Dal 7 ottobre nelle sale

"Più de la vita": al cinema la vita di Michele Sambin, pioniere della videoarte

Più de la vita, un film di Raffaella Rivi. Courtesy Studio Alfa
 

Samantha De Martin

08/10/2019

Un’impresa artistica lunga quattro decenni - che incrocia le diverse tecnologie nel loro evolversi, dal video analogico alla pittura digitale, dagli strumenti tradizionali alla musica elettronica - raccontata attraverso una dimensione intima e concreta.
Raffaella Rivi ripercorre la vita di Michele Sambin, teorico del valore sociale dell’arte, attraverso un film che prende il titolo da Ruzante, un drammaturgo italiano cinquecentesco che nella sua ultima lettera, che suona come un testamento, riflette sull’importanza di una vita che deve essere vissuta con intensità, così da essere più larga che lunga.

Prodotto da Kublai Film, Più de la vita, nelle sale dal 7 ottobre, esplora il pensiero dell'artista contemporaneo - ma anche viaggiatore, raffinato jazzista al clarinetto e al sax - Michele Sambin, che si è immerso nella musica, ha attraversato il teatro, disegnando il volto della videoarte nei suoi esordi, con passione per la sperimentazione, curiosità e coraggio.
La prima ufficiale si era svolta il 21 giugno al Teatro Duse di Asolo in occasione dell'Asolo Art Film Festival.

Fondatore di TAM Teatromusica, Sambin ha fatto delle proprie performance l’espressione spontanea di un percorso artistico che è uscito dalle gallerie per animare i palcoscenici, trasformando le proprie opere in nuovi interpreti del racconto teatrale.

Intrecciando passato e presente, tra opere classiche e nuove performance, il film si propone di offrire allo spettatore uno sguardo diretto sul lavoro dell’artista, puntando su un'arte mutevole, che attraversa tempo e spazio, piegandosi a essi, ma anche adattandoli alle proprie esigenze.

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