie di Marinetti e allieva di Giacomo Balla.