Fino al 24 ottobre 13 artisti per TraumA
Misteriosa e insolita: la Triennale di Bruges svela il volto nascosto della città fiamminga
Nnenna Okore, And the World Keeps Turning, Triënnale Brugge 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Stad Brugge
Samantha De Martin
11/05/2021
Mondo - Sotto la pelle di Bruges, la perla incantata avvolta tra i merletti e i pennelli dei primitivi fiamminghi, c’è un’identità che va oltre l’immagine superficiale della città perfetta, scolpita nelle cartoline e negli scatti dei turisti.
Questa Bruges insolita, percorsa da segreti perturbanti che scivolano nel sottosuolo, è al centro dell’edizione 2021 della Triennale di Bruges intitolata TraumA e che, fino al prossimo 24 ottobre, sposta lo sguardo dei viaggiatori dallo spazio pubblico verso alcune dimensioni nascoste della città e dei suoi abitanti.
Una narrazione corale, a più voci, frutto della partecipazione di 13 protagonisti, tra artisti e architetti, fa da fil rouge alle installazioni temporanee nel cuore della città patrimonio Unesco, tessendo un percorso incentrato sull’ambiguità, dove la demarcazione tra spazio pubblico e privato viene rinegoziata.
Punto di partenza di questo viaggio dietro le quinte dell’immaginazione, è la Loggia dei borghesi (Poorteersloge) dove lo scultore argentino Adrian Villar Rojas ha collocato alcuni nidi di uccelli e dove, facendo appello allo sfarzo, ma anche al senso di segreto, gli altri colleghi mettono in discussione le dimensioni occulte della società.
Amanda Browder, Happy Coincidences, Triënnale Brugge 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Stad Brugge
Lungo la Verversdijk, la via duecentesca che deve il suo nome ai tintori di stoffe che vi avevano stabilito i loro laboratori, Amanda Browder colloca la sua installazione dalle fantasie giocose. Situata tra i mattoni del ponte, sopra il canale e tra le finestre delle case, Happy Coincidences travolge e sorprende i passanti, trascinandoli in una dimensione intima.
Il tema del doppio secondo Jon Lott
Nei pressi di quella che fu l’abitazione di Jan van Eych, il padiglione The Bruges Diptych è il frutto della fascinazione esercitata sull’artista Jon Lott dai doppelgänger (doppi o sosia) sia tra le persone che in architettura. Attraverso questa costruzione, creata duplicando una facciata posteriore esistente, con l’aggiunta di una copia della facciata originale, l’architetto gioca con la tensione tra interno ed esterno, tra ciò che è visibile a occhio nudo e la vita che si svolge, oltre le facciate di una città.
Le maschere di Nadia Naveau lungo il Canale degli Agostiniani
Se con Who is afraid of Natasha Joanna Malinowska & C.T.Jasper danno nuova vita a una statua dimenticata della città polacca di Gdynia, proprio in corrispondenza del Begijnhof, le maschere brillanti di Nadia Naveau, incastonate in diverse nicchie lungo l’acqua del Canale degli Agostiniani, accendono l’attenzione del visitatore su suggestivi elementi architettonici nascosti, solitamente lontani dalla rotta dei battelli turistici.
Nadia Naveau, Les Niches Parties, 2021, Base-Alpha Gallery, Antwerpen | Foto: © Matthias Desmet | Courtesy Triënnale Brugge
Una torre trecentesca vestita di rosso
Passeggiando per Bruges si ha spesso l’impressione di scivolare verso epoche lontane grazie alle silenziose tracce di un passato vivo. La Poertoren, la torre difensiva trecentesca alta 18 metri, non lontana dal romantico Minnewater, è una di queste. Al suo interno venne a lungo conservata la polvere da sparo. Ispirandosi al tipico color rosso mattone della regione e alla tecnica del merletto, l’artista Nnenna Okore avvolge questo monumento con un grande collage rosso, realizzato con un materiale ricavato da copertoni per autocarri con una solida struttura sintetica in PVC.
Con “And the world Keeps Turning” Nnenna Okore accende così un faro che ricorda alla città il suo passato glorioso, raccogliendo la sfida del futuro.
