La Fondazione FS custode del grande patrimonio storico delle Ferrovie italiane

Se il viaggio d'arte diventa "slow". Alla scoperta di Pompei e della Valle dei Templi a bordo dei treni storici FS

Valle dei Templi, fermata Tempio Vulcano | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato
 

Samantha De Martin

06/07/2022

Tornare indietro nel tempo a bordo di una carrozza anni Trenta per afferrare dai finestrini tutta la bellezza racchiusa tra templi, musei, siti archeologici.
Dai caratteristici interni in legno, i divani imbottiti e i dettagli Liberty di un vecchio treno, lo sguardo corre all’arte incastonata nel paesaggio. E la parola d’ordine è una sola: lentezza.
Che si scelga di scivolare lungo la Valle dei Templi, per ammirare da un’insolita prospettiva quella che Pindaro considerava “la più bella città dei mortali”, o che si decida invece di esplorare le meraviglie della sontuosa Reggia di Caserta, l’esperienza a bordo dei Treni storici FS diventa l’occasione più autentica per risalire la china del tempo e immergersi in un passato non troppo remoto in cui i “mostri di ferro” erano sinonimo di sviluppo e di futuro.
La Fondazione FS italiane oggi custodisce il grande patrimonio storico delle Ferrovie italiane. Costituita il 6 marzo 2013 riunisce sotto la sua tutela un parco di rotabili storici caratterizzato da 400 mezzi, fondi archivistici e bibliotecari, i musei di Pietrarsa e Trieste Campo Marzio e le linee ferroviarie un tempo sospese, oggi recuperate ad una nuova vocazione turistica con il progetto “Binari senza Tempo”.
Così il viaggio alla scoperta dei tesori d’arte a bordo delle carrozze Corbellini degli anni ’50 o delle "Centoporte" si fa esperienza.
Ci sono treni (TrEno: Canelli e le Cattedrali Sotterranee) che corrono tra colline e vigneti includendo nell’esperienza di viaggio anche l’offerta gastronomica locale, e treni che sfrecciano tra mare e monti, come quello che da Montesilvano si inerpica fino a Roccaraso.
Noi abbiamo scelto idealmente cinque itinerari tra archeologia e arte per vivere un’esperienza fuori dal tempo.
I treni storici non viaggiano tutti i giorni. Ricordatevi quindi, prima di effettuare il viaggio, di consultare il sito della Fondazione Ferrovie dello Stato.

I biglietti sono in vendita attraverso tutti i canali Trenitalia: sito ufficiale, biglietterie e self-service di stazione, agenzie di viaggio abilitate.


Il Treno di Dante | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato

Da Pompei a Paestum a bordo dell’ "Archeotreno Campania"
La partenza, a bordo dell’Archeotreno Campania, una locomotiva elettrica con carrozze anni Trenta "Centoporte", carrozze anni '50 Corbellini e bagagliaio, è dalla Stazione di Napoli centrale. E via attraverso il litorale vesuviano in direzione Pompei e Paestum, le due perle dichiarate dall’Unesco patrimoni mondiali dell’umanità. Volgendo lo sguardo a sinistra si scorge il vulcano, mentre a destra la vista affonda nel Golfo di Napoli. Breve sosta a Pietrarsa, per ammirare il Museo Nazionale Ferroviario, tra i padiglioni che un tempo furono gli edifici del Reale opificio Meccanico, Pirotecnico e per le locomotive fondato dallo stesso Ferdinando II nel 1840, e tutti nuovamente a bordo alla volta della città antica letteralmente cancellata nel 79 d.C. dall'eruzione del Vesuvio.
A Pompei il treno effettua una sosta che consente di gustarsi una passeggiata tra le ville affrescate, le botteghe, gli edifici pubblici. Si punta verso Paestum, la città sorta alla fine del VII sec a.C. come Poseidonia, e divenuta uno dei principali centri commerciali della Magna Grecia. Lo sguardo si inchina al cospetto dei templi, dell’anfiteatro, della cittadina e delle mura che la circondavano.
E poi di nuovo in carrozza alla volta di Napoli.


