Al via la mostra nell'ex Presbiterio di Santa Croce
Dagli arabeschi all'avanguardia, l'arte del Mediterraneo si racconta a Tunisi

Palazzo Dar Bach Hamba, Tunisi, Courtesy Fondazione Orestiadi
Francesca Grego
31/01/2020
Mondo - Una fitta rete di relazioni unisce le due sponde del Mediterraneo e l'arte, intesa nel senso più ampio, le racconta da millenni. Lo fa spesso in silenzio, come chi non ha nulla da dimostrare. Diventa vitale parlarne quando, da spazio di incontro, il mare sembra trasformarsi in confine. È questo l'obiettivo di Trame Mediterranee. La collezione Ludovico Corrao e Dar Bach Hamba di Tunisi, in scena dal 6 febbraio nella capitale maghrebina.
Un omaggio a Corrao, il sindaco intellettuale e appassionato che, dopo il terremoto del 1968, rese Gibellina una città d'arte chiamando a raccolta architetti e artisti per farne un museo a cielo aperto: da Alberto Burri ad Arnaldo Pomodoro, da Josef Beuys a Mario Schifano, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Piero Consagra. Ma soprattutto la testimonianza di un continuum di forme, segni e immagini che trova espressione in una varietà di culture e linguaggi.
Presso l'ex Presbiterio di Santa Croce nella Medina di Tunisi vedremo in mostra i documenti vivi di una lunga storia: opere d'arte contemporanea, tessuti preziosi, ceramiche e terrecotte, pupi siciliani e sculture in legno, che attraversano il mare grazie a Orestiadi, la fondazione creata da Corrao nel 1992, e in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura a Tunisi, l'Ambasciata d'Italia in Tunisia e la municipalità della capitale maghrebina. Non è certo la prima iniziativa internazionale della fondazione, quanto piuttosto un importante ritorno. Dalla folgorazione nei vicoli di Tunisi, che negli anni Settanta portò Corrao a dar vita alla sua raccolta, sono nati il museo “Le Trame Mediterranee”, con sede a Gibellina e nel palazzo Dar Bach Hamba di Tunisi, nonché scambi culturali su più piani e un impegno volto a risolvere piccoli e grandi conflitti. Oggi geometrie e arabeschi ci parlano di una koinè mediterranea che affonda le radici nella notte dei tempi senza restare confinata nell'arcaico, capace di ispirare l'avanguardia e il contemporaneo. Tecniche, forme e decorazioni comuni mostrano come le vicende dei popoli di questa parte del mondo si siano incrociate e mescolate nel corso dei secoli, facendo del confronto una fonte fondamentale di ricchezza.
Curata da Enzo Fiammetta con il contributo di Achille Bonito Oliva, Francesca Lorenzo Fanara, Maria Vittoria Longhi, Calogero Pumilia, Daria Settineri e Roberta Civiletto, Trame Mediterranee. La collezione Ludovico Corrao e Dar Bach Hamba di Tunisi saràin programma fino al 6 marzo.
Un omaggio a Corrao, il sindaco intellettuale e appassionato che, dopo il terremoto del 1968, rese Gibellina una città d'arte chiamando a raccolta architetti e artisti per farne un museo a cielo aperto: da Alberto Burri ad Arnaldo Pomodoro, da Josef Beuys a Mario Schifano, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Piero Consagra. Ma soprattutto la testimonianza di un continuum di forme, segni e immagini che trova espressione in una varietà di culture e linguaggi.
Presso l'ex Presbiterio di Santa Croce nella Medina di Tunisi vedremo in mostra i documenti vivi di una lunga storia: opere d'arte contemporanea, tessuti preziosi, ceramiche e terrecotte, pupi siciliani e sculture in legno, che attraversano il mare grazie a Orestiadi, la fondazione creata da Corrao nel 1992, e in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura a Tunisi, l'Ambasciata d'Italia in Tunisia e la municipalità della capitale maghrebina. Non è certo la prima iniziativa internazionale della fondazione, quanto piuttosto un importante ritorno. Dalla folgorazione nei vicoli di Tunisi, che negli anni Settanta portò Corrao a dar vita alla sua raccolta, sono nati il museo “Le Trame Mediterranee”, con sede a Gibellina e nel palazzo Dar Bach Hamba di Tunisi, nonché scambi culturali su più piani e un impegno volto a risolvere piccoli e grandi conflitti. Oggi geometrie e arabeschi ci parlano di una koinè mediterranea che affonda le radici nella notte dei tempi senza restare confinata nell'arcaico, capace di ispirare l'avanguardia e il contemporaneo. Tecniche, forme e decorazioni comuni mostrano come le vicende dei popoli di questa parte del mondo si siano incrociate e mescolate nel corso dei secoli, facendo del confronto una fonte fondamentale di ricchezza.
Curata da Enzo Fiammetta con il contributo di Achille Bonito Oliva, Francesca Lorenzo Fanara, Maria Vittoria Longhi, Calogero Pumilia, Daria Settineri e Roberta Civiletto, Trame Mediterranee. La collezione Ludovico Corrao e Dar Bach Hamba di Tunisi saràin programma fino al 6 marzo.
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