Dal 12 giugno al 28 agosto
Happy Birthday Punk!
Punk in Britain, Galleria Carla Sozzani, 12 giugno/28 agosto 2016, Milano
Ludovica Sanfelice
06/06/2016
Milano - Da Londra con furore
Meglio sedersi. Il Punk inglese festeggia i suoi primi quarant'anni. E ovviamente lo fa in maniera piuttosto chiassosa come è giusto che sia. Non che sia facile datare la sua nascita dettata dalla confluenza di esperienze diverse e lontane, ma esiste in particolare un singolo che risuonò come lo sparo sulla linea di partenza il 26 novembre 1976, giorno in cui i Sex Pistols pubblicarono per la EMI "Anarchy in the U.K.".
Malgrado ci sia ancora qualche mese per soffiare sulle candeline, le natura sovversiva del movimento impone almeno un anno di "casino". Fa riflettere l'elenco tremendamente solenne di iniziative che tra festival, concerti, workshop, mostre e tavole rotonde a Londra (e non solo) abbracciano fin dai primi mesi del 2016 lo spirito di una sottocultura disobbediente capace di resistere all'urto del tempo e propagare la sua influenza creativa oltre la musica, attraverso la moda, il cinema e l'arte e ad ispirare in futuro chissà quanto altro.
E strapperà un applauso il fatto che tra i primi a festeggiare il fenomeno più apertamente avverso all'establishment si sia presentata la British Library che giustamente ha sempre documentato la concultura tanto quanto la cultura collezionando cimeli, abiti, stampe, audio e video dell'incandescente biennio '76-'78 che sprigionò un'onda anomala di nichilismo, indipendenza ed eccitazione giovanile. Un richiamo così potente da scatenare la voglia di strappare magliette e sollevare creste.
In Italia
Anche l'Italia celebrerà la sua forza con l'apertura della mostra "Punk in Britain" che dal 12 giugno al 28 agosto porterà alla Galleria Carla Sozzani oltre 90 fotografie per documentare volti e protagonisti di quello sparo epocale che scardinò diversi codici linguistici. Un percorso che agli scatti di Simon Barker (Six), Dennis Morris, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, Olivier Richon affiancherà disegni, collage e grafiche di Jamie Reid e una sezione speciale dedicata ai video e alle fotografie di John Tiberi.
Insieme a Siouxsie Sioux, Jordan, Debbie, Billy Idol, Soo Catwoman, Adam Ant che formavano il "Bromley Contingent", il gruppo che seguiva come un'ombra i Sex Pistols, c'era infatti Simon Baker, detto Six, pronto a catturare con la sua macchina fotografica tascabile i ricordi più indelebili dentro e fuori dai palchi, nelle camere da letto, in bagno e in cucina.
Al seguito della band anche l'americana Sheila Rock venuta da New York per raccontare la scena punk, e il fotografo che lavorava per la BBC, Ray Stevenson.
Negli stessi ambienti, primo fra tutti il Roxy, bazzicavano poi Karen Knorr e Olivier Richon che in quelle interminabili nottate ritrassero con rigore e sempre in posa i seguaci del Punk.
Al racconto di questo assortito gruppo di testimoni oculari, l'esposizione intreccerà le memorie del fotografo ufficiale del gruppo, Dennis Morris, e di John “Boogie” Tiberi, lo storico tour manager dei Sex Pistols, presente con due filmati "Concerto di Stoccolma del 1977" e "Sex Pistols Number 1", una raccolta di video clip televisivi, performance e interviste.
Ciliegina sulla torta di compleanno: i contributi di Jamie Reid, il trasgressivo interprete visivo del Punk che curava l’immagine grafica dei Sex Pistols e che trasfigurò il ritratto della regina Elisabetta sbattendola sulla copertina del nuovo disco dei Sex Pistols che poi vendette la bellezza di 25.000 copie. Una cifra sbalorditiva per l'epoca.
Per approfondimenti:
Guida d'arte di Milano
Meglio sedersi. Il Punk inglese festeggia i suoi primi quarant'anni. E ovviamente lo fa in maniera piuttosto chiassosa come è giusto che sia. Non che sia facile datare la sua nascita dettata dalla confluenza di esperienze diverse e lontane, ma esiste in particolare un singolo che risuonò come lo sparo sulla linea di partenza il 26 novembre 1976, giorno in cui i Sex Pistols pubblicarono per la EMI "Anarchy in the U.K.".
Malgrado ci sia ancora qualche mese per soffiare sulle candeline, le natura sovversiva del movimento impone almeno un anno di "casino". Fa riflettere l'elenco tremendamente solenne di iniziative che tra festival, concerti, workshop, mostre e tavole rotonde a Londra (e non solo) abbracciano fin dai primi mesi del 2016 lo spirito di una sottocultura disobbediente capace di resistere all'urto del tempo e propagare la sua influenza creativa oltre la musica, attraverso la moda, il cinema e l'arte e ad ispirare in futuro chissà quanto altro.
E strapperà un applauso il fatto che tra i primi a festeggiare il fenomeno più apertamente avverso all'establishment si sia presentata la British Library che giustamente ha sempre documentato la concultura tanto quanto la cultura collezionando cimeli, abiti, stampe, audio e video dell'incandescente biennio '76-'78 che sprigionò un'onda anomala di nichilismo, indipendenza ed eccitazione giovanile. Un richiamo così potente da scatenare la voglia di strappare magliette e sollevare creste.
In Italia
Anche l'Italia celebrerà la sua forza con l'apertura della mostra "Punk in Britain" che dal 12 giugno al 28 agosto porterà alla Galleria Carla Sozzani oltre 90 fotografie per documentare volti e protagonisti di quello sparo epocale che scardinò diversi codici linguistici. Un percorso che agli scatti di Simon Barker (Six), Dennis Morris, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, Olivier Richon affiancherà disegni, collage e grafiche di Jamie Reid e una sezione speciale dedicata ai video e alle fotografie di John Tiberi.
Insieme a Siouxsie Sioux, Jordan, Debbie, Billy Idol, Soo Catwoman, Adam Ant che formavano il "Bromley Contingent", il gruppo che seguiva come un'ombra i Sex Pistols, c'era infatti Simon Baker, detto Six, pronto a catturare con la sua macchina fotografica tascabile i ricordi più indelebili dentro e fuori dai palchi, nelle camere da letto, in bagno e in cucina.
Al seguito della band anche l'americana Sheila Rock venuta da New York per raccontare la scena punk, e il fotografo che lavorava per la BBC, Ray Stevenson.
Negli stessi ambienti, primo fra tutti il Roxy, bazzicavano poi Karen Knorr e Olivier Richon che in quelle interminabili nottate ritrassero con rigore e sempre in posa i seguaci del Punk.
Al racconto di questo assortito gruppo di testimoni oculari, l'esposizione intreccerà le memorie del fotografo ufficiale del gruppo, Dennis Morris, e di John “Boogie” Tiberi, lo storico tour manager dei Sex Pistols, presente con due filmati "Concerto di Stoccolma del 1977" e "Sex Pistols Number 1", una raccolta di video clip televisivi, performance e interviste.
Ciliegina sulla torta di compleanno: i contributi di Jamie Reid, il trasgressivo interprete visivo del Punk che curava l’immagine grafica dei Sex Pistols e che trasfigurò il ritratto della regina Elisabetta sbattendola sulla copertina del nuovo disco dei Sex Pistols che poi vendette la bellezza di 25.000 copie. Una cifra sbalorditiva per l'epoca.
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