Dal 9 settembre al 10 dicembre a Mamiano di Traversetolo - Parma
Umberto Boccioni prima del Futurismo. Presto una mostra alla Magnani Rocca
Umberto Boccioni, Il romanzo di una cucitrice, 1908, Olio su tela, Collezione Barilla di Arte Moderna
Samantha De Martin
05/07/2023
Parma - Un Umberto Boccioni pre-futurista inaugurerà l’autunno della Fondazione Magnani Rocca. Un interessante confronto tra un giovane pittore e maestri come Giacomo Balla, Gino Severini, Roberto Basilici, Gaetano Previati, Mario Sironi, Carlo Carrà, accenderà, attraverso oltre cento capolavori, la nuova stagione espositiva della Fondazione di Mamiano di Traversetolo, abbracciando il periodo compreso tra il 1900 e il 1910, un decennio cruciale per la carriera dell'artista.
BOCCIONI. PRIMA DEL FUTURISMO - questo il titolo del percorso a cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi - porterà a Parma opere che, oltre a documentare il carattere eterogeneo della produzione boccioniana, ricostruiranno i contesti artistici e culturali nei quali l’artista operava. Fulcro del percorso sarà la figura del giovane Boccioni negli anni della formazione, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, fino alla produzione che precede il Manifesto dei pittori futuristi della primavera del 1910.
Giovanni Sottocornola, Mariuccia, 1903, pastello su carta
In questi dieci anni intensi il pittore sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale, sensibile agli stimoli delle nascenti avanguardie.
Immergendosi nelle tre macro sezioni geografiche del percorso espositivo, legate a Roma, Venezia e Milano, le tre città che più di tutte hanno rappresentato punti di riferimento formativi per l’artista, i visitatori potranno seguire la formazione boccioniana al di fuori di una scontata logica legata all’approdo al futurismo, captando la definizione del suo linguaggio in rapporto alle ricerche del tempo e ai contesti con i quali l’artista entrò in contatto.
A documentare la prima produzione del pittore saranno opere come Campagna romana del 1903 (dal MASI di Lugano), il Ritratto della signora Virginia del 1905 (dal Museo del Novecento di Milano), e ancora Controluce del 1909 (in prestito dal Mart di Trento e Rovereto), accompagnate da disegni, tempere, incisioni. Il confronto con opere di artisti quali Giacomo Balla, Gino Severini, Roberto Basilici, Gaetano Previati, Mario Sironi, Carlo Carrà ripercorrerà invece i rapporti visuali e culturali che contribuirono a costruire e a definire la personalità artistica di Boccioni.
Umberto Boccioni, La signora Virginia, 1905, Olio su tela, Milano, Museo del Novecento
Non poteva essere che Roma la prima tappa che ha segnato indelebilmente l’evoluzione artistica di Boccioni, introdotto proprio da Giacomo Balla alla nuova tecnica del divisionismo. La mostra toccherà il progressivo avvicinamento dell’artista al mondo dell’illustrazione commerciale – la réclame – e ricostruirà la “Mostra dei rifiutati” organizzata dallo stesso Boccioni durante il periodo romano nel foyer del Teatro Costanzi per permettere agli oppositori delle tendenze ufficiali di esporre le proprie opere.
Il viaggio tra i lavori di Boccioni pre-futurista prosegue con i soggiorni a Padova e con l’ultimo soggiorno veneziano che coincide con la Biennale del 1907. In questa sezione lo spettatore seguirà il progredire della sua pittura, oltre a soffermarsi sulla posizione estetica dell’artista rispetto a tutto quello che ha modo di osservare e conoscere a Venezia. A scandire questo momento della mostra saranno le principali opere realizzate da Boccioni soprattutto durante l’ultimo soggiorno padovano prima di trasferirsi a Venezia, oltre a lavori significativi di pittori veneziani che il maestro stesso commenta nelle proprie riflessioni sulle Biennali.
Umberto Boccioni, Ritratto della Signora Maffi, 1910, acquerello e matita su carta, Verona, Galleria dello Scudo
L’avvicinamento dell’artista al mondo dell’incisione sarà messo in luce da opere grafiche di Boccioni che permetteranno di ricostruire lo sviluppo della sua attività incisoria nel periodo veneziano e, in seguito, milanese. Grande interesse tra il pubblico riscuoterà la presentazione per la prima volta delle lastre metalliche, recentemente ritrovate, incise dall’artista.
