A Milano dal 14 marzo all’11 maggio
L'Arlesiana di van Gogh ospite a Palazzo Citterio

Vincent Van Gogh, L'arlesiana (Ritratto di M.me Ginoux)
Samantha De Martin
13/03/2025
Milano - Ritratta con il tradizionale abito provenzale, Marie Ginoux, proprietaria del Café de la Gare di Arles, ammicca allo spettatore con l’affettuosa dolcezza di una madre protettiva.
Lo sguardo triste, il sorriso appena accennato, il volto appoggiato sulla mano sinistra suggeriscono la presenza di un messaggio nascosto in quello che, a prima vista, potrebbe sembrare un “semplice” ritratto.
I due libri sul tavolo in primo piano - La Case de l’Oncle Tom (La capanna dello zio Tom) di Harriet Beecker Stowe e i Contes de Noël (I racconti di Natale) di Charles Dickens - confermano il significato metaforico della figura femminile, una chiara allusione ai valori profondi attribuiti alla protagonista.
Personificazione della Malinconia, L’Arlesiana di van Gogh appartiene alla serie di ritratti di Madame Ginoux che il pittore eseguì nel febbraio 1890.
La proprietaria del Café de la Gare di Arles, meta di artisti tra i quali Paul Gauguin e Vincent Van Gogh che nella città provenzale trascorsero un periodo di sodalizio artistico condividendo la casa-studio, sarà dal 14 marzo all’11 maggio a Palazzo Citterio, a Milano, ospite dello spazio della Grande Brera.
Il capolavoro del maestro olandese, proveniente dalla GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, inaugura il nuovo ciclo di esposizioni dal titolo L’Ospite che vedrà Palazzo Citterio accogliere opere particolarmente significative della storia dell’arte, in prestito temporaneo da prestigiosi musei e istituzioni.
“Con l’arrivo a Palazzo Citterio di un Van Gogh, proveniente dalla Gnamc di Roma - afferma Angelo Crespi, direttore Generale della Pinacoteca di Brera - si inaugura “L’ospite”, una serie di collaborazioni con altri istituti, non solo museali, che prevedono il prestito straordinario di un’opera sia in entrata che in uscita. Un progetto che attua il tema della valorizzazione delle collezioni nel modo più semplice e immediato, e nello stesso tempo prestigioso”.
Nel ritratto ospite a Palazzo Citterio, Madame Ginoux - la stessa che con il marito assisterà van Gogh durante i suoi frequenti disturbi nervosi - differisce dalle precedenti raffigurazioni, per la posa, oltre che per l’espressione e la cromia più chiara e pacata.
“Nell’ambito dell’accordo di collaborazione avviato con la Grande Brera - dichiara Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma - che ha generosamente concesso numerosi prestiti per la meravigliosa mostra “Il Tempo del futurismo” coadiuvandone il successo, la Gnamc offre alla città di Milano l’Arlesiana, uno dei due Van Gogh custoditi nella propria collezione, la più importante al mondo di arte moderna e contemporanea italiana. L’obiettivo è creare un ponte ideale tra Roma e Milano, fondato sullo scambio di opere delle rispettive collezioni e proteso verso una valorizzazione congiunta dei “nuovi maestri” dell’arte italiana, attraverso un programma condiviso di mostre temporanee”.
La tela condividerà con il pubblico non solo la vicinanza affettiva del pittore dei girasoli al soggetto dipinto, ma soprattutto l’analisi introspettiva della sua situazione esistenziale. A far emergere l’incidenza iconico-simbolica nell’Arlesiana sono infatti le stesse parole di Vincent scritte in una lettera indirizza a Paul Gauguin: “è un quadro che lei comprenderà, Lei, io e poche altre persone sappiamo come vorremmo che fosse capito”.
Lo sguardo triste, il sorriso appena accennato, il volto appoggiato sulla mano sinistra suggeriscono la presenza di un messaggio nascosto in quello che, a prima vista, potrebbe sembrare un “semplice” ritratto.
I due libri sul tavolo in primo piano - La Case de l’Oncle Tom (La capanna dello zio Tom) di Harriet Beecker Stowe e i Contes de Noël (I racconti di Natale) di Charles Dickens - confermano il significato metaforico della figura femminile, una chiara allusione ai valori profondi attribuiti alla protagonista.
Personificazione della Malinconia, L’Arlesiana di van Gogh appartiene alla serie di ritratti di Madame Ginoux che il pittore eseguì nel febbraio 1890.
La proprietaria del Café de la Gare di Arles, meta di artisti tra i quali Paul Gauguin e Vincent Van Gogh che nella città provenzale trascorsero un periodo di sodalizio artistico condividendo la casa-studio, sarà dal 14 marzo all’11 maggio a Palazzo Citterio, a Milano, ospite dello spazio della Grande Brera.
Il capolavoro del maestro olandese, proveniente dalla GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, inaugura il nuovo ciclo di esposizioni dal titolo L’Ospite che vedrà Palazzo Citterio accogliere opere particolarmente significative della storia dell’arte, in prestito temporaneo da prestigiosi musei e istituzioni.
“Con l’arrivo a Palazzo Citterio di un Van Gogh, proveniente dalla Gnamc di Roma - afferma Angelo Crespi, direttore Generale della Pinacoteca di Brera - si inaugura “L’ospite”, una serie di collaborazioni con altri istituti, non solo museali, che prevedono il prestito straordinario di un’opera sia in entrata che in uscita. Un progetto che attua il tema della valorizzazione delle collezioni nel modo più semplice e immediato, e nello stesso tempo prestigioso”.
Nel ritratto ospite a Palazzo Citterio, Madame Ginoux - la stessa che con il marito assisterà van Gogh durante i suoi frequenti disturbi nervosi - differisce dalle precedenti raffigurazioni, per la posa, oltre che per l’espressione e la cromia più chiara e pacata.
“Nell’ambito dell’accordo di collaborazione avviato con la Grande Brera - dichiara Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma - che ha generosamente concesso numerosi prestiti per la meravigliosa mostra “Il Tempo del futurismo” coadiuvandone il successo, la Gnamc offre alla città di Milano l’Arlesiana, uno dei due Van Gogh custoditi nella propria collezione, la più importante al mondo di arte moderna e contemporanea italiana. L’obiettivo è creare un ponte ideale tra Roma e Milano, fondato sullo scambio di opere delle rispettive collezioni e proteso verso una valorizzazione congiunta dei “nuovi maestri” dell’arte italiana, attraverso un programma condiviso di mostre temporanee”.
La tela condividerà con il pubblico non solo la vicinanza affettiva del pittore dei girasoli al soggetto dipinto, ma soprattutto l’analisi introspettiva della sua situazione esistenziale. A far emergere l’incidenza iconico-simbolica nell’Arlesiana sono infatti le stesse parole di Vincent scritte in una lettera indirizza a Paul Gauguin: “è un quadro che lei comprenderà, Lei, io e poche altre persone sappiamo come vorremmo che fosse capito”.
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