Anniversario di Raffaello Sanzio
Raffaello 500: va in onda in tv il documentario d'arte sul genio sensibile
Raffaello Sanzio, Pala Colonna, 1504, New York, Collection Metropolitan Museum of Art
E. Za.
02/04/2020
Pronti, partenza e via! Domenica 5 aprile avranno inizio le celebrazioni dell’anniversario di Raffaello Sanzio, con la trasmissione del documentario d'arte per la tv Raffaello. Il genio sensibile in onda su RaiTre alle ore 23.50.
Nasceva a Urbino, il 6 aprile del 1483, il geniale autore di alcuni grandi capolavori del Rinascimento italiano, tristemente destinato a una morte prematura - ad appena 37 anni - a Roma, in coincidenza dello stesso giorno in cui vide la luce.
Il lungometraggio in onda sulla Rai, di 90 minuti, è incentrato sugli anni di formazione di Raffaello in Umbria, a cominciare dal periodo di apprendistato presso la bottega del Perugino, il Maestro che l’allievo seppe emulare e abilmente superare. Prova inconfutabile lo splendido capolavoro dello Sposalizio della Vergine, oggi conservato alla Pinacoteca di Brera: il dipinto è una sfida dichiarata dal giovane Raffaello al modello di riferimento, la pala d’altare realizzata da Perugino per il Duomo di Perugia e oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Caen in Francia. Identica la composizione, ma decisamente differente l’esito finale.
La città di Perugia è al centro della narrazione del documentario, diretto da Luca Trovellesi Cesana e scritto da Claudio Centioni, realizzato con il contributo scientifico di Luca Tomìo, lo storico dell’arte che riveste anche il ruolo di host.
Il lungometraggio è una sorta di itinerario nel nome di Raffaello, attraverso alcuni luoghi imprescindibili della città umbra, a cominciare dalla Chiesa di San Francesco al Prato, per continuare con la Cappella di San Severo, i Palazzi Ansidei di Catrano e Conestabile della Staffa e l’Oratorio di Sant’Agostino, nel Quartiere di Porta Sant’Angelo proprio dove Pinturicchio aveva la sua bottega.
Il percorso sulla vita dell’Urbinate prosegue sulle tracce di Luca Signorelli, a Città di Castello e a Orvieto.
Dopo Perugia c’è tappa a Spello, dove è presentata la Cappella Baglioni, all’interno della Collegiata di Santa Maria Maggiore: un ciclo di affreschi del Pinturicchio eseguiti tra il 1500 ed il 1501, raffiguranti l’Annunciazione, la Natività e la Disputa di Gesù tra i dottori.
A Civitella del Lago, Luca Tomìo ha l’opportunità di entrare in uno studio di cartografia dove ha accesso ad alcune preziose antiche carte geografiche, al fine di ripercorrere gli spostamenti del pittore urbinate, i cui destini, negli efferati primi mesi del 1503, si incrociano con quelli di Cesare Borgia, Machiavelli e Leonardo da Vinci.
Troppo poco della produzione umbra di Raffaello è rimasto nei luoghi d’origine: per Città di Castello erano state realizzate la Pala di San Nicola da Tolentino, danneggiata da un terremoto alla fine del ‘700 e ora frammentata in vari musei, la Crocifissione che realizzò per la famiglia Gavari ora alla National Gallery di Londra e lo Sposalizio della Vergine ora alla Pinacoteca di Brera a Milano. Per Perugia Raffaello dipinse due pale: la Pala Colonna, ora al Metropolitan Museum di New York, e l’Incoronazione della Vergine in San Francesco al Prato, la Pala Baglioni è oggi alla Galleria Borghese e la Pala Ansidei alla National Gallery di Londra mentre nei Musei Vaticani è possibile ammirare la Pala della Madonna di Foligno, commissionata da Sigismondo De’ Conti.
Nasceva a Urbino, il 6 aprile del 1483, il geniale autore di alcuni grandi capolavori del Rinascimento italiano, tristemente destinato a una morte prematura - ad appena 37 anni - a Roma, in coincidenza dello stesso giorno in cui vide la luce.
Il lungometraggio in onda sulla Rai, di 90 minuti, è incentrato sugli anni di formazione di Raffaello in Umbria, a cominciare dal periodo di apprendistato presso la bottega del Perugino, il Maestro che l’allievo seppe emulare e abilmente superare. Prova inconfutabile lo splendido capolavoro dello Sposalizio della Vergine, oggi conservato alla Pinacoteca di Brera: il dipinto è una sfida dichiarata dal giovane Raffaello al modello di riferimento, la pala d’altare realizzata da Perugino per il Duomo di Perugia e oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Caen in Francia. Identica la composizione, ma decisamente differente l’esito finale.
La città di Perugia è al centro della narrazione del documentario, diretto da Luca Trovellesi Cesana e scritto da Claudio Centioni, realizzato con il contributo scientifico di Luca Tomìo, lo storico dell’arte che riveste anche il ruolo di host.
Il lungometraggio è una sorta di itinerario nel nome di Raffaello, attraverso alcuni luoghi imprescindibili della città umbra, a cominciare dalla Chiesa di San Francesco al Prato, per continuare con la Cappella di San Severo, i Palazzi Ansidei di Catrano e Conestabile della Staffa e l’Oratorio di Sant’Agostino, nel Quartiere di Porta Sant’Angelo proprio dove Pinturicchio aveva la sua bottega.
Il percorso sulla vita dell’Urbinate prosegue sulle tracce di Luca Signorelli, a Città di Castello e a Orvieto.
Dopo Perugia c’è tappa a Spello, dove è presentata la Cappella Baglioni, all’interno della Collegiata di Santa Maria Maggiore: un ciclo di affreschi del Pinturicchio eseguiti tra il 1500 ed il 1501, raffiguranti l’Annunciazione, la Natività e la Disputa di Gesù tra i dottori.
A Civitella del Lago, Luca Tomìo ha l’opportunità di entrare in uno studio di cartografia dove ha accesso ad alcune preziose antiche carte geografiche, al fine di ripercorrere gli spostamenti del pittore urbinate, i cui destini, negli efferati primi mesi del 1503, si incrociano con quelli di Cesare Borgia, Machiavelli e Leonardo da Vinci.
Troppo poco della produzione umbra di Raffaello è rimasto nei luoghi d’origine: per Città di Castello erano state realizzate la Pala di San Nicola da Tolentino, danneggiata da un terremoto alla fine del ‘700 e ora frammentata in vari musei, la Crocifissione che realizzò per la famiglia Gavari ora alla National Gallery di Londra e lo Sposalizio della Vergine ora alla Pinacoteca di Brera a Milano. Per Perugia Raffaello dipinse due pale: la Pala Colonna, ora al Metropolitan Museum di New York, e l’Incoronazione della Vergine in San Francesco al Prato, la Pala Baglioni è oggi alla Galleria Borghese e la Pala Ansidei alla National Gallery di Londra mentre nei Musei Vaticani è possibile ammirare la Pala della Madonna di Foligno, commissionata da Sigismondo De’ Conti.
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