A Napoli dal 6 maggio al 30 settembre
Canova si racconta: al Museo e Real Bosco di Capodimonte un restauro in mostra
Antonio Canova, Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte, 1804-1807, marmo, Collezione Devonshire, Chatsworth House. Courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte
Samantha De Martin
06/05/2019
Napoli - Seduta su una sedia alla greca, Letizia Ramolino Bonaparte, l’anziana madre dell’Imperatore, avvolta nel suo abito riccamente drappeggiato che conferisce alla scultura una sinuosità elegante, rivolge al pubblico, dalla sua posa rilassata, un sorriso d’intesa.
Il calco in gesso della scultura in marmo - commissionata direttamente dalla madre dell’Imperatore, a Roma dal 31 marzo al 14 novembre del 1804, passata alle Tuileries e oggi conservata in Inghilterra, nella storica dimora di Chatsworth House - fu acquisito nel novembre del 1808 dalla corte di Gioacchino Murat, nominato re di Napoli il 1° agosto 1808.
In occasione della grande mostra Canova e l'antico in corso al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il restauro dell'opera in gesso sarà, dal 6 maggio al 30 settembre, al centro della mostra-focus Canova, un restauro in mostra.
L’esposizione, a cura di Maria Tamajo Contarini e Alessia Zaccaria, in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus e con il sostegno di Tecno srl, rientra nel ciclo di mostre-focus L'Opera si racconta con cui il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha deciso di dar voce a dipinti, sculture e oggetti d’arte. Si tratta di lavori presentati al pubblico e messi in relazione con altre opere o documenti che ne spiegano il contesto in uno spazio a loro riservato: la sala 6, al primo piano.
L'intervento di analisi diagnostica e di restauro sulla scultura ad opera dei restauratori Augusto Giuffredi, Marilena Anzani e Alfio Rabbolini, svelerà al pubblico la genesi del calco e le sue caratteristiche, anche in relazione alle repliche realizzate. Nel corso dell’intervento l'opera dialogherà con le due repliche originali raffiguranti Letizia Ramolino, eseguite sotto il diretto controllo di Canova e oggi custodite presso l’Accademia di Carrara e il Museo Canova di Possagno.
All’interno di questo “cantiere aperto” il visitatore avrà modo di entrare in contatto con le problematiche del museo e degli aspetti legati alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio in esso custodito, ma anche di scoprire le fasi di realizzazione dell’opera, i prodotti impiegati, le tecniche scultoree utilizzate.
L’opera del maestro veneto è la terza a essere protagonista del progetto espositivo, inaugurato nella primavera 2017 con la Crocifissione di Antoon Van Dyck, dopo la Parabola dei ciechi di Pieter Brueghel il Vecchio e la Sacra Conversazione di Konrad Witz.
Leggi anche:
• Canova protagonista assoluto della primavera al MANN
• Canova e l'antico: parla il direttore del MANN, Paolo Giulierini
• Caravaggio, Napoli e il naturalismo partenopeo. Un dialogo inedito al Museo e Real Bosco di Capodimonte
Il calco in gesso della scultura in marmo - commissionata direttamente dalla madre dell’Imperatore, a Roma dal 31 marzo al 14 novembre del 1804, passata alle Tuileries e oggi conservata in Inghilterra, nella storica dimora di Chatsworth House - fu acquisito nel novembre del 1808 dalla corte di Gioacchino Murat, nominato re di Napoli il 1° agosto 1808.
In occasione della grande mostra Canova e l'antico in corso al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il restauro dell'opera in gesso sarà, dal 6 maggio al 30 settembre, al centro della mostra-focus Canova, un restauro in mostra.
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L'intervento di analisi diagnostica e di restauro sulla scultura ad opera dei restauratori Augusto Giuffredi, Marilena Anzani e Alfio Rabbolini, svelerà al pubblico la genesi del calco e le sue caratteristiche, anche in relazione alle repliche realizzate. Nel corso dell’intervento l'opera dialogherà con le due repliche originali raffiguranti Letizia Ramolino, eseguite sotto il diretto controllo di Canova e oggi custodite presso l’Accademia di Carrara e il Museo Canova di Possagno.
All’interno di questo “cantiere aperto” il visitatore avrà modo di entrare in contatto con le problematiche del museo e degli aspetti legati alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio in esso custodito, ma anche di scoprire le fasi di realizzazione dell’opera, i prodotti impiegati, le tecniche scultoree utilizzate.
L’opera del maestro veneto è la terza a essere protagonista del progetto espositivo, inaugurato nella primavera 2017 con la Crocifissione di Antoon Van Dyck, dopo la Parabola dei ciechi di Pieter Brueghel il Vecchio e la Sacra Conversazione di Konrad Witz.
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