L’Arte in Maschera

Per Carnevale, caccia al tesoro social

Di WolfgangRieger [Public domain], attraverso Wikimedia Commons | Maschere femminili del Teatro Romano. Casa del Bracciale d'Oro. Pompei.
 

Francesca Grego

06/02/2017

Si intitola L’Arte in Maschera la nuova campagna del Mibact, che sguinzaglia il pubblico nei musei e nei siti d’arte di tutta Italia alla ricerca di maschere, travestimenti e rappresentazioni del Carnevale, da fotografare e condividere su Instagram con gli hashtag #febbraioalmuseo e #lartein maschera.

Cuore dell’iniziativa, il profilo @museitaliani, trasformato per l’occasione in una galleria virtuale di volti, maschere teatrali, vasi dipinti, opere di ogni genere ed epoca legate dal fil rouge carnevalesco.
Fra i primi a partecipare con colorate locandine digitali, gli Scavi di Pompei, la Pinacoteca di Brera, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo d’Arte Orientale di Venezia, ma anche realtà più piccole come il Museo Tattile Omero di Ancona e Palazzo Pistilli di Campobasso.

Dagli affreschi delle ville romane agli arlecchini di Giorgio de Chirico, dai mosaici e le sculture dei Musei Capitolini ai dipinti di Giandomenico Tiepolo, Giovanni Signorini o Pietro Longhi, il bottino è abbondante e stuzzica la curiosità. La maschera, si sa, accompagna l’uomo fin da epoche remote in momenti ricreativi o rituali, e la sua potente carica simbolica ne ha fatto una gettonatissima fonte d’ispirazione per gli artisti, specie in un paese come l’Italia, con forti tradizioni legate al Carnevale e al teatro.

Dopo Pokémon Go, il videogame che ha spinto migliaia di ragazzi a caccia dei popolari animaletti fra luoghi noti e meno noti delle città di tutto il mondo, L’Arte in Maschera ne riprende lo spirito girovago, per fonderlo con l’allegria del Carnevale e porre in primo piano la ricchezza del patrimonio artistico italiano. Per i nuovi cercatori armati di smartphone e macchine fotografiche, l’arte promette di trasformarsi in un gioco virale.   

COMMENTI