LA METAFOTOGRAFIA DI JOAN FONTCUBERTA
Joan Fontcuberta
25/02/2004
In una qualsiasi sala di un “museo” sono sospese per aria tute arancioni e piccoli razzi che incorniciano la scritta “Sputnik”: la missione spaziale in cui Ivan Istochnikov è scomparso dopo il lancio della navetta russa, ma nessuno sa più niente di lui. Nella silenziosa sala tutto è documentato meticolosamente dagli indumenti ai libri, alle foto ma dov’è Ivan? E’ mai esistito? Non c’è nessuna traccia di lui finché lo spettatore non riconosce nel viso dello sfortunato astronauta quello di Joan Fontcuberta che si presta all’esperimento: in una foto c’è, in un’altra uguale non c’è. Qual è l’arcano? Cosa è veramente accaduto? E’ realtà o finzione? Il “museo” spiega o nasconde? Queste e molte altre ancora sono le domande e le riflessioni che le fotografie di Joan Fontcuberta costringono a porsi. L’artista è nato a Barcellona nel 1955 e, formatosi negli anni dell’oscurantismo politico, ha fatto della comunicazione per immagini la sua arma, cercando di insinuare il dubbio sulle verità espresse dalla fotografia, strumento di riproduzione fedele per eccellenza, creando la “metafotografia”.
“Scherzi della Natura” è il titolo della prima retrospettiva italiana dell’artista spagnolo, organizzata in collaborazione con la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, l’Istituto Cervantes di Roma, e dal Palazzo delle Esposizioni dove è tuttora in corso la mostra. Joan Fontcuberta è da diversi anni conosciuto in tutto il mondo per la sua attività di fotografo e caporedattore di Photovision, rivista specializzata da lui fondata nel 1980; egli ha realizzato, in giro per il mondo, diverse mostre, che lui stesso quale professore di comunicazione audiovisiva segue e allestisce sempre da vicino.
Le fotografie in mostra a Roma sono proposte come documenti al limite tra vero e falso suddivise in diverse sezioni: “Herbarium” e “Fauna” riguardano i veri e propri scherzi della natura dove strani animali imbalsamati sembrano confermare la loro esistenza riprodotta dalle foto, dai loro suoni e da un video. Piccoli collages di materiali artificiali che compongono piante quasi reali a sconvolgere l’assioma della natura come fonte d’immaginazione.
Il messaggio è sempre suggerito, non dichiarato, attraverso la sua “metafotografia” e i suoi allestimenti, che sono ancora molti. In “L’artista e la fotografia” Fontcuberta traduce l’arte di Picasso, Mirò, Tapiès e Dalì in fotografie, collages e fotomontaggi, opere come gli artisti stessi le avrebbero realizzate con quegli strumenti. Opere che in effetti assomigliano a quelle “vere” per trarre in inganno lo spettatore e allo stesso tempo per metterlo in guardia dagli inganni; la poetica dell’equivoco o estetica del dubbio per svegliare le masse dagli incantesimi dei mass-media e dei politici.
SCHERZI DELLA NATURA. JOAN FONTCUBERTA
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Fino all’8 ottobre 2001
tutti i giorni ore 10-21, escluso il martedì
V. Nazionale, 194
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