L’ultima tappa coincide con l’arrivo a Milano, a settembre del 1907. Il confronto di Boccioni con il capoluogo lombardo sarà riproposto attraverso l’accostamento a opere degli artisti attivi in città a inizio secolo, in particolare Previati.
La mostra si potrà visitare dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10-19. La biglietteria chiude un’ora prima.
Leggi anche:
• In viaggio con Boccioni: i capolavori da ammirare nel mondo
• I capolavori di Boccioni da vedere in Italia
BOCCIONI. PRIMA DEL FUTURISMO - questo il titolo del percorso a cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi - porterà a Parma opere che, oltre a documentare il carattere eterogeneo della produzione boccioniana, ricostruiranno i contesti artistici e culturali nei quali l’artista operava. Fulcro del percorso sarà la figura del giovane Boccioni negli anni della formazione, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, fino alla produzione che precede il Manifesto dei pittori futuristi della primavera del 1910.
Giovanni Sottocornola, Mariuccia, 1903, pastello su carta
In questi dieci anni intensi il pittore sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale, sensibile agli stimoli delle nascenti avanguardie.
Immergendosi nelle tre macro sezioni geografiche del percorso espositivo, legate a Roma, Venezia e Milano, le tre città che più di tutte hanno rappresentato punti di riferimento formativi per l’artista, i visitatori potranno seguire la formazione boccioniana al di fuori di una scontata logica legata all’approdo al futurismo, captando la definizione del suo linguaggio in rapporto alle ricerche del tempo e ai contesti con i quali l’artista entrò in contatto.
A documentare la prima produzione del pittore saranno opere come Campagna romana del 1903 (dal MASI di Lugano), il Ritratto della signora Virginia del 1905 (dal Museo del Novecento di Milano), e ancora Controluce del 1909 (in prestito dal Mart di Trento e Rovereto), accompagnate da disegni, tempere, incisioni. Il confronto con opere di artisti quali Giacomo Balla, Gino Severini, Roberto Basilici, Gaetano Previati, Mario Sironi, Carlo Carrà ripercorrerà invece i rapporti visuali e culturali che contribuirono a costruire e a definire la personalità artistica di Boccioni.
Umberto Boccioni, La signora Virginia, 1905, Olio su tela, Milano, Museo del Novecento
Non poteva essere che Roma la prima tappa che ha segnato indelebilmente l’evoluzione artistica di Boccioni, introdotto proprio da Giacomo Balla alla nuova tecnica del divisionismo. La mostra toccherà il progressivo avvicinamento dell’artista al mondo dell’illustrazione commerciale – la réclame – e ricostruirà la “Mostra dei rifiutati” organizzata dallo stesso Boccioni durante il periodo romano nel foyer del Teatro Costanzi per permettere agli oppositori delle tendenze ufficiali di esporre le proprie opere.
Il viaggio tra i lavori di Boccioni pre-futurista prosegue con i soggiorni a Padova e con l’ultimo soggiorno veneziano che coincide con la Biennale del 1907. In questa sezione lo spettatore seguirà il progredire della sua pittura, oltre a soffermarsi sulla posizione estetica dell’artista rispetto a tutto quello che ha modo di osservare e conoscere a Venezia. A scandire questo momento della mostra saranno le principali opere realizzate da Boccioni soprattutto durante l’ultimo soggiorno padovano prima di trasferirsi a Venezia, oltre a lavori significativi di pittori veneziani che il maestro stesso commenta nelle proprie riflessioni sulle Biennali.
Umberto Boccioni, Ritratto della Signora Maffi, 1910, acquerello e matita su carta, Verona, Galleria dello Scudo
L’avvicinamento dell’artista al mondo dell’incisione sarà messo in luce da opere grafiche di Boccioni che permetteranno di ricostruire lo sviluppo della sua attività incisoria nel periodo veneziano e, in seguito, milanese. Grande interesse tra il pubblico riscuoterà la presentazione per la prima volta delle lastre metalliche, recentemente ritrovate, incise dall’artista.
L’ultima tappa coincide con l’arrivo a Milano, a settembre del 1907. Il confronto di Boccioni con il capoluogo lombardo sarà riproposto attraverso l’accostamento a opere degli artisti attivi in città a inizio secolo, in particolare Previati.
La mostra si potrà visitare dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10-19. La biglietteria chiude un’ora prima.
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