Gli appuntamenti del mese sul grande schermo
L’Agenda dell’Arte – Al cinema
Lampadario centrale di sala e soffitto del Cinema Teatro Dante a Sansepolcro (Arezzo), di proprietà dell' Accademia dei Risorti, progettato dagli architetti Francesco Leoni e Salvatore Guidi, inaugurato il 1º settembre 1836 | Foto: Ajmad217 (Own work), via Wikimedia Creative Commons
Francesca Grego
19/04/2018
• Cézanne. Ritratti di una vita. Al cinema l’8 e il 9 maggio
Come sarebbe stata l’arte moderna senza Cézanne? Difficile immaginarlo. Al colui che Picasso e Matisse definirono “il padre di noi tutti” è dedicato l’ultimo appuntamento di La Grande Arte al Cinema, la rassegna targata Nexo Digital che anche quest’anno ha portato nelle sale cinematografiche le opere e i protagonisti della pittura di tutti i tempi.
Occhi puntati, dunque, sulla figura eccezionale dell’artista di Aix-en-Provence: lettere private, commenti di esperti e curatori, testimonianze di familiari come il pronipote Philippe Cézanne ne tratteggiano la personalità e l’esistenza, nella luce del Midi francese che fu per lui fonte di ispirazione insostituibile.
Ma il cuore del documentario sono, naturalmente, i quadri: nelle riprese ad altissima definizione, immagini icona come la Montagna di Sainte Victoire e le amatissime mele si affiancano ai 50 ritratti riuniti per una grande mostra alla National Portrait Gallery di Londra: volti di persone vicine a Paul Cézanne, come la moglie Hortense, che tornano sulle sue tele a distanza di anni, ma anche un numero impressionante di autoritratti – circa 30 – che ci permettono di seguirne l’evoluzione dai 20 anni fino a poco prima della morte. Interessato a cogliere col pennello la forma e la struttura del reale, il pittore una volta spiegò: “Dipingo corpi, non anime”, ammettendo poi che “se i corpi sono ben dipinti, l’anima ci brilla dentro”.
• Cinema d’Arte. Un dialogo inedito. Dal 19 al 22 aprile a Lucca, Chiesa di San Franceschetto e Auditorium di San Micheletto
A pochi giorni dalla chiusura del Lucca Film Festival, un nuovo appuntamento per chi ama l’arte e il cinema. Quattro giorni di proiezioni e incontri portano nella città toscana i grandi successi del film d’arte targato Sky, insieme a una mostra alla Fondazione Ragghianti che, fino al 23 aprile, svelerà il backstage dei documentari in programmazione.
Ad aprire la rassegna questa sera alle 20 sarà Caravaggio – L’Anima e il Sangue, che con 170 mila spettatori si è imposto come il documentario d’arte più visto di sempre nei cinema italiani. Un film fatto di estrema bellezza e realtà quotidiana, proprio come l’arte di Michelangelo Merisi, protagonista di riprese all’avanguardia in 4k.
Quattro proiezioni al giorno, a partire dalle 9 del mattino, animeranno il weekend. In programma, Musei Vaticani, Firenze e gli Uffizi – vincitore del Nastro d’Argento 2016 come miglior documentario – e San Pietro e le Basiliche Papali di Roma, tre film che vedono la ricchezza del patrimonio artistico italiano valorizzata dalla spettacolarità delle tecnologie, ma si avvalgono anche dell’intervento di esperti del calibro di Antonio Paolucci, Claudio Strinati, Antonio Natali e Vincenzo Farinella. Per finire con Raffaello – Il Principe delle Arti, primo film dedicato alla figura del genio urbinate: un viaggio tra documentario e fiction, ricostruzioni storiche e immortali luoghi d’arte, che attraversa centri nevralgici del Rinascimento da Urbino a Firenze, fino alla Roma dei papi.
• Sirio Luginbühl: film sperimentali. Fino al 15 luglio a Cittadella (Padova), Palazzo Pretorio
Videoarte? No: cinema sperimentale, con tanto di proiettore e pellicole vintage. A conclusione di un progetto di digitalizzazione, conservazione e valorizzazione del fondo privato di Sirio Luginbühl, donato dagli eredi al Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, a Cittadella va in scena la ricerca del film maker padovano: pellicole brevi e provocatorie, capaci di tradurre in un linguaggio all’epoca inedito le novità dirompenti degli anni Sessanta e Settanta. Dalla politica al femminismo e alla liberazione sessuale, le tematiche più scottanti si fondono con la rivoluzione delle forme artistiche, che si volgono verso l’happening e la performance. Il risultato è un cinema che stupisce e scandalizza, fatto di riprese immediate, attori fortemente coinvolti, interventi di post-produzione ispirati alla neo-avanguardia.
