Una mostra dedicata alla pittrice aborigena australiana
La furia arcaica di Sally Gabori alla Triennale di Milano
Sally Gabori, Thundi – Big River, 2010, Private collection, Sydney, Australia, photo Mark Pokorny © The Estate of Sally Gabori
Francesca Faiella
15/02/2023
Milano - Iniziando a dipingere all'età di 80 anni Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori è considerata ormai come una delle più grandi artiste australiane degli ultimi due decenni. Permeata dal gesto pittorico nell'ultima parte della sua vita, l'artista non ha mai smesso di dipingere per i nove anni consecutivi precedenti alla sua scomparsa, producendo un patrimonio pittorico di circa 2000 tele, di una potenza evocatrice rara.
Sally Gabori è in un rapporto ancestrale con la pittura. Il suo pennello è tenuto saldamente nella sua mano come uno strumento arcaico, le cui larghe pennellate, ritmiche e luminose, fanno sorgere sulla tela una potente tessitura emotiva. Da noi in occidente molti artisti (come Picasso) con l'astrazione recuperano il primitivo per dare una valenza mitologica alla propria pittura. Quella di Sally Gabori è invece una furia arcaica non mediata. L'artista vive nei miti, è immersa in un pensiero mitico che proviene dai luoghi e dalla cultura della sua infanzia.
E da questa atmosfera mitica giunge, in modo diretto, al cuore della più moderna astrazione. Senza mediazione. Con un uso del colore sorprendente. Ed è cosi che sulle sue tele un Dio incarna il colore nero, o il colore bianco, ed è poi il colore della terra a manifestarsi, del cielo, del mare...
Nata nel 1924 in una comunità aborigena dell'isola di Bentinck, nel nord dell'Australia, per lungo tempo isolata dal resto del mondo, Sally Gabori e la sua famiglia vivono una vita tradizionale basata sulle risorse dell'isola. Un'evacuazione forzata per cause naturali costringe la famiglia e la comunità di appartenenza, il popolo "Kaiadilt", a stabilirsi sulla spiaggia dell'isola vicina di Mornington, colonizzata dai missionari presbiteriani. É su quest'isola che ottuagenaria Sally Gabori scopre la pittura astratta, e facendola propria la utilizza come mezzo di espressione artistica per esprimere la sua terra, il suo mare, se stessa.
Alla Triennale di Milano inaugura la mostra "Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori", aperta al pubblico dal 16 febbraio al 14 maggio 2023 e prodotta dalla "Fondazione Cartier pour l'art contemporain di Parigi", istituzione francese che per la prima volta ha ospitato una personale dell'artista fuori dall'Australia.
In mostra sono riunite un insieme delle opere maggiori di Sally Gabori prestate dai grandi musei australiani quali Queensland Art Gallery/Gallery of Modern Art, la National Gallery of Australia, National Gallery of Vixtoria, l'Art Gallery of New South Wales, la HOTA Home of the Arts, e il Museo francese di Quai Branly - Jacques Chirace la Fondation Opale. Il 16 febbraio 2023 alle ore 18 è previsto un incontro con la figlia e la pronipote di Sally Gabori, e con i curatori dell'esposizione francesi e australiani: Juliette Lecorne, Bruce Johnson McLean e Barbara Jean Humphreys.
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