La poesia della pittura
Marc Chagall
26/02/2004
Al museo d’Arte Moderna di Lugano è stata organizzata una grande retrospettiva dedicata all’arte del maestro russo Marc Chagall.
La rassegna, che si presenta come una vera e propria antologia delle sue opere, ospita circa ottanta dipinti su tela, che vanno dai primi anni russi (1908) all’ultimo periodo francese (1960-1980), realizzando un approfondito percorso nel simbolico e colorato mondo chagalliano, intriso di abitanti inconsueti con cui dialoga affidando a ciascuno un ruolo, una personalità.
Le opere presenti sono state date in prestito da alcuni fra i più importanti musei del mondo come il Centre Georges Pompidou e il Musée national d’art moderne di Parigi, il Museo di Stato Russo ed il Museo Puskin di Mosca, ancora il Baltimore Museum of Art ed il Philadelphia Museum of Art, infine la Tate Gallery di Londra e la Galleria degli Uffizi di Firenze.
All’interno del percorso espositivo le sale iniziali rappresentano i primi anni dell’artista, quando frequentava la scuola di Léon Bakst, che aveva importato dalla Francia la lezione del neo-impressionismo, mentre nelle sale successive sono raccolte le opere dei quattro anni (1910-1914) in cui l’artista soggiornò a Parigi, forse i più decisivi.
L’arte di Chagall è un’alchimia che riflette l’intermittenza dei suoi umori e amori; dai ricordi della sua infanzia nascono le prime emozioni, grazie alle quali l’artista scava nel profondo delle cose per entrare in contatto con la semplicità e la spiritualità della sua Russia.
Le immagini ruotano intorno ad un modesto quartiere ebraico, vie strette al cui interno si scorgono attrezzi agricoli, un musicante che suona ed un rabbino che prega.
Ed anche gli oggetti diventano simbolo di un’esistenza quotidiana, assumo una valenza particolare, in quello scorrere mite di una cittadina di provincia, avvolti nel mistero, come il samovar, l’orologio a pendolo, il violino dello zio che rappresentano in silenzio la sua vita.
Una vita quella di Chagall che gli crea, per il fatto di essere ebreo, subito dei problemi fino a quando all’avvento della seconda guerra mondiale decide insieme alla famiglia di trasferirsi in America dove rimarrà per circa sette anni.
Ritornato definitivamente in Francia, si avvicina alla ceramica, alla scultura e alla litografia, interesse che era iniziato per la produzione di una serie di incisioni (Le mille e una notte) fatte in America; negli ultimi due decenni della sua vita realizzerà anche opere monumentali legate a grandi spazi architettonici: le vetrate per la sinagoga a Gerusalemme e per la cattedrale di Metz, inoltre nel 1964 dipinge il soffitto dell’Opéra di Parigi e un anno dopo decora con un murales il nuovo Metropolitan Museum di New York.
Fino all’ultimo l’artista ci trasmette il suo messaggio di pace, trasportando nella pittura quel legame di amore tra le creature che la sua religione gli aveva insegnato fin da piccolo, divenendo così portatore di un universo religioso e fantasmagorico.
Titolo: Marc Chagall
a cura di Rudy Chiappini, direttore del Museo d’Arte Moderna di Lugano
Luogo: Lugano, Museo d’Arte Moderna, Villa Malpensata, Riva Caccia 5
Fino al 1 Luglio 2001
Orario: tutti i giorni ore 9.00 - 19.00, chiuso il Lunedì
In formazioni: telefono +41.91.800.72.06 (dalle 07.30-12.00 e 13.30-17.00)
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