Il Novecento in mostra al Centro Matteucci per l'Arte Moderna dal 7 luglio al 5 novembre
Da Boccioni a De Chirico, gli artisti del secolo breve in mostra a Viareggio
Renato Guttuso, Nello studio, 1958, olio e collage su tela, cm 130 x 150 – già collezione Paolo Marinotti
Samantha De Martin
08/06/2017
Lucca - Affascinanti frammenti di “secolo breve”, tessere artistiche dell'eclettico mosaico che descrive, tra paesaggi, nature morte e suggestive visioni, uno dei periodi più fecondi e creativamente tumultuosi dell'arte italiana, porteranno a Viareggio alcuni illustri pennelli del Novecento.
Cinquanta opere riunite nella mostra Il secolo breve. Tessere di '900, provenienti da collezioni private, alcune esposte per la prima volta al pubblico, raccontano dal 7 luglio al 5 novembre, al Centro Matteucci per l'Arte Moderna, lo spirito inquieto che caratterizza l'arte italiana, e in particolare, quello che Eric Hobsbawm definiva in un saggio “Il secolo breve”.
Lungo il percorso espositivo concepito da Susanna Ragionieri, le nature morte, intrise di classicità, di Balla, Severini, De Pisis, si intrecciano con l'evocazione nostalgica di Armando Spadini e di Massimo Campigli, per sfociare nelle ambientazioni quotidiane di Rosai e tra le suggestive visioni di Lloyd e di Renato Paresce.
Ammirando La donna che cuce di Umberto Boccioni, le bottiglie, i pennelli, le pinze e i martelli dello Studio di Guttuso, La figura arcaica di Massimo Camogli e ancora il Nudo nel paesaggio di Felice Casorati, il visitatore è invitato a spaziare perdendosi nel caleidoscopico panorama dominato anche da opere di Morandi, De Chirico, Viani.
«La mostra - spiega Giuliano Matteucci, fondatore e direttore dell'omonima fondazione che promuove l'esposizione - è un focus originale da cui emergono una serie di situazioni “trasversali” alle fratture formali oramai canoniche. Nell’apparente autonomia e disomogeneità espressiva, queste dissonanti connotazioni confermano lo spirito inquieto che da sempre caratterizza l’arte italiana, delineando un inaspettato spaccato, quanto mai unitario nel comunicare il pensiero creativo del tempo».
E infatti, letto alla luce dei grandi capolavori realizzati in campo artistico, quel periodo, definito “catastrofico” da Eric Hobsbawm per le profonde ferite sociali ed economiche inferte ad un' Europa stremata dai due conflitti mondiali, si colora delle fervide tinte accese dai rivoluzionari fermenti dell'arte.
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