Un tetto per il turista

courtesy of ©Centro Documentazione Alpina | Silvia Tenderini: libri
 

16/07/2003

In tutte le culture del mondo l'ospitalità ha origine antiche, spesso origini sacre. La letteratura classica, la mitologia e la religione sono piene di aneddoti relativi all'ospitalità offerta o negata. E con l'avvento del Cristianesimo l'ospitalità rinforzò il carattere sacro. Era garantita da regolamenti, da strutture apposite, da convenzioni che accomunavano i fedeli in ogni luogo. L'aspetto della fratellanza, della carità e dell'assistenza furono riversati nell'ospitalità, e in ogni pellegrino era accolto Cristo stesso. La Chiesa predispose luoghi di accoglienza, xenodochia e ospizi, là dove maggiori erano le difficoltà da affrontare. L'ambiente ostile delle Alpi, il freddo, i pericoli delle slavine e delle bestie feroci erano mitigati dalla presenza dei modesti ospizi sui passi. Compito dell'ospitaliere era proprio quello di confortare il viandante, di consigliarlo sul percorso, di fornirgli informazioni sulle condizioni del tempo e sullo stato della neve. Un piatto di minestra calda, una coperta, il camino acceso e un bicchiere di grappa servivano a far sentire il pellegrino come a casa propria. Incontrava altri viandanti, scambiava due parole, anche se spesso le lingue erano differenti e incomprensibili, recitava una preghiera nello stesso linguaggio comune. Scongiurava così la paura dell'ignoto che accompagnava ogni viaggio, e che poteva spaventare più dei lupi e della tormenta. Si poteva ripartire la mattina dopo, certi che non si era soli sulle montagne. Il viaggiatore, il pellegrino, il mercante, l'avventuriero, il mendicante, non avrebbero potuto esistere senza l'ospitalità di chi li accoglieva, li nutriva, chiedeva loro di raccontare le proprie avventure e li confortava nella difficoltà del cammino. Poi i tempi cambiarono, l'uomo si fece più sicuro di sé e imparò a osservare l'ambiente che lo circondava: si accorse che non era poi così tanto ostile come sembrava nel Medioevo. Lo spogliò di tutto l'immaginario di mostri e creature fantastiche, gli tolse l'aspetto sacro e selvaggio. Lo scoprì ricco di paesaggi ameni e di fenomeni naturali curiosi. Si cominciò allora a viaggiare sulle Alpi per diletto e l'ospitalità richiesta non era più quella spartana e frugale degli ospizi religiosi. Nacquero allora le locande, si costruirono rifugi sempre più in alto sulle montagne. Poi si edificarono grandi alberghi dai nomi stranieri, si allestirono stabilimenti termali, si introdussero usanze esotiche, come il rito del tè nel pomeriggio, accanto alle robuste pietanze locali. Si perfezionò il sistema postale per facilitare le comunicazioni, si allargarono le strade e i ponti e infine si costruì la ferrovia. Il turista non cercava più parole di conforto dall'ospitaliere, ma piuttosto il confort dell'ospitalità che gli avrebbe fatto gustare maggiormente i piaceri del viaggio. OSPITALITÀ SUI PASSI ALPINI Viaggio sulle Alpi da Annibale alla Controriforma di Silvia Tenderini Edizioni Centro Documentazione Alpina, Torino 2000 Lit. 19.000 Il libro ha ricevuto una segnalazione al premio Itas per la letteratura di montagna, in occasione del Festival Internazionale del Cinema di Montagna, Trento 2000. LOCANDE OSPIZI ALBERGHI Sulle Alpi dal Seicento ai trafori di Silvia Tenderini Edizioni Centro Documentazione Alpina, Torino 2001 Lit. 22.000