Ma la Triennale di Bruges 2021 offre agli ospiti l’opportunità di entrare in alcuni luoghi particolarmente significativi di questo centro dal volto fiabesco. Come il Museum Onze-Lieve-Vrouw ter Potterie, fin dal XIII secolo un ospedale destinato alla cura di pellegrini e viaggiatori, oggi trasformato in museo. Per queste sale Laura Splan ha concepito le sue interpretazioni creative relative alla cura e alla malattia, trame di scienza, finzione, religione che si intrecciano al terreno della cura e della guarigione.
Laura Splan, Disentanglement, 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Courtesy Triënnale Brugge
L’intervento di Héctor Zamora, Strangler, si svolge invece attorno a un pino austriaco che ricorda all’artista il “ceibo” dell'Amazzonia, considerato sacro. Le piante gli si avvinghiano attorno vivendo attraverso l’energia sottratta all’ospite. L’installazione di Zamora innesca invece un movimento inverso: l’impalcatura industriale assicura un legame tra uomo e natura consentendo al pubblico di raggiungere la cima dell’albero.
Héctor Zamora, Strangler, 2021, Labor, Mexico; Luciana Brito Galeria, São Paulo; Albarrán Bourdais, Madrid - Triënnale Brugge 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Stad Brugge
Un divano di spille per piazza Burg
A Piazza Burg, per secoli centro del potere cittadino, il divano di Kaabi-Linke, ricoperto di spille lucide, rende impossibile qualsiasi incontro. Inner Circle si basa su un'indagine effettuata sulle targhe poste sulle facciate, che rimandano a club o associazioni esclusive, che usano talvolta il cerchio come forma base. L’artista Kaabi-Linke vuole prestare attenzione a questi gruppi d'élite, ma anche ad altri circoli sociali, dove il confine tra ospitalità ed esclusione è spesso fragile.
La città “porosa”
Oltre ai 13 interventi realizzati nel centro città, l’edizione 2021 della Triennale di Bruges offre una riflessione sull’ambiente grazie alla mostra collettiva The Porous City. Si tratta di un approfondimento del tema TraumA attraverso una quarantina di opere, tra sculture, fotografie, video, che collegano voci dissonanti al carattere perturbante del Poortersloge. Gli artisti snocciolano qui la loro visione del mondo e dell'architettura, talvolta frammentata e distorta, talvolta idilliaca.
Curata da Till-Holger Borchert, Michel Dewilde, Els Wuyts, Santiago De Waele, sulla scia delle precedenti edizioni, anche la Triennale 2021 porta l’arte contemporanea in strada, mettendola in relazione con il pubblico, svelando una Bruges insolita, tutta da scoprire.
Nadia Kaabi-Linke, Inner Circle | Foto: © Matthias Desmet | Courtesy Triënnale Brugge 2021 © Stad Brugge
Leggi anche:
• A spasso per Bruges con Pieter Aspe
Questa Bruges insolita, percorsa da segreti perturbanti che scivolano nel sottosuolo, è al centro dell’edizione 2021 della Triennale di Bruges intitolata TraumA e che, fino al prossimo 24 ottobre, sposta lo sguardo dei viaggiatori dallo spazio pubblico verso alcune dimensioni nascoste della città e dei suoi abitanti.
Una narrazione corale, a più voci, frutto della partecipazione di 13 protagonisti, tra artisti e architetti, fa da fil rouge alle installazioni temporanee nel cuore della città patrimonio Unesco, tessendo un percorso incentrato sull’ambiguità, dove la demarcazione tra spazio pubblico e privato viene rinegoziata.
Punto di partenza di questo viaggio dietro le quinte dell’immaginazione, è la Loggia dei borghesi (Poorteersloge) dove lo scultore argentino Adrian Villar Rojas ha collocato alcuni nidi di uccelli e dove, facendo appello allo sfarzo, ma anche al senso di segreto, gli altri colleghi mettono in discussione le dimensioni occulte della società.
Amanda Browder, Happy Coincidences, Triënnale Brugge 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Stad Brugge
Lungo la Verversdijk, la via duecentesca che deve il suo nome ai tintori di stoffe che vi avevano stabilito i loro laboratori, Amanda Browder colloca la sua installazione dalle fantasie giocose. Situata tra i mattoni del ponte, sopra il canale e tra le finestre delle case, Happy Coincidences travolge e sorprende i passanti, trascinandoli in una dimensione intima.
