A Milano dal 27 marzo
Torna a splendere il Raffaello dell'Ambrosiana: il cartone della Scuola di Atene di nuovo visibile dopo il restauro
Il cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello © Veneranda Biblioteca Ambrosiana / Malcangi / Mondadori Portfolio
Samantha De Martin
25/03/2019
Milano - Il più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto, interamente realizzato dalla mano di Raffaello come disegno preparatorio, a grandezza naturale della Scuola di Atene, è pronto a mostrarsi al pubblico, in un nuovo allestimento, dopo un restauro durato quattro anni.
A partire dal 27 marzo, infatti, il cartone preparatorio di uno dei quattro affreschi commissionati nel 1508 a Raffaello da Papa Giulio II per decorare la Stanza della Segnatura in Vaticano, sarà al centro della mostra Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone.
Il Cartone dell’Ambrosiana non venne effettivamente utilizzato per trasportare il disegno di Raffaello sulla parete, ma per illustrare al Papa l’effetto complessivo dell’opera una volta ultimata. Ed è per questo motivo che l’opera si è conservata intatta.
Il capolavoro racconta una lunga vicenda. Diviso in “duoi pezzi di disegno di Raphaele d’Urbino in cartone”, era giunto presso la Pinacoteca Ambrosiana nel 1610 come prestito dal conte Fabio II Visconti di Brebbia, per essere poi ceduto definitivamente nel 1626 dalla vedova Bianca Spinola Borromeo, per la somma di seicento lire imperiali.
Nel maggio del 1796 il commissario francese Peignon cita il Cartone tra le opere da confiscare alla Pinacoteca. Ha intanto inizio a a Parigi la lunga procedura per il restauro dell’opera. Il 30 settembre 1815 il Cartone viene consegnato dal Direttore Generale del Louvre alla Commissione austriaca per il recupero delle opere d’arte provenienti dalle regioni italiane di dominio austriaco. Arrivato a Roma nel 1918 per essere tutelato dai rischi dei bombardamenti bellici, nel 1942 viene posto in sicurezza nel caveau della cassa di Risparmio delle Province Lombarde, per essere esposto, quattro anni dopo, alla mostra di Lucerna organizzata per recuperare fondi per la ricostruzione dell’Ambrosiana.
Nel 1966 avviene l’ultimo rinnovamento della sala 5 della Pinacoteca Ambrosiana, a cura di Luigi Caccia Dominioni. L’attività di indagine avviata dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, per il tramite della Fondazione Cardinale Federico Borromeo, aveva avuto inizio nel 2014. L’intervento è stato interamente sostenuto dal contributo della società RaMo SpA, per volontà del Fondatore Giuseppe Rabolini.
Al termine delle operazioni di restauro, dirette e coordinate da Maurizio Michelozzi, il Cartone si potrà ammirare in una nuova teca in vetro che permetterà di visionare il disegno senza interferenze. Per l’occasione è stata inoltre riallestita la sala espositiva interamente dedicata al Cartone di Raffaello, su progetto di Stefano Boeri Architetti, con apparati che illustrano ai visitatori il restauro e la storia di questo capolavoro.
L’esposizione del Cartone - che sarà accompagnata da una pubblicazione di Electa editore con testi di Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana - rafforza la presenza della Pinacoteca stessa all’interno di un circuito “ideale” della Milano rinascimentale, in un’area che, nel raggio di pochi chilometri quadrati, accoglie anche l’Ultima Cena di Leonardo (a Santa Maria delle Grazie) e la Pietà Rondanini di Michelangelo, al Castello Sforzesco.
Leggi anche:
• Resaurato il cartone della Scuola di Atene di Raffaello
A partire dal 27 marzo, infatti, il cartone preparatorio di uno dei quattro affreschi commissionati nel 1508 a Raffaello da Papa Giulio II per decorare la Stanza della Segnatura in Vaticano, sarà al centro della mostra Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone.
Il Cartone dell’Ambrosiana non venne effettivamente utilizzato per trasportare il disegno di Raffaello sulla parete, ma per illustrare al Papa l’effetto complessivo dell’opera una volta ultimata. Ed è per questo motivo che l’opera si è conservata intatta.
Il capolavoro racconta una lunga vicenda. Diviso in “duoi pezzi di disegno di Raphaele d’Urbino in cartone”, era giunto presso la Pinacoteca Ambrosiana nel 1610 come prestito dal conte Fabio II Visconti di Brebbia, per essere poi ceduto definitivamente nel 1626 dalla vedova Bianca Spinola Borromeo, per la somma di seicento lire imperiali.
Nel maggio del 1796 il commissario francese Peignon cita il Cartone tra le opere da confiscare alla Pinacoteca. Ha intanto inizio a a Parigi la lunga procedura per il restauro dell’opera. Il 30 settembre 1815 il Cartone viene consegnato dal Direttore Generale del Louvre alla Commissione austriaca per il recupero delle opere d’arte provenienti dalle regioni italiane di dominio austriaco. Arrivato a Roma nel 1918 per essere tutelato dai rischi dei bombardamenti bellici, nel 1942 viene posto in sicurezza nel caveau della cassa di Risparmio delle Province Lombarde, per essere esposto, quattro anni dopo, alla mostra di Lucerna organizzata per recuperare fondi per la ricostruzione dell’Ambrosiana.
Nel 1966 avviene l’ultimo rinnovamento della sala 5 della Pinacoteca Ambrosiana, a cura di Luigi Caccia Dominioni. L’attività di indagine avviata dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, per il tramite della Fondazione Cardinale Federico Borromeo, aveva avuto inizio nel 2014. L’intervento è stato interamente sostenuto dal contributo della società RaMo SpA, per volontà del Fondatore Giuseppe Rabolini.
Al termine delle operazioni di restauro, dirette e coordinate da Maurizio Michelozzi, il Cartone si potrà ammirare in una nuova teca in vetro che permetterà di visionare il disegno senza interferenze. Per l’occasione è stata inoltre riallestita la sala espositiva interamente dedicata al Cartone di Raffaello, su progetto di Stefano Boeri Architetti, con apparati che illustrano ai visitatori il restauro e la storia di questo capolavoro.
L’esposizione del Cartone - che sarà accompagnata da una pubblicazione di Electa editore con testi di Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana - rafforza la presenza della Pinacoteca stessa all’interno di un circuito “ideale” della Milano rinascimentale, in un’area che, nel raggio di pochi chilometri quadrati, accoglie anche l’Ultima Cena di Leonardo (a Santa Maria delle Grazie) e la Pietà Rondanini di Michelangelo, al Castello Sforzesco.
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