Dal 19 luglio al 19 gennaio nel Complesso monumentale di Santa Chiara

La Maddalena di Artemisia Gentileschi, restaurata, torna a Napoli dopo quattro secoli

Artemisia Gentileschi, Maddalena, 1630 - 1635, Olio su tela, 108 x 78.5 cm, Beirut (Libano), Sursock Palace Collection
 

Samantha De Martin

18/07/2024

Napoli - La mano destra, colta nell’atto di strappare la collana dal petto, racchiude un gesto di rinuncia alla vanità. Lo sguardo estatico sembra dialogare con il divino, mentre i gioielli e il vaso degli unguenti, uno specchio in una cesta, raffigurati dietro le spalle, enfatizzano l’abbandono della precedente esistenza e la decisione di abbracciare una vita virtuosa.
Rappresentata da un punto leggermente ribassato, seduta, come in preda a uno stato di trance dovuto al dialogo interiore con il divino, che non la sconvolge ma la conforta, avvolta da un lussuoso abito di raso giallo, la Maddalena di Artemisia Gentileschi emerge con veemenza dallo sfondo scuro.
Eccola nuovamente a Napoli, città nella quale fu dipinta tra il 1630 e il 1635, e dove torna dopo 400 anni in occasione di una mostra a cura di Costantino d’Orazio, allestita dal 19 luglio al 19 gennaio nel Complesso monumentale di Santa Chiara, realizzata grazie alla collaborazione tra la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il FEC (Fondo Edifici di Culto), Agape e Arthemisia.


Artemisia, Maddalena, Allestimento presso il Complesso monumentale di Santa Chiara

Conservata per secoli in collezioni private, negli ultimi cento anni la Maddalena fu accolta nella prestigiosa collezione Sursock, a Beirut, dove subì un grave danneggiamento in seguito all’esplosione del 4 agosto 2020. Restaurata grazie all’intervento di Arthemisia, l’opera è tornata oggi agli antichi splendori, mostrando tutti i caratteri di stile e di narrazione visiva propri del lungo periodo trascorso da Artemisia a Napoli dove visse dal 1630 fino alla morte, nel 1654. In città, dove si respirava una straordinaria vivacità artistica, la pittrice più celebre d’Europa arrivò da Roma grazie ai rapporti maturati con Fernando Afán de Rivera, Duca di Alcalá e Viceré di Napoli, che nel 1629 acquistò tre suoi lavori.
Il suo stile, così vicino a quello di Caravaggio, le sue rappresentazioni potenti e drammatiche di figure femminili, spesso tratte dalla Bibbia, affascinavano i collezionisti napoletani. In un’epoca nella quale le donne erano raramente riconosciute come artiste, il coraggio e la determinazione di Artemisia erano cosa rara.
Da Napoli, dove arrivò con il fratello Francesco e con la figlia Prudenzia, Artemisia intrattenne una fitta corrispondenza con Cassiano dal Pozzo, celebre erudito e suo appassionato committente, con il Duca di Modena Francesco I d’Este e con Ferdinando II de’ Medici, che ottennero suoi quadri, mentre Galileo Galilei e il nobile messinese don Antonio Ruffo divennero suoi consiglieri e mediatori.


Artemisia, Maddalena, Allestimento presso il Complesso monumentale di Santa Chiara

Se si esclude la parentesi inglese, nel 1638-39, Artemisia non si sposterà mai da Napoli, dove produrrà una grande quantità di tele con l’aiuto del fratello Francesco. Circondata da allievi e collaboratori, dipingendo anche le uniche opere pubbliche della sua carriera per la Cattedrale di Pozzuoli, si spense intorno al 1653, in una data ancora non confermata. La sua tomba nella Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini andò perduta negli anni Cinquanta del Novecento, quando l’edificio venne abbattuto per fare spazio ad un moderno condominio. Artemisia dipinse diverse opere che avevano come soggetto la Maddalena, riflettendo su temi quali la vita di penitenza e la trasformazione spirituale. La sua rappresentazione di Maria Maddalena passa spesso attraverso la lente delle proprie lotte e dei propri trionfi personali, aggiungendo così complessità alle proprie interpretazioni, indicando la propria conversione emotiva e spirituale.

La mostra dedicata alla Maddalena di Artemisia Gentileschi inaugura un progetto di grande respiro che vedrà il Chiostro di Santa Chiara arricchirsi di capolavori della storia dell’arte e di esposizioni inedite.
Ad aprile 2025, nell’anno del Giubileo e dell’ottocentesimo anniversario della creazione del Cantico delle Creature, verrà inaugurata, per la prima volta, una grande mostra dedicata a Santa Chiara e a San Francesco.

La mostra dedicata alla Maddalena si potrà visitare dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 17 e domenica dalle 10 alle 14.

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