LA STORIA DEL RITROVAMENTO
24/05/2001
La statua di bronzo fu ritrovata casualmente durante alcuni scavi per la realizzazione di una palazzina poco fuori Amelia nel 1963. Riemerge in pezzi ma sembra a tutti subito chiara l’importanza del ritrovamento e immediatamente la città si oppone al suo trasferimento. Questo avverrà invece di lì a poco, giacché la statua necessitava di un restauro; a causa della mancanza di fondi, sia perché il lavoro di risistemazione è stato difficile e complesso, il restauro è durato più di quarant’anni, e è stato poi presentato in occasione della settimana dei beni culturali solo nel 1999 al Museo Nazionale di Perugia. In tutti questi anni però gli amerini non hanno mai smesso di rivendicare la proprietà della statua al loro comune, sia attraverso manifestazioni e striscioni di protesta, sia con diplomazia attraverso opportune richieste in varie occasioni, fino a raggiungere l’ultimo compromesso di questo prestito a breve scadenza.
La statua alta più di due metri e poggia su un basamento di marmo originale. La figura poggia tutto il peso sulla gamba destra, mentre la sinistra è leggermente piegata. La statua rivolge la testa verso destra in direzione del braccio teso in avanti; un mantello gli avvolge invece la spalla e parte del braccio sinistro, nella mano stringe una lancia. Il generale è vestito di una leggera e corta tunica, ma è protetto da una corazza anatomica, riccamente decorata: sono rappresentate, nella parte posteriore due figure femminili che fiancheggiano un candelabro, nella parte frontale la scena dell’agguato di Achille al giovane Troilo. Achille nudo ha in testa un elmo attico e afferra con la mano destra i lunghi capelli del guerriero troiano, anche lui nudo e a cavallo di un destriero sollevato sulle zampe inferiori. Come Achille, caro ad Alessandro Magno, ricorda l’accostamento dell’eroe macedone a Germanico, così il giovane troiano rappresenta il popolo che fu, secondo il poema virgiliano, all’origine della stirpe romana.
Tutt’intorno a questa complessa e simbolica raffigurazione, due vittorie alate che si rivolgono verso il centro ed elementi vegetali, decorativi.
La statua rappresenta il generale Nerone Claudio Druso, detto Germanico, che nacque a Roma intorno al 15 a.C., e fu adottato dall’Imperatore Tiberio per essere il probabile suo successore. Si distinse prima nelle guerre di conquista contro i Germani, poi richiamato dall’Imperatore si preoccupò di intrattenere rapporti diplomatici con il mondo partico. Dopo un viaggio anche in Egitto, Germanico tornò in Siria, intorno al 19 d.C., qui avvenne la sua misteriosa morte, sebbene ufficialmente si parlò di una malattia. Il giovane principe era invece diventato più popolare ed eroico dell’anziano Imperatore; agli occhi di molti appariva infatti un “nuovo Alessandro Magno” e dopo la sua scomparsa fu celebrato ed esaltato. A quest’oscura fine del generale si riallaccia anche quella di sua moglie già in esilio, Agrippina; mentre suo figlio, il piccolo Caligola, riuscirà a salvarsi, divenendo poi il futuro Imperatore di Roma.
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