Il Treno Reggia Express | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato

Nell’antica residenza borbonica a bordo del "Reggia Express"
Un finestrino aperto e la sagoma della Reggia di Caserta che si infila nelle carrozze Centoporte e Corbellini, per un salto nel tempo negli anni Trenta e Cinquanta. Siamo a bordo del Reggia Express, il treno storico che collega la Stazione di Napoli Centrale alla residenza voluta del re Carlo di Borbone, parte di un più articolato progetto di riassetto politico che prevedeva la creazione di una nuova capitale “amministrativa” del Regno. Il 29 agosto 1750 il feudo di Caserta, antico possedimento della famiglia Acquaviva, veniva acquistato da Carlo di Borbone che affidava a Luigi Vanvitelli l’incarico di realizzare un luogo capace di rivaleggiare con le altre residenze reali europee, la francese Versailles, l’asburgica Schömbrunn e la bavarese Würzburg. La costruzione della Reggia ebbe inizio con la posa della prima pietra il 20 gennaio del 1752 e andò avanti fino al 1759. Dopo la morte di Luigi Vanvitelli, figlio Carlo e altri architetti portarono a compimento la grandiosa residenza reale, ultimata tuttavia solo nel secolo successivo. Durante la tappa del Reggia Express ci sarà tempo a sufficienza per visitare il Palazzo Reale, il parco e il giardino all’inglese, connessi tra loro con giochi prospettici di grande maestria.
Nelle sale della Reggia, la Collezione Terrae Motus, ideata dal gallerista napoletano Lucio Amelio per ricordare il terremoto che sconvolse Campania e Basilicata nel 1980, e donata alla Reggia, nel 1993 dopo le prime esposizioni a Boston, Ercolano e Parigi, ci riporta ai giorni nostri presentandoci artisti del calibro di Keith Haring, Merio Merz, Andy Warhol, Michelangelo Pistoletto. Alle 17 tutti a bordo, per scivolare alla volta di Napoli.


Il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato

Sul "Pietrarsa Express" per un tuffo nella storia
A bordo del Pietrarsa Express è possibile ripercorrere il tracciato della prima linea ferroviaria in Italia. Questo treno storico collega il centro di Napoli al Museo di Pietrarsa. A bordo delle carrozze Centoporte, così chiamate per le numerose porte che si aprono sulla fiancata, trainate da una coppia di locomotive elettriche E626, i sedili in legno regalano agli ospiti un viaggio nel tempo, precisamente al 1839 quando venne inaugurata la tratta Napoli‐Portici da Ferdinando II di Borbone.
Costruita per scongiurare il rischio che gli altri stati europei di Inghilterra e Francia potessero superare in termini di sviluppo tecnologico il Regno delle Due Sicilie, la linea costituì uno dei primi passi del sovrano nell’ammodernamento del regno. Arrivati a Pietrarsa è d’obbligo una visita il Museo Nazionale Ferroviario, un edificio industriale che racconta al pubblico la propria storia racchiusa tra i padiglioni che ospitarono gli edifici del Reale opificio Meccanico, Pirotecnico e per le locomotive fondato dallo stesso Ferdinando II nel 1840, a sostegno della linea ferroviaria.