Il tema del doppio secondo Jon Lott
Nei pressi di quella che fu l’abitazione di Jan van Eych, il padiglione The Bruges Diptych è il frutto della fascinazione esercitata sull’artista Jon Lott dai doppelgänger (doppi o sosia) sia tra le persone che in architettura. Attraverso questa costruzione, creata duplicando una facciata posteriore esistente, con l’aggiunta di una copia della facciata originale, l’architetto gioca con la tensione tra interno ed esterno, tra ciò che è visibile a occhio nudo e la vita che si svolge, oltre le facciate di una città.
Le maschere di Nadia Naveau lungo il Canale degli Agostiniani
Se con Who is afraid of Natasha Joanna Malinowska & C.T.Jasper danno nuova vita a una statua dimenticata della città polacca di Gdynia, proprio in corrispondenza del Begijnhof, le maschere brillanti di Nadia Naveau, incastonate in diverse nicchie lungo l’acqua del Canale degli Agostiniani, accendono l’attenzione del visitatore su suggestivi elementi architettonici nascosti, solitamente lontani dalla rotta dei battelli turistici.
Nadia Naveau, Les Niches Parties, 2021, Base-Alpha Gallery, Antwerpen | Foto: © Matthias Desmet | Courtesy Triënnale Brugge
Una torre trecentesca vestita di rosso
Passeggiando per Bruges si ha spesso l’impressione di scivolare verso epoche lontane grazie alle silenziose tracce di un passato vivo. La Poertoren, la torre difensiva trecentesca alta 18 metri, non lontana dal romantico Minnewater, è una di queste. Al suo interno venne a lungo conservata la polvere da sparo. Ispirandosi al tipico color rosso mattone della regione e alla tecnica del merletto, l’artista Nnenna Okore avvolge questo monumento con un grande collage rosso, realizzato con un materiale ricavato da copertoni per autocarri con una solida struttura sintetica in PVC.
Con “And the world Keeps Turning” Nnenna Okore accende così un faro che ricorda alla città il suo passato glorioso, raccogliendo la sfida del futuro.
Ma la Triennale di Bruges 2021 offre agli ospiti l’opportunità di entrare in alcuni luoghi particolarmente significativi di questo centro dal volto fiabesco. Come il Museum Onze-Lieve-Vrouw ter Potterie, fin dal XIII secolo un ospedale destinato alla cura di pellegrini e viaggiatori, oggi trasformato in museo. Per queste sale Laura Splan ha concepito le sue interpretazioni creative relative alla cura e alla malattia, trame di scienza, finzione, religione che si intrecciano al terreno della cura e della guarigione.
Laura Splan, Disentanglement, 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Courtesy Triënnale Brugge
L’intervento di Héctor Zamora, Strangler, si svolge invece attorno a un pino austriaco che ricorda all’artista il “ceibo” dell'Amazzonia, considerato sacro. Le piante gli si avvinghiano attorno vivendo attraverso l’energia sottratta all’ospite. L’installazione di Zamora innesca invece un movimento inverso: l’impalcatura industriale assicura un legame tra uomo e natura consentendo al pubblico di raggiungere la cima dell’albero.
Héctor Zamora, Strangler, 2021, Labor, Mexico; Luciana Brito Galeria, São Paulo; Albarrán Bourdais, Madrid - Triënnale Brugge 2021 | Foto: © Matthias Desmet | Stad Brugge
Un divano di spille per piazza Burg
A Piazza Burg, per secoli centro del potere cittadino, il divano di Kaabi-Linke, ricoperto di spille lucide, rende impossibile qualsiasi incontro. Inner Circle si basa su un'indagine effettuata sulle targhe poste sulle facciate, che rimandano a club o associazioni esclusive, che usano talvolta il cerchio come forma base. L’artista Kaabi-Linke vuole prestare attenzione a questi gruppi d'élite, ma anche ad altri circoli sociali, dove il confine tra ospitalità ed esclusione è spesso fragile.
La città “porosa”
Oltre ai 13 interventi realizzati nel centro città, l’edizione 2021 della Triennale di Bruges offre una riflessione sull’ambiente grazie alla mostra collettiva The Porous City. Si tratta di un approfondimento del tema TraumA attraverso una quarantina di opere, tra sculture, fotografie, video, che collegano voci dissonanti al carattere perturbante del Poortersloge. Gli artisti snocciolano qui la loro visione del mondo e dell'architettura, talvolta frammentata e distorta, talvolta idilliaca.
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