In ciascuna delle sale di Palazzo Pretorio viene proiettata in loop una delle pellicole di Sirio Luginbühl: il pubblico è libero di scegliere quando entrare e uscire, in omaggio all’andamento non consequenziale teorizzato dall’artista. Film di Andy Warhol, Fluxus, Stan Brakhage, Gerry Schum e molti altri, provenienti dal MoMa di New York come dal Light Cone di Parigi e dall’olandese Groninger Museum, danno vita a un percorso collaterale che illumina la rete di influenze e scambi internazionali caratteristica del periodo.
Leggi anche:
• La Grande Arte al Cinema – Gli appuntamenti del 2018
• Cézanne e i ritratti di una vita presto al cinema
• Sirio Luginbühl: film sperimentali. Gli anni della contestazione
Come sarebbe stata l’arte moderna senza Cézanne? Difficile immaginarlo. Al colui che Picasso e Matisse definirono “il padre di noi tutti” è dedicato l’ultimo appuntamento di La Grande Arte al Cinema, la rassegna targata Nexo Digital che anche quest’anno ha portato nelle sale cinematografiche le opere e i protagonisti della pittura di tutti i tempi.
Occhi puntati, dunque, sulla figura eccezionale dell’artista di Aix-en-Provence: lettere private, commenti di esperti e curatori, testimonianze di familiari come il pronipote Philippe Cézanne ne tratteggiano la personalità e l’esistenza, nella luce del Midi francese che fu per lui fonte di ispirazione insostituibile.
Ma il cuore del documentario sono, naturalmente, i quadri: nelle riprese ad altissima definizione, immagini icona come la Montagna di Sainte Victoire e le amatissime mele si affiancano ai 50 ritratti riuniti per una grande mostra alla National Portrait Gallery di Londra: volti di persone vicine a Paul Cézanne, come la moglie Hortense, che tornano sulle sue tele a distanza di anni, ma anche un numero impressionante di autoritratti – circa 30 – che ci permettono di seguirne l’evoluzione dai 20 anni fino a poco prima della morte. Interessato a cogliere col pennello la forma e la struttura del reale, il pittore una volta spiegò: “Dipingo corpi, non anime”, ammettendo poi che “se i corpi sono ben dipinti, l’anima ci brilla dentro”.
• Cinema d’Arte. Un dialogo inedito. Dal 19 al 22 aprile a Lucca, Chiesa di San Franceschetto e Auditorium di San Micheletto
A pochi giorni dalla chiusura del Lucca Film Festival, un nuovo appuntamento per chi ama l’arte e il cinema. Quattro giorni di proiezioni e incontri portano nella città toscana i grandi successi del film d’arte targato Sky, insieme a una mostra alla Fondazione Ragghianti che, fino al 23 aprile, svelerà il backstage dei documentari in programmazione.
Ad aprire la rassegna questa sera alle 20 sarà Caravaggio – L’Anima e il Sangue, che con 170 mila spettatori si è imposto come il documentario d’arte più visto di sempre nei cinema italiani. Un film fatto di estrema bellezza e realtà quotidiana, proprio come l’arte di Michelangelo Merisi, protagonista di riprese all’avanguardia in 4k.
Quattro proiezioni al giorno, a partire dalle 9 del mattino, animeranno il weekend. In programma, Musei Vaticani, Firenze e gli Uffizi – vincitore del Nastro d’Argento 2016 come miglior documentario – e San Pietro e le Basiliche Papali di Roma, tre film che vedono la ricchezza del patrimonio artistico italiano valorizzata dalla spettacolarità delle tecnologie, ma si avvalgono anche dell’intervento di esperti del calibro di Antonio Paolucci, Claudio Strinati, Antonio Natali e Vincenzo Farinella. Per finire con Raffaello – Il Principe delle Arti, primo film dedicato alla figura del genio urbinate: un viaggio tra documentario e fiction, ricostruzioni storiche e immortali luoghi d’arte, che attraversa centri nevralgici del Rinascimento da Urbino a Firenze, fino alla Roma dei papi.
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In ciascuna delle sale di Palazzo Pretorio viene proiettata in loop una delle pellicole di Sirio Luginbühl: il pubblico è libero di scegliere quando entrare e uscire, in omaggio all’andamento non consequenziale teorizzato dall’artista. Film di Andy Warhol, Fluxus, Stan Brakhage, Gerry Schum e molti altri, provenienti dal MoMa di New York come dal Light Cone di Parigi e dall’olandese Groninger Museum, danno vita a un percorso collaterale che illumina la rete di influenze e scambi internazionali caratteristica del periodo.
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