Il Treno di Dante | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato

Da Firenze a Ravenna sulle tracce di Dante
Un viaggio lungo 136 km a bordo di un treno Liberty che attraversa il cuore dell'Appennino Tosco-Romagnolo per sfiorare le terre che Dante Alighieri visitò nel suo cammino d’esilio, tra città d'arte e borghi medievali immersi nella natura incontaminata. Benvenuti sul "Treno di Dante" che apre le sue carrozze al pubblico in specifiche date nei mesi di luglio, fine agosto, settembre e ottobre, fino al 1° novembre. Il treno parte alle 8.50 da Firenze, dove la memoria del Sommo è tutta racchiusa nella casa natale e nella Chiesa di Santa Margherita, dove il poeta incontrò Beatrice, che la tradizione vuole sia sepolta qui. Quattro fermate intermedie dividono la città sull’Arno da Ravenna. Da Borgo San Lorenzo si corre verso Ronta, Scarperia e San Piero a Sieve - due paesi uniti da sempre dal nome della famiglia dei Medici - e ancora le colline di Vicchio, patria di Giotto e Beato Angelico. Sosta a Marradi, cittadina natale di Dino Campana, e tappa nel borgo medievale di Brisighella, tra i più Belli d’Italia, con la trecentesca rocca manfrediana, il settecentesco santuario del Monticino e la torre detta dell’Orologio.  La fermata successiva è Faenza, celebre per la sua ceramica, e infine  la Ravenna dei mosaici e di San Vitale, la Basilica di Sant’Apollinare e del Mausoleo di Galla Placidia. Nella città che splende con i suoi edifici religiosi paleocristiani e bizantini, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, Dante completò la composizione del ciclo della Commedia e trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte nel 1321. Qui si erge la Tomba del poeta con, nelle vicinanze, il Museo e la Casa a lui dedicati.

Su ogni vettura un’assistente di viaggio si occuperà di accompagnare i viaggiatori nella loro esperienza raccontando loro la storia dei luoghi toccati durante l’esilio dell’Alighieri, fornendo anche preziose indicazioni sui monumenti da visitare a ogni fermata.


Gli interni in legno del Treno di Dante | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato

La Ferrovia dei Templi
Dieci chilometri immersi nella storia, avvolti dal fascino di un’archeologia che non smette di stupire. Attualmente chiusa al pubblico per lavori di rinnovo dell’armamento, la Ferrovia dei Templi Agrigento Bassa – Porto Empedocle potrebbe essere riattivata già dal prossimo mese di ottobre.
La linea, lunga 10,1 chilometri, collega la stazione di Agrigento Bassa (ancora attiva, sulla linea Palermo-Agrigento Centrale) a quella di Porto Empedocle Succursale, offrendo la possibilità di scoprire la Valle dei templi e ammirare un paesaggio riconosciuto dal 1997 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
Agrigento e la Valle dei Templi sono tappe obbligate per gli appassionati dell’archeologia. Città natale di Luigi Pirandello, fondata intorno al VI secolo a.C., Agrigento ha conosciuto nel corso dei secoli diversi nomi sotto le molteplici dominazioni, passando dalla Akragas dei Greci all’Agrigentum dei Romani, dalla Kerkent araba alla Girgenti dei Normanni.


Il Treno storico nella Valle dei Templi | Courtesy Fondazione Ferrovie dello Stato

Per ammirare il centro storico di origine medievale basta raggiungere la sommità occidentale della collina dell’antica Girgenti dove ancora oggi sono visibili l’antico impianto segnato dalle porte della cinta muraria e diverse testimonianze dell’arte arabo-normanna. Prima di partire è possibile fare un salto all’abbazia di Santo Spirito, alla chiesa medievale di Santa Maria dei Greci, alla cattedrale di San Gerlando.
La fermata di Tempio di Vulcano (proprio di fronte all’omonimo tempio), regala una splendida vista sulla valle. Del tempio non resta quasi nulla, ad eccezione di piccoli tratti del basamento con quattro gradini e due colonne superstiti la cui posizione permette di ricostruire un tempio di ordine dorico, databile al 430 a.C.
Siamo nella Valle dei Templi, che accoglie nel suo immenso ventre il tempio di Giunone, quello della Concordia, il tempio di Ercole e le necropoli. A occidente si innalza il colossale Tempio di Giove, quello dei Dioscuri, il gymnasium, l’area dei santuari delle Divinità Ctonie (il più importante complesso di edifici sacri dedicati al culto di Demetra e Kore), il Giardino della Kolymbethra. Tutti a bordo. Si prosegue verso il mare con la galleria Kaos, non lontana dalla casa natale di Luigi Pirandello, sbucando finalmente sul blu. Una discesa del 30 per mille conduce fino alla stazione di Porto Empedocle Centrale, punto di partenza dell'itinerario.


 
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