Alla Torre Hadid di Milano con il patrocino del FAI
Le Meraviglie Nascoste in 20 scatti di Stefano Guindani

Stefano Guindani, Villa del Balbianello
la redazione
08/10/2019
Milano - Stefano Guindani è uno dei più famosi fotografi di moda in Italia. Al suo attivo vanta collaborazioni di lunga durata con Giorgio Armani e Valentino. Nella primavera del 2019 è stato chiamato da Banca Generali a collaborare in occasione delle Giornate del FAI. Da quel sodalizio è nato un album di fotografie intitolato “Meraviglie Nascoste”, 20 scatti in tutto, esposti fino al 15 novembre presso Torre Hadid di Milano.
“Il progetto nasce dall’idea di riuscire a trasmettere un’emozione” afferma Stefano Guindani. “Ho impostato il lavoro in questo modo: prima di scattare la foto ho immaginato quale sarebbe stato il finale”.
Nelle immagini, che campeggiano come quinte teatrali nella grande hall dell’avveniristico e azotato edificio progettato da Zaha Hadid per Citylife, si ammirano scorci incantevoli e vedute panoramiche dove arte, cultura e paesaggio raggiungono un equilibrio perfetto. Ed è facile evocare i rumori che accompagnano quei punti di vista, quando si tratta di esterni.
Dal Castello della Manta adagiato sulle colline della provincia di Cuneo, al Castello di Masino con il suo meraviglioso parco, e ancora San Fruttuoso, la Villa del Balbianello, la Villa Panza con la collezione di arte contemporanea e poi la villa Necchi Campiglio nel cuore di Milano: si finisce per abbandonare lo spazio temporale che ci proietta verso il futuro, si entra nella sfera dell’impressione e del soggettivo immergendosi nella storia del nostro paese. C’è tutto il sentire italiano, intriso del senso di bello e di equilibrio. Ma soprattutto c’è il sentirsi a casa, pienamente.
“C’è un gioco che mi diverte fare con i giovani a cui insegno e in generale alle persone che incontro. Chiedo loro: qual è l’opera che ti porteresti a casa versando due stipendi, qualsiasi sia il valore effettivo dell’ammontare complessivo, comunque una cifra significativa? Ecco in questo caso, secondo me, la scelta cade inevitabilmente su un’opera che desta emozione. Io spero di essere riuscito attraverso i giochi di luce e di ombra a provocare una reazione” continua Guindani.
“In generale il mio lavoro si concentra sulla ricerca della bellezza assoluta tramite la scoperta delle linee geometriche. L’apporto della matematica alla mia professione per me è importantissimo. Nei numeri c’è follia, c’è qualcosa che definisce l'ingresso nella sfera dell'arte”.
Non solo fotografie di moda, ritratti di personaggi famosi, Stefano Guindani si muove anche in quello spazio indipendente, il reportage, dove la scoperta e il viaggio sono strumentali al racconto della vita delle persone. Ad Haiti ha lavorato molto, immortalando l’assoluta bellezza del sorriso di un bambino accanto a persone comuni incontrate ad esempio in località inconsuete come le sponde di Saut d’Eau, la cascata che unisce cattolici e adepti del woodoo.
“Il progetto nasce dall’idea di riuscire a trasmettere un’emozione” afferma Stefano Guindani. “Ho impostato il lavoro in questo modo: prima di scattare la foto ho immaginato quale sarebbe stato il finale”.
Nelle immagini, che campeggiano come quinte teatrali nella grande hall dell’avveniristico e azotato edificio progettato da Zaha Hadid per Citylife, si ammirano scorci incantevoli e vedute panoramiche dove arte, cultura e paesaggio raggiungono un equilibrio perfetto. Ed è facile evocare i rumori che accompagnano quei punti di vista, quando si tratta di esterni.
Dal Castello della Manta adagiato sulle colline della provincia di Cuneo, al Castello di Masino con il suo meraviglioso parco, e ancora San Fruttuoso, la Villa del Balbianello, la Villa Panza con la collezione di arte contemporanea e poi la villa Necchi Campiglio nel cuore di Milano: si finisce per abbandonare lo spazio temporale che ci proietta verso il futuro, si entra nella sfera dell’impressione e del soggettivo immergendosi nella storia del nostro paese. C’è tutto il sentire italiano, intriso del senso di bello e di equilibrio. Ma soprattutto c’è il sentirsi a casa, pienamente.
“C’è un gioco che mi diverte fare con i giovani a cui insegno e in generale alle persone che incontro. Chiedo loro: qual è l’opera che ti porteresti a casa versando due stipendi, qualsiasi sia il valore effettivo dell’ammontare complessivo, comunque una cifra significativa? Ecco in questo caso, secondo me, la scelta cade inevitabilmente su un’opera che desta emozione. Io spero di essere riuscito attraverso i giochi di luce e di ombra a provocare una reazione” continua Guindani.
“In generale il mio lavoro si concentra sulla ricerca della bellezza assoluta tramite la scoperta delle linee geometriche. L’apporto della matematica alla mia professione per me è importantissimo. Nei numeri c’è follia, c’è qualcosa che definisce l'ingresso nella sfera dell'arte”.
Non solo fotografie di moda, ritratti di personaggi famosi, Stefano Guindani si muove anche in quello spazio indipendente, il reportage, dove la scoperta e il viaggio sono strumentali al racconto della vita delle persone. Ad Haiti ha lavorato molto, immortalando l’assoluta bellezza del sorriso di un bambino accanto a persone comuni incontrate ad esempio in località inconsuete come le sponde di Saut d’Eau, la cascata che unisce cattolici e adepti del woodoo.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Udine | Presentati il bilancio 2024 e oltre 100 nuovi appuntamenti
Aquileia 2025: un anno di eventi e progetti
-
Il complesso del '500 a un passo dal Colosseo torna a essere fruibile
A Roma Villa Silvestri Rivaldi riapre i battenti
-
Parma | A Parma dall’8 febbraio al 18 maggio
Alla Pilotta una mostra ripercorre l'arte della legatura tra Quattro e Cinquecento
-
I programmi dal 27 gennaio al 2 febbraio
La settimana dell’arte in tv, da Leonardo a Magritte
-
Roma | Fino al 27 luglio al Museo Storico della Fanteria
Dai Chupa Chups ai profumi, un insolito Dalí in mostra a Roma
-
Parma | Dal 15 marzo a Mamiano di Traversetolo (Parma)
Primavera alla Magnani Rocca con i fiori nell’arte del Novecento