PALAZZO MEDICI-RICCARDI

Teatro Firenze
 

18/06/2001

Cosimo Medici nel 1444 commissiona all’architetto Michelozzo di Bartolomeo la costruzione di un imponente palazzo signorile come residenza della famiglia in forte ascesa economico-politca. L’edificio mediceo viene a trovarsi vicinissimo al Duomo di Santa Maria del Fiore e alle chiese di pertinenza della celebre famiglia fiorentina, San Marco e San Lorenzo. Intorno al 1462 il palazzo è praticamente terminato. La costruzione si segnala come prototipo del palazzo fiorentino rinascimentale con un’ampia facciata in pietra lavorata in bugne di diversa foggia in maniera graduale: al piano terra rustiche, al piano nobile lisce, al secondo piano semplici lastre per nulla sporgenti. Michelozzo combina il motivo brunelleschiano di Palazzo Pitti con quello albertiano di Palazzo Rucellai. I tre piani sono divisi da due marcapiani lineari, mentre alla sommità si impone un maestoso cornicione aggettante. Una loggia d’angolo tra la via Larga (oggi via Cavour) e via de’ Gori viene chiusa nel 1517 secondo un progetto attribuito a Michelangelo che avrebbe così creato le cosiddette finestre “inginocchiate” poggiate su lunghe mensole. Il Palazzo dal XVII al XIX secolo diviene proprietà della famiglia Riccardi che porta l’edificio ad espandersi verso nord con l’aggiunta di ben sette finestre, seguendo l’architettura preesistente. Un ampio cortile-porticato con colonne corinzie caratterizza l’interno del palazzo. Al centro domina la scena la statua di Baccio Bandinelli raffigurante Orfeo, mentre sopra le arcate spiccano gli stemmi Medici alternati a medaglioni in pietra con soggetti mitologici, probabilmente scolpiti da uno scultore della cerchia di Donatello, che riprendono i rilievi delle antiche gemme della collezione medicea. A inizio ‘700 risale l’allestimento del lapidario, voluto dai marchesi Riccardi, con epigrafi e rilievi antichi. Dal cortile si accede al giardino più volte modificato nel corso dei secoli. All’interno del palazzo signorile oltre alle biblioteche Moreniana e Riccardiana, due grandi ambienti meritano l’attenzione dell’appassionato d’arte. Al primo piano, infatti, si trovano la Cappella dei Magi e la Galleria di Luca Giordano. Nella prima Benozzo Gozzoli affrescò le pareti con la storia del viaggio dei Magi (1459). Il tema iconografico si connette in maniera esplicita alla pala d’altare con l’ “Adorazione del Bambino”, dipinta da Filippo Lippi alcuni anni prima. Da precisare il carattere encomiastico dei dipinti di Gozzoli che dietro al giovane Gaspare ritrae i personaggi più influenti della famiglia Medici: Piero, l’anziano Cosimo e più dietro, all’età di dieci e sei anni, i piccoli Lorenzo - presto noto come “il Magnifico” - e Giuliano. La seconda fu affrescata sul finire del XVII dal pittore napoletano conosciuto tra i contemporanei come Luca “fa presto”, che nella volta realizzò una complessa “Allegoria della divina sapienza”.

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