Dal 25 febbraio al 26 giugno
Le streghe di Bruegel
Ludovica Sanfelice
23/02/2016
Le creature più bizzarre nate nelle fantasie di Bosch conquistano il pubblico del Noordbrabants Museum, che nel contesto delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte dedica al maestro la più ampia retrospettiva mai realizzata prima, e intanto poco più a sud, il museo Sint-Janshospitaal di Bruges apre le porte alle streghe.
Forse non cattive, ma disegnate così: brutte, sporche, armate di gatti neri, pentoloni e scope. Proprio come ce le aspetteremmo, insomma. La riflessione sorge dunque spontanea e investe le origini dell’immaginario collettivo, influenzato dalla rappresentazione che caratterizzò queste donne e che si diffuse in Olanda nel medioevo. Sarà quindi curioso scoprire che uno dei maggiori responsabili della genesi di questa universale dicerìa fu Pieter Bruegel che per primo dipinse le streghe con il loro calderone. E fu sempre lui, scartando altri mezzi di fortuna, ad insistere perchè volassero a cavallo di scope. Lo copiarono in molti e così nacque la leggenda che poi intrecciò la storia e si arricchì di dettagli ispirati alle pratiche esoteriche e ai processi che le donne accusate di stregoneria subivano.
L’originale esposizione, che rimarrà aperta dal 25 febbraio al 26 giugno, riunisce una quarantina di opere di maestri fiamminghi: dipinti, miniature, manoscritti decorati in cui le streghe fanno la loro comparsa. La mostra spiegherà anche che a farne un motivo ricorrente stranamente fu il clima perchè alla fine del XVI secolo, il nord Europa (ma più in generale l’emisfero settentrionale) fu battuto da inverni particolarmente lunghi e rigidi, una "Piccola età glaciale" o “Little Ice Age” che nei Paesi Bassi coincise con la Guerra degli ottant’anni. Il gelo e la fame andarono a braccetto con la superstizione e la colpa di tutto venne attribuita proprio alle streghe che subirono persecuzioni terribili.
Forse non cattive, ma disegnate così: brutte, sporche, armate di gatti neri, pentoloni e scope. Proprio come ce le aspetteremmo, insomma. La riflessione sorge dunque spontanea e investe le origini dell’immaginario collettivo, influenzato dalla rappresentazione che caratterizzò queste donne e che si diffuse in Olanda nel medioevo. Sarà quindi curioso scoprire che uno dei maggiori responsabili della genesi di questa universale dicerìa fu Pieter Bruegel che per primo dipinse le streghe con il loro calderone. E fu sempre lui, scartando altri mezzi di fortuna, ad insistere perchè volassero a cavallo di scope. Lo copiarono in molti e così nacque la leggenda che poi intrecciò la storia e si arricchì di dettagli ispirati alle pratiche esoteriche e ai processi che le donne accusate di stregoneria subivano.
L’originale esposizione, che rimarrà aperta dal 25 febbraio al 26 giugno, riunisce una quarantina di opere di maestri fiamminghi: dipinti, miniature, manoscritti decorati in cui le streghe fanno la loro comparsa. La mostra spiegherà anche che a farne un motivo ricorrente stranamente fu il clima perchè alla fine del XVI secolo, il nord Europa (ma più in generale l’emisfero settentrionale) fu battuto da inverni particolarmente lunghi e rigidi, una "Piccola età glaciale" o “Little Ice Age” che nei Paesi Bassi coincise con la Guerra degli ottant’anni. Il gelo e la fame andarono a braccetto con la superstizione e la colpa di tutto venne attribuita proprio alle streghe che subirono persecuzioni terribili.
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