La mostra in 14 sezioni

Viaggio in Italia
 

27/04/2001

La grande esposizione genovese si articola in ben quattordici sezioni che illustrano contesti culturali con personaggi e opere. I. Le Corti italiane del Cinquecento: Ferrara, Mantova, Parma e Piacenza, Roma, Firenze, Genova, Venezia, Milano, Urbino. In questa prima sezione si offre il panorama delle principali signorie guidate da Cosimo I de’ Medici, Isabella d’Este, Andrea Doria, Giulio II, Paolo III. Gli artisti che caratterizzano questo contesto sono quelli del manierismo fiorentino, come Pontormo, o il grande ritrattista mediceo Bronzino; a Roma è il grande momento di Raffaello e Michelangelo; Venezia è rappresentata da Tiziano, Tintoretto e Veronese. Tra i letterati spiccano i nomi di Machiavelli, Guicciardini, Ariosto, Pietro Aretino, Bembo, Tasso. II. Montaigne a Firenze e Roma. Nel 1581 l’autore del “Viaggio in Italia” (pubblicato solo nel 1774) giunge nella Firenze dei Medici ed in seguito nella Roma di Gregorio XIII. III. Rubens a Mantova e Genova. Il grande pittore fiammingo è in Italia nei primi anni del Seicento come pittore ufficiale, consigliere e diplomatico del Duca Vincenzo I di Mantova. Da qui si sposta a Genova dove resta colpito dagli splendidi palazzi che inviterà i suoi concittadini di Anversa ad imitare nel testo “I palazzi di Genova” (Anversa, 1622). Nella città ligure precede altri fiamminghi come Van Dyck, i fratelli De Wael: grazie alla loro influenza si imporranno i vari Strozzi, Grechetto, Orazio De Ferrari, ecc. IV. Montesquieu a Torino, Milano e Bologna. Il barone di La Brède arriva nella penisola per studiare le fortificazioni delle varie città, ma rimane folgorato dalla pittura di Guido Reni, di Francesco Francia e dei Carracci visti a Bologna. V. De Sade A Firenze e a Roma. Il “divin marchese” si ritrova in Italia non certo per apprezzarne gli aspetti culturali: inseguito dalla polizia francese ripara nel Bel Paese. A Roma si emoziona davanti alle opere di Domenichino, Giulio Romano, Guido Reni. Qui medita di scrivere “Juliette”, compimento del precedente “Justine”. VI. Winckelmann e Roma. La presenza di Winckelmann a Roma rimanda inevitabilmente alla nascita del Neoclassicismo e dell’archeologia moderna, di cui l’esteta tedesco va considerato il fondatore. VII. Goya in Italia. L’artista della “Fucilazione” vive in Italia l’iniziazione alla pittura, esplorando nelle varie città i capolavori rinascimentali. VIII. Goethe a Roma, Napoli e in Sicilia. L’autore del “Faust” giunge nel 1786, sotto falso nome, a Roma, dove conosce vari artisti stranieri tra cui Angelica Kauffmann, parte per Napoli dove nasce l’amicizia col pittore Hackert. Affascinato dal Vesuvio, ne lascerà varie descrizioni. In Sicilia, infine, si sofferma ad ammirare la luce, la vegetazione e le antichità classiche della Magna Grecia. IX. Chateaubriand a Roma. Lo scrittore francese e’ nella città eterna prima come diplomatico al servizio del cardinale Fesch, ambasciatore a Roma di Napoleone, e poi lui stesso come ambasciatore della Francia della Restaurazione. Frequenta i pontefici Pio VII, Pio VIII, Leone XI; tra gli artisti celebra la memoria di Poussin e ammira i capolavori di Canova, oltre a conoscere due pittori, allora alle prime armi, come Ingres e Corot. X. Stendhal a Napoli. Nella città partenopea lo scrittore romantico si appassiona per il teatro; qui frequenta Rossini e Giacomo Leopardi. I suoi soggiorni in Italia gli ispirano opere dedicate alle bellezze della penisola come “La storia della pittura in Italia” (1817), “Roma, Napoli e Firenze” (1817), “Passeggiate a Roma” (1829). XI. Shelley, Byron, Dickens, Flaubert in Liguria. Byron e Shelley si stabiliscono nel golfo della Spezia a cui dedicano memorabili versi. Dickens descrive con ironia i paesaggi e le ville suburbane genovesi; mentre Flaubert si emoziona di fronte ad una città tanto bella . XII. Turner e l’Italia. Il grande pittore inglese entra nelle pieghe delle vedute e dei monumenti delle città in cui soggiorna. A Napoli, Genova, Firenze, Roma e Venezia realizza folgoranti opere ispirate all’esplosione della luce mediterranea. XIII. James e Browning a Firenze e Venezia. Henry James si innamora di Firenze a tal punto da farne teatro del suo celebre romanzo “Ritratto di signora”. Insieme al poeta Robert Browning si ritrova nei salotti veneziani dove si calano nella mondanità della città lagunare. XIV. Proust a Venezia. Nello scrittore francese il capoluogo veneto lascia un’impressione di abbandono filtrata dai dipinti di Boldini; si emoziona però di fronte ai grandi veneziani del passato come Carpaccio.