Masaccio: cenni biografici

Restauri S.M.Novella
 

05/07/2001

Tommaso nasce a S. Giovanni Valdarno nel 1401, primo genito di ser Giovanni di Mone Cassai e Jacopa da Martinozzo. Vasari, nelle sue “Vite”, ci spiega il passaggio dal nome Tommaso a quello di Masaccio, forma dispregiativa che gli fu data “non già perché fusse vizioso, essendo egli la bontà naturale, ma per la tanta straccurataggine”, laddove il termine sta ad indicare un sostanziale disinteresse per il vestire e per tutto ciò che non fosse il suo lavoro di bottega. Scarse le notizie biografiche che lo vogliono allievo di Masolino da Panicale a Firenze, dove vive la sua breve ma intensa stagione artistica prima di essere chiamato a Roma, dove muore giovanissimo nel 1428. Certamente risente in maniera determinante dei più anziani Donatello e Brunelleschi, i due artisti con cui la tradizione è solita associarlo nel comporre una triade pittura-scultura-pittura alla base dell’origine del Rinascimento, che fa coppia, nel solo ambito pittorico, con un’altra triade Giotto-Masaccio-Piero della Francesca, in cui il nostro è ancora una volta inserito. C’è chi ha messo in forte dubbio la notizia del tirocinio da Masolino, riportata ancora una volta da Vasari, non nuovo ad abbagli, soprattutto quando tratta di artisti a lui cronologicamente lontani. Dell’opera di Masolino, con cui ha comunque dei rapporti di lavoro, non restano tracce nei dipinti del giovane artista. A Masolino Masaccio deve le prime committenze, quando a Firenze la sua pittura non viene ancora apprezzata. Della collaborazione con Masolino ci resta la “S. Anna Metterza” degli Uffizi, che risale al 1424, anno in cui Masaccio si iscrive alla Compagnia di S. Luca. Tra le principali committenze successive c’è sicuramente quella del cosiddetto Polittico di Pisa. L’opera, commissionata nel 1426 da ser Giuliano degli Scarsi da San Giusto per la Chiesa del Carmine di Pisa, è stata smembrata nel XVI secolo: oggi delle sue parti ne restano undici disseminate in vari musei europei (Napoli, Pisa, Berlino, Londra, Vienna). Altro importante lavoro affidato a Masaccio è la decorazione a fresco della cappella Brancacci nella Chiesa del Carmine di Firenze, di cui fanno parte alcune raffigurazioni rimaste nella storia dell’arte di tutti i tempi come la “Cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden” e il “Tributo della moneta”. All’anno successivo è riferibile la “Trinità” di S. Maria Novella da poco restituita al pubblico, ultimo grande capolavoro di Masaccio.

 
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