Tesori dell’Ermitage in mostra a Bassano del Grappa

Cinquecento veneto. Dipinti dall’Ermitage.
 

26/02/2004

A Parigi, nel 1993, una straordinaria mostra presentò il Cinquecento veneto come “Le siécle de Titien”, riconoscendo alla produzione del maestro di Cadore, amato da sovrani e aristocratici di mezza Europa, il ruolo di “avanguardia” artistica del tempo. A Bassano del Grappa si è aperta all’inizio di aprile una interessante esposizione che, senza voler rivaleggiare con la precedente, presenta quaranta opere, tutte provenienti dall’Ermitage di San Pietroburgo, raccolte sotto l’etichetta alternativa di “eredità di Giorgione”. Si tratta per lo più di opere “da camera”, commissionate da personaggi emergenti dell’aristocrazia lagunare, estranee al circuito degli incarichi pubblici (e per questo meno inflazionate dalla letteratura artistica d’età moderna). Nessuna pala d’altare dunque, nessun telero, in generale nessun dipinto di dimensioni monumentali. Sono nomi eccellenti quelli che figurano nelle sale del Museo Civico di Bassano: oltre a Giorgione e Tiziano, Lotto, Cima da Conegliano, Palma il Vecchio, Bonifacio Veronese, Tintoretto, Jacopo Bassano insieme ai figli Leandro e Francesco e a numerosi altri. Un’occasione unica dunque per rileggere le principali tendenze e le diverse anime della pittura del XVI secolo a Venezia e nella terraferma, con numerose sorprese e novità anche sul piano scientifico. Molte opere sono state appositamente restaurate, spostate di attribuzione e alcuni autori meno noti sono stati oggetto di rivalutazione critica. Proprio sui problemi attributivi i curatori, Irina Artemieva e Mario Guderzo, hanno concentrato le attenzioni: non è un caso che come immagine della mostra sia stata scelta una Sacra Conversazione di Bonifacio Veronese (un tempo attribuita a Giorgione), ove il tema religioso è trattato liricamente nella perfetta fusione delle figure con il paesaggio. L’opera giunge in Italia per la prima volta, come molti dei dipinti esposti, e permette di ridare valore all’opera del grande maestro fautore, insieme a Palma il Vecchio e Paris Bordon (pure in mostra), della diffusione, in ambito veneto, prima del “classicismo” lirico di matrice giorgionesca (primo e secondo decennio del Cinquecento) e poi della svolta “manieristica” di ascendenza tizianesca (nei due decenni successivi). Con Lorenzo Lotto la mostra di Bassano raggiunge uno dei suoi vertici. La Sacra Famiglia con Santa Giustina, restaurata per l’occasione, appare come un’opera pienamente autografa e di primo piano nel corpus pittorico dell’artista. Dipinti di eccezionale livello qualitativo sono anche quelli di Paolo Veronese e Jacopo Tintoretto, soprattutto un San Giorgio uccide il drago che il pittore della Scuola di San Rocco eseguì sulle forme di quello conservato alla National Gallery di Londra. Novità e rivelazioni spiccano anche nell’ambito dei ritratti. L’Autoritratto di Domenico Capriolo e il Ritratto di giovane di Bonifacio Veronese, un tempo attribuiti a Giorgione, rivelano una vicinanza degli autori alla cerchia del maestro di Castelfranco. I ritratti di Tiziano (il famoso Ritratto di fanciulla con cappello piumato), Bernardino Licinio, Giovanni Moroni, Moretto da Brescia chiudono l’esposizione, rivelando le capacità dei maestri veneti di donare valore alla persona senza idealizzarla, assicurando un’estrema somiglianza e una inedita capacità di penetrazione psicologica. E’ infatti nell’adesione al dato naturale e nel rifiuto della talvolta spersonalizzante compostezza classica che trova ragione d’essere tanta parte della produzione figurativa di ambito lombardo-veneto. Momento particolare del percorso espositivo è l’omaggio, inevitabile e prezioso, a Jacopo Bassano e a tutta la famiglia dei Dal Ponte, che nella cittadina veneta operarono nel corso del XVI secolo. Tornano così dopo cinque secoli, nel luogo dove erano state pensate e realizzate, una decina di opere, tra le quali spicca il bozzetto che Jacopo realizzò per la pala d’altare della Chiesa di Ognissanti di Treviso, raffigurante i Santi Fabiano, Sebastiano e Rocco. Di Francesco e Leandro sono infine esposte alcune tele di soggetto religioso che non hanno mai lasciato le sale dell’Ermitage. Si distingue il bozzetto del Paradiso presentato da Francesco al concorso bandito nel 1577 per la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Lo straordinario prestito reso dall’Ermitage al Museo Civico di Bassano precede il trasferimento in Russia di un sostanzioso nucleo di dipinti, disegni e monocromi di Antonio Canova. E’ infatti in programma per il prossimo autunno, proprio all’Ermitage, un’esposizione sul grande artista veneto, del quale il museo possiede ben dodici marmi. La mostra bassanese proseguirà al Museo Nazionale d’Arte Catalana di Barcellona a partire da settembre. Cinquecento veneto. Dipinti dall’Ermitage. Bassano del Grappa, Museo Civico (Piazza Garibaldi) 8 aprile – 19 agosto 2001 Orario: tutti i giorni 9-19 Ingresso: Interi £ 12000; ridotti £ 8000 Informazioni e prenotazioni: 800-712722 Il biglietto della mostra consente anche la visita del Museo della Ceramica di Palazzo Sturm.

 
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