Fino al 29 luglio nella città svizzera
Dall'Amazzonia alla stazione di Zurigo, il nuovo progetto di Ernesto Neto
Ernesto Neto, GaiaMotherTree alla stazione di Zurigo
Samantha De Martin
03/07/2018
Mondo - Un gigantesco albero dalla chioma intrecciata con coloratissimi nastri di cotone, lavorati all’uncinetto e annodati a comporre una maestosa figura trasparente, si allunga dal soffitto della stazione di Zurigo fino a raggiungere i visitatori, invitandoli ad indugiare e accomodarsi su sedute disposte in cerchio.
Realizzata interamente a mano, a stretto contatto con gli Huni Kuin - una popolazione indigena della foresta amazzonica brasiliana che vive quasi al confine con il Perù - GaiaMotherTree è l’ultima incursione di Ernesto Neto che occupa il soffitto dell’atrio principale della stazione svizzera.
La cultura e le tradizioni, la lingua, il sapere ancestrale, l’artigianato, l’estetica, i valori di questi amerindi e il loro rapporto con la natura, che dal 2013 hanno cambiato anche la concezione artistica di Neto diventandone parte integrante, raggiungono il turista di passaggio e lo catturano. Dall’incontro con questo scorcio di foresta amazzonica ideata da Neto e con gli elementi pendenti a forma di goccia, composti dall’artista brasiliano, anche l’olfatto ne esce totalmente coinvolto grazie alla presenza di spezie e semenze odorose.
La grande scultura, totalmente immersiva - un luogo di incontro e interazione, ma anche uno spazio di meditazione, all’interno del quale un programma vario di appuntamenti coinvolgerà grandi e piccoli - è presentata dalla Fondation Beyeler e occuperà gli spazi della stazione fino al 29 luglio.
Spiritualità, umanesimo, ecologia sono gli aspetti evidenti del lavoro dell’artista brasiliano noto per le sue installazioni caratterizzate dall’utilizzo di materie e tecniche atipiche in arte, e che chiedono allo spettatore di essere messe in movimento, toccate, annusate, attraversate.
In concomitanza con questo intervento, nello spazio pubblico della Fondazione voluta da Ernst Beyeler, il pubblico potrà ammirare altre opere di Neto. Nella sala centrale del museo sono, infatti, esposte importanti sculture storiche degli anni 1980 e 1990, mentre nel parco è collocato Altar for a plant del 2017.
Leggi anche:
• Da Picasso a Giacometti, il 2018 in Svizzera è l'anno delle grandi mostre
Realizzata interamente a mano, a stretto contatto con gli Huni Kuin - una popolazione indigena della foresta amazzonica brasiliana che vive quasi al confine con il Perù - GaiaMotherTree è l’ultima incursione di Ernesto Neto che occupa il soffitto dell’atrio principale della stazione svizzera.
La cultura e le tradizioni, la lingua, il sapere ancestrale, l’artigianato, l’estetica, i valori di questi amerindi e il loro rapporto con la natura, che dal 2013 hanno cambiato anche la concezione artistica di Neto diventandone parte integrante, raggiungono il turista di passaggio e lo catturano. Dall’incontro con questo scorcio di foresta amazzonica ideata da Neto e con gli elementi pendenti a forma di goccia, composti dall’artista brasiliano, anche l’olfatto ne esce totalmente coinvolto grazie alla presenza di spezie e semenze odorose.
La grande scultura, totalmente immersiva - un luogo di incontro e interazione, ma anche uno spazio di meditazione, all’interno del quale un programma vario di appuntamenti coinvolgerà grandi e piccoli - è presentata dalla Fondation Beyeler e occuperà gli spazi della stazione fino al 29 luglio.
Spiritualità, umanesimo, ecologia sono gli aspetti evidenti del lavoro dell’artista brasiliano noto per le sue installazioni caratterizzate dall’utilizzo di materie e tecniche atipiche in arte, e che chiedono allo spettatore di essere messe in movimento, toccate, annusate, attraversate.
In concomitanza con questo intervento, nello spazio pubblico della Fondazione voluta da Ernst Beyeler, il pubblico potrà ammirare altre opere di Neto. Nella sala centrale del museo sono, infatti, esposte importanti sculture storiche degli anni 1980 e 1990, mentre nel parco è collocato Altar for a plant del 2017.
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