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Il Parco dei Campi Flegrei, quando storia, arte e territorio sono unici

L'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, uno dei 25 tra monument e siti che fanno parte del Parco Archeologico dei Campi Flegrei
 

Fabio Pagano

14/12/2020

Napoli - Sono Fabio Pagano, sono un archeologo e da circa un anno e mezzo sono il direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei.



Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei è un insieme di luoghi speciali che insistono sul territorio speciale, il territorio flegreo e quindi il parco è composto da 25 elementi che sono monumenti, aree archeologiche, musei che hanno appunto questo comune denominatore: essere presenti in un territorio fortemente caratterizzato da una natura vivace e volubile. La natura delle eruzioni vulcaniche, la natura del bradisismo, che ha scolpito un paesaggio su cui l'uomo poi aggiunto la sua presenza.

Ed ecco la presenza che possiamo vedere nei nostri luoghi: penso al Parco Archeologico di Cuma dove le storie si ancorano alla tradizione più antica della presenza greca sul continente con un'evoluzione che poi porterà la stessa Cuma a trasformarsi in varie città fino ad assumere quella veste monumentale tipica della romanizzazione.

Quella stessa fase romana che vediamo in altri monumenti del parco quali l'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, il terzo anfiteatro per ampiezza del mondo romano, e il luogo dove meglio si percepiscono e si possono godere i sotterranei, quindi il motore di questa enorme macchina da spettacolo.

Ma la stessa romanità che poi troviamo nelle cosiddette terme romane di Baia in quella sequenza di palazzi, di luoghi di delizia che aveva attratto l'aristocrazia dell'età romana che ha poi un appendice, un continuum, grazie appunto a questa vivacità della natura flegrea nel nostro parco sommerso che racconta le stesse storie ma in una dimensione particolare che è quella dell'immersione subaquea.  

Abbiamo poi tanti altri luoghi tra cui mi piace sottolineare uno che è il Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello Aragonese: la classica situazione italiana in cui un meraviglioso contenitore, un castello con fasi aragonesi e poi tardo medievali e post rinascimentali  e quindi un grande complesso architettonico di tre ettari e 100 metri di altezza, è diventato negli ultimi anni il contenitore della narrazione archeologica di questo territorio.

Un luogo dove per esempio attraverso le sezioni dedicate a Puteoli, l'antica Pozzuoli, a Baia, a Liternum o a Cuma si può vedere la narrazione attraverso le fonti materiali - statue, epigrafi, frammenti fissili, vasi - di quelle storie che si possono percepire in questo museo diffuso appunto è che il nostro parco archeologico.

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