Attribuzioni
La Bella Principessa di Leonardo? È la cassiera Sally...
Leonardo da Vinci, Ritratto di Bianca Sforza (La Bella Principessa), c.1495
Ludovica Sanfelice
30/11/2015
Non c’è pace per la Bella Principessa attribuita a Leonardo Da Vinci e valutata intorno ai 130 milioni di sterline. L’opera su pergamena che si crede ritragga una giovane donna, membro della dinastia Sforza (probabilmente Bianca), altri non è che Sally, cassiera del supermercato Coop di Bolton. A far trasalire esperti e studiosi arriva come un fulmine l’ultima provocazione di Shaun Greenhalgh, famigerato falsario britannico incarcerato tra il 2007 e il 2012 per aver contraffatto un gran numero di opere d’arte e aver truffato musei, case d’asta e collezionisti privati con l’aiuto dei suoi familiari per un giro d’affari di un milione di sterline.
L’attribuzione dell’opera ha alle spalle una storia complicata, ma nel 2008 gli esperti erano giunti ad una conclusione: la paternità del dipinto spetta a Leonardo. La benedizione arrivò da Martin Kemp in persona che espose le ricerche e i risultati delle sue scoperte nel libro "La Bella Principesssa: The Profile Portrait of a Milanese Woman", edito nel 2010.
A contraddirlo si presentano le sgradite memorie raccolte da Greenhalgh in un libro appena pubblicato con il titolo “A Forger’s Tale”, in cui, come scrive il Sunday Times, il falsario rivendica l’opera confessando di averla realizzata nel 1978 e indicando come modella una certa Sally. Per ingannare le datazioni radiometriche, il truffatore avrebbe utilizzato antichi documenti per la tela e un banco d’età vittoriana come supporto.
Conoscendo il soggetto potrebbe comunque trattarsi dell’ennesimo falso. L’Indipendent a tal proposito riporta che un laboratorio francese ha già prodotto le prove che confermerebbero che i pigmenti hanno almeno 250 anni.
L’attribuzione dell’opera ha alle spalle una storia complicata, ma nel 2008 gli esperti erano giunti ad una conclusione: la paternità del dipinto spetta a Leonardo. La benedizione arrivò da Martin Kemp in persona che espose le ricerche e i risultati delle sue scoperte nel libro "La Bella Principesssa: The Profile Portrait of a Milanese Woman", edito nel 2010.
A contraddirlo si presentano le sgradite memorie raccolte da Greenhalgh in un libro appena pubblicato con il titolo “A Forger’s Tale”, in cui, come scrive il Sunday Times, il falsario rivendica l’opera confessando di averla realizzata nel 1978 e indicando come modella una certa Sally. Per ingannare le datazioni radiometriche, il truffatore avrebbe utilizzato antichi documenti per la tela e un banco d’età vittoriana come supporto.
Conoscendo il soggetto potrebbe comunque trattarsi dell’ennesimo falso. L’Indipendent a tal proposito riporta che un laboratorio francese ha già prodotto le prove che confermerebbero che i pigmenti hanno almeno 250 